DISCORSO DI PAOLO VI
AL PELLEGRINAGGIO GIUBILARE DEGLI SPORTIVI
Sabato, 8 novembre 1975
Carissimi giovani sportivi!
e voi tutti dirigenti e rappresentanti delle federazioni sportive aderenti al Comitato Olimpico Nazionale Italiano!
Non vi sarà difficile immaginare quanto ci sia gradita la vostra visita, e come l’espressione dei vostri sentimenti, con la quale intendete coronare il vostro pellegrinaggio giubilare, trovi cordiale risonanza nel nostro animo. Siamo felici di vedervi e di accogliervi. In particolar modo ci commuove il pensiero che abbiamo davanti a noi una cospicua rappresentanza di giovani sportivi della Chiesa milanese, che sono stati, si può dire, gli animatori e gli organizzatori di questo pellegrinaggio. La vostra presenza, figli amatissimi, ravviva nel nostro animo ricordi incancellabili degli anni trascorsi presso di voi nel nostro ministero episcopale: ricordi che voi rendete ancor più grati e pieni di emozione col dono che ci avete portato della riproduzione della Madonnina del Duomo, in memoria del II Centenario della posa della statua sulla guglia maggiore del Tempio. Vi siamo molto obbligati di tanta affezione e di tanta devozione.
Non possiamo poi tacere il significato particolare che assume questo incontro con voi dal fatto che con esso il Centro Sportivo Italiano intende commemorare i suoi trenta anni di vita. A quanti promuovono e presiedono questa organizzazione, tanto benemerita per lo spirito cristiano con cui ha saputo e sa guidare le attività sportive di innumerevoli schiere giovanili, a tutti i suoi aderenti, che qui vediamo largamente e degnamente rappresentati, il nostro elogio, il nostro saluto, il nostro incoraggiamento, con il voto che codesto Centro possa felicemente continuare nella sua attività, e sappia compierla con tanto maggiore sapienza e vigore, quanto più critica è l’ora storica e spirituale che il mondo giovanile sta attraversando.
Non vi sembri cosa estranea al nostro apostolico ufficio, che apre davanti a noi il panorama della Chiesa intera e con questo quello altresì del mondo contemporaneo, se soffermiamo alquanto il nostro interesse sulle vostre attività. Lo facciamo con consapevolezza, e con l’animo pieno di benevolenza, come sempre abbiamo fatto con i gruppi sportivi che vi hanno preceduto.
Effettivamente, molte sono le occasioni che ci mettono a contatto con i rappresentanti dello sport; e noi siamo lietissimi di coglierle per attestare quanto la Chiesa guardi con occhio di materna soddisfazione questi suoi figli, che con il loro esempio sanno dare ai coetanei un esaltante spettacolo di giovinezza forte, disciplinata, ardimentosa. La padronanza di sé, il culto dell’onore e della lealtà, l’addestramento al coraggio fisico e morale mediante una regola di vita volontariamente accettata: sono valori umani che il Cristianesimo ha sempre riconosciuto come suoi. La Chiesa perciò, che ha la missione di accogliere ed elevare tutto ciò che nella natura umana vi è di bello, armonioso, equilibrato e forte, non può che approvare lo sport, tanto più se l’impiego delle forze fisiche si accompagna all’impiego delle energie morali, che possono fare di esso una magnifica scuola di forza spirituale e di severo allenamento ai contatti sociali fondati sulla lealtà, sul rispetto della persona altrui, e sullo spirito di amicizia e di fraterna solidarietà.
Noi perciò vi incoraggiamo a dare il meglio di voi nelle vostre pacifiche competizioni, con quella letizia ed entusiasmo che caratterizzano la vostra età giovanile; ma non senza ricordarvi, per l’alta missione spirituale che ci è stata affidata da Dio, che l’agonismo sportivo, pur così nobile e bello, non deve essere considerato come fine a se stesso, ma soltanto come un mezzo e un aiuto per dare alla vostra personalità, tanto umana che professionale, quella pienezza che deriva dalla fusione armonica delle doti fisiche e spirituali. Esso è subordinato alle esigenze certamente ben più alte e preminenti dello spirito. Nulla mai deve togliere all’adempimento dei vostri doveri verso Dio e verso la vita familiare.
