DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
AI RAGAZZI DELL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA
Sabato, 25 settembre 1976
Diletti Figli,
La cortese visita, che ci fate stamane, Ci arreca profonda gioia. Con animo grato salutiamo cordialmente l’Ecc.mo Assistente Ecclesiastico Generale, il Presidente Nazionale con i suoi diretti Collaboratori, e tutti voi, Assistenti e Dirigenti diocesani dell’Azione Cattolica Ragazzi, convenuti qui a Roma per studiare iniziative concrete in ordine ad «un cammino di Evangelizzazione e Promozione umana dei Ragazzi».
Il tema, che avete scelto, è di grande attualità: su di esso è impegnata a riflettere tutta la Chiesa italiana, che al termine del prossimo mese di Ottobre, come sapete, sarà chiamata a fare il punto circa i risultati della ricerca comunitaria, condotta in modo particolare nei recenti mesi trascorsi. L’argomento, del resto, era già stato fatto oggetto di esame attento da parte del Concilio Vaticano II, che nella Costituzione «Gaudium et Spes» aveva enunciato alcuni principii generali, da voi certamente meditati, circa l’apporto dell’annuncio evangelico alla realizzazione dell’uomo.
Voi vi siete interrogati, in questi giorni, sul come l’Azione Cattolica possa «camminare insieme» con i ragazzi, per essere in mezzo ad essi «fermento», che li aiuta a realizzarsi come esseri umani e come figli di Dio.
A noi preme innanzitutto di sottolineare che l’impegno prioritario dell’Azione Cattolica nei confronti dei ragazzi resta quello di educarli ad una fede personale, consapevole, vissuta. Si sa che l’educazione, oltre che comunicazione di concetti, è partecipazione di valori, una partecipazione che avviene a livello vitale, mediante la testimonianza, insieme con l’insegnamento. Questo vale in particolare per l’educazione alla fede, la quale è dono misterioso del Signore, destinato ad assumere ed orientare in modo totale l’esistenza umana. L’educatore non deve limitarsi a parlare di Dio, a «dimostrarne» l’esistenza, ma deve giungere a «mostrarne» la presenza nell’autenticità delle proprie scelte quotidiane, e deve educare ad un confronto frequente col Cristo vivo della Liturgia, perché in essa la Parