DISCORSO DI PAOLO VI
AI PELLEGRINAGGI DELLA DIOCESI DI BRESCIA
E DELLA CURIA ARCIVESCOVILE DI MILANO
Grande è la nostra gioia, la nostra commozione nel ricevere oggi il pellegrinaggio ufficiale della diocesi di Brescia, che fa seguito a numerosi precedenti pellegrinaggi parrocchiali.
A voi tutti, figli carissimi, il nostro affettuoso saluto; e con voi salutiamo in particolar modo il vostro venerato Pastore, Monsignor Luigi Morstabilini, gli zelanti sacerdoti, nonché le autorità civili che vi hanno preso parte.
Nel salutarvi, l’animo nostro si sente pervaso dalla soave presenza di ricordi, sui quali, se il tempo ce lo permettesse, ameremmo soffermarci con voi in familiare ed amichevole conversazione, tanti sono i vincoli che tuttora ci legano alla nostra cara diocesi di origine, tanto è il bene che personalmente ne abbiamo ricevuto, tanto è il valore che attribuiamo alle nobili tradizioni cristiane che la distinguono. Anche per questa singolare capacità che la vostra venuta qui, dinanzi a noi, ha di evocare cose e persone sempre presenti nel nostro spirito, desideriamo esprimervi la nostra paterna, viva riconoscenza.
Ma la nostra gratitudine è ancora maggiore, quando pensiamo che la vostra presenza è, sì, una chiara attestazione di venerazione verso la umile persona di chi fu già uno di voi e sul quale ora grava la tremenda responsabilità di Supremo Pastore della Chiesa, ma è anche una testimonianza cristiana che proviene dalla nostra Brescia, terra fortemente caratterizzata nei secoli da fede profonda, da carità operosa, da franca e generosa adesione a Cristo e alla Chiesa.
Accogliendovi nel clima spirituale e tonificante di questo Anno Giubilare, che voi con esemplare fervore state vivendo nel centro della cattolicità, la nostra parola non può fare a meno di indirizzare la vostra attenzione sul vero significato del grandioso e straordinario avvenimento ecclesiale che stiamo celebrando. Esso non è, e non deve essere considerato una manifestazione come tante altre, alle quali ci si contenta di essere semplici spettatori, o solo esteriormente e momentaneamente partecipi, ma è invece un solenne richiamo a riflettere sulla nostra fedeltà al Vangelo e sulla rispondenza della nostra vita alle esigenze della fede.
Viviamo purtroppo in un’epoca in cui l’attrattiva delle cose terrene e la corsa al benessere impegnano potentemente gli interessi e l’attenzione dell’uomo, rendendo così più difficile la stima e la pratica dei superiori valori dello spirito; di qui la tentazione di dimenticare Iddio e i doveri che si hanno verso di Lui. Perciò il Giubileo vuol ricordare al mondo moderno che bisogna guardare anche al Cielo, e vuole offrirci l’occasione propizia per rettificare i nostri pensieri, per rimettere nella loro giusta prospettiva i valori che, soli, danno un significato, uno scopo, una dignità al nostro esistere: l’amore di Dio prima di tutto e al di sopra di tutto, senza alcun compromesso, e poi l’amore verso i fratelli.
Ecco la conversione, ecco il rinnovamento, a cui la Chiesa chiama i suoi figli durante questo Anno Santo, in quest’ora di grazia per le anime, per la comunità ecclesiale e per il mondo.
Figli carissimi, sono questi i pensieri che vi lasciamo come ricordo del vostro pellegrinaggio giubilare. Vorremmo che essi vi aiutassero a mantenervi fedeli e perseveranti nel buono spirito cristiano, di cui date ora solenne e pubblica testimonianza, e che tanto ci consola. Possiate così conservare ed accrescere sempre più l’alta eredità religiosa e morale affidata al vostro impegno di credenti e di cittadini della Chiesa bresciana, come si deve fare con la cosa più sacra e corroborante nel cammino non sempre facile della vita.
Tornando alle vostre case, portate anche a quelli che non hanno potuto accompagnarvi, che sono la maggior parte, il nostro cordiale saluto; dite Loro che li portiamo nel cuore e che li raccomandiamo a Dio nella quotidiana preghiera, invocando per loro ogni più desiderata grazia di vita prospera, operosa, serena. E tutti abbracciando con affetto, impartiamo la nostra particolare Benedizione Apostolica in nome del Signore.
Ai Dipendenti degli Uffici
della Curia Arcivescovile di Milano
Non possiamo tacere la nostra commozione e la nostra compiacenza nel vedere riuniti qui intorno a noi i membri della Curia Arcivescovile di Milano, venuti a compiere il pellegrinaggio giubilare, e siamo lieti di porgere a Monsignor Ferdinando Maggioni e agli altri Vescovi Ausiliari un particolare affettuoso saluto.
La vostra visita, figli amatissimi, ravviva nel nostro animo ricordi incancellabili degli anni del nostro ministero pastorale nella diocesi Ambrosiana; e richiama altresì uno dei motivi di maggior conforto e soddisfazione in quel periodo della nostra missione episcopale: il leale e valido sostegno ad essa prestato generosamente da codesta benemerita Curia Arcivescovile.
Doppiamente gradito, pertanto, ci è l’odierno incontro, perché ci reca l’attestato della vostra fattiva adesione alle finalità spirituali dell’Anno Santo, confermandoci la vostra fervida devozione alla Chiesa e al Papa; e perché ci offre l’occasione di manifestare ancora una volta a voi, qui convenuti, i nostri memori e grati sentimenti.
Noi chiediamo di gran cuore al Signore di benedire il vostro lavoro e di stimolare le vostre energie, in modo da conferire sempre maggior incidenza alle vostre attività e al vostro apostolato, che vogliono contribuire a salvaguardare ed incrementare sempre più il prezioso patrimonio delle tradizioni religiose ed ecclesiali della cara arcidiocesi milanese, le quali da Sant’Ambrogio e da San Carlo Borromeo derivano tuttora freschissime sorgenti di vita spirituale.
Perciò a voi esprimiamo la nostra paterna stima, a voi diamo l’incoraggiamento più caldo a proseguire nella vostra quotidiana dedizione, a voi auguriamo di poter godere l’effusione dei divini favori sulle vostre degne persone e sugli uffici che vi sono affidati, come pure sulle persone a voi care nella carità del Signore.
Con tali sentimenti e voti noi vi salutiamo, vi ringraziamo e vi benediciamo.
Agli Ufficiali e Allievi
della nave scuola «Libertad»
della Marina Militare Argentina
Avosotros, Comandante, Oficiales y Guardiamarinas del buque escuela «Libertad» de la Escuela Naval Militar de Argentina, os damos nuestra paternal bienvenida y os agradecemos esta visita, a la que os ha impulsado el deseo de testimoniar vuestra devoción al Vicario de Cristo.
Sabemos que estais haciendo un viaje de instrucción. Pues bien, amados hijos, sed siempre modelos de lealtad, de fidelidad al propio deber, de las mejores virtudes que deben adornar vuestra conducta. Y en las largas horas que pasais en contacto con la extensión inmensa de los mares, no olvideis de elevar vuestra mente hacia el Padre del cielo, que preside en todo momento nuestra vida.
Con los mejores votos para vosotros, para vuestras familias, para vuestra Patria, os impartimos de corazón nuestra Bendición Apostólica.
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