Siate quindi bravi sportivi, cari figlioli, ma siate migliori cittadini, con quel corredo di virtù e di pregi che rendono fruttuosa e degna la vostra esistenza; di più, siate ottimi cristiani che capiscono il valore della vita come risposta generosa da dare a Dio Creatore e Salvatore.
L’incontro vostro con noi si svolge in un momento storico, in un’ora privilegiata della vita della Chiesa, in cui tutta la grande famiglia cattolica è protesa in un grandioso sforzo di rinnovamento spirituale; c’è un immenso desiderio di salire più in alto che si avverte in mezzo alle anime. Quello che voi fate nei vostri allenamenti per piegare il corpo a dare il massimo rendimento e per fortificare la vostra volontà, l’Anno Santo lo richiede su un piano più elevato per la vostra crescita spirituale; e non per la conquista di una corona corruttibile, come dice San Paolo (Cfr. 1 Cor. 9, 24-25), ma per la conquista di una corona che non si corrompe, per il possesso di una vita che non tramonta, dopo il felice compimento della gara terrena.
Anche a voi il Giubileo sia un aiuto per salire sempre più in alto e per vedere sempre più lontano nella luce di Dio. Più in alto della frivolezza in cui tanti giovani trascinano una esistenza opaca, priva di nobili ideali; più in alto degli interessi o dei piaceri materiali, nei quali troppe anime si avviliscono e si degradano. Più lontano dei piccoli calcoli dell’egoismo, delle meschine rivalità, dei ristretti orizzonti di una vita edonistica e materialista. Questo è il Giubileo, figli carissimi. E noi vi auguriamo di saperlo vedere e vivere così, e di coglierne tutta la ricchezza spirituale per la vostra piena maturazione di uomini e di cristiani, in modo che possa realizzarsi in voi il voto dell’Apostolo San Paolo: «Glorificate e portate Dio nei vostri corpi» (1 Cor. 6, 20).
A tanto vi conforti la nostra Apostolica Benedizione, che di gran cuore impartiamo a voi qui presenti e a tutti i vostri cari, come pure volentieri benediciamo le statuette della Madonnina del Duomo di Milano, destinate ad essere portate su alcuni dei più importanti campi di gioco nelle prossime domeniche.
Dopo il discorso agli sportivi il Santo Padre rivolge agli altri gruppi presenti il suo saluto benedicente, primo tra tutti l’Associazione delle Famiglie Cattoliche francesi.
Nous voulons saluer aussi une délégation de familles venues de France, membres de la Confédération nationale des Associations familiales catholiques. Vos préoccupations, chers parents, sont les nôtres: donner à la famille la place fondamentale qui lui revient dans la société; favoriser la stabilité et l’épanouissement des foyers contre tout ce qui aujourd’hui risque de les désagréger, - Nous pensons aux conditions difficiles de salaire, de travail, de logement, mais aussi à une certaine opinion publique qui se fait trop souvent l’écho et le complice d’un amour sans responsabilité, ou même d’attitudes pitoyables, dévoyées -; nous savons que vous voulez faire respecter l’amour conjugal et la vie par tous les moyens qui sont en votre pouvoir; aider les parents à ne pas démissionner dans une œuvre éducative complexe, permettre aussi aux foyers chrétiens de créer une atmosphère de foi, tout en préparant les enfants à prendre leur place dans les diverses communautés catholiques, dans l’Eglise, dans la société. Courage, chers parents: unissez vos efforts, avec clairvoyance, avec fermeté; élargissez le cercle des bonnes volontés prêtes à soutenir votre action. Nous sommes très proches de vous dans ce souci de promouvoir la famille, notamment à travers le Comité pour la famille que Nous avons institué.
Et Nous vous bénissons de tout cœur.
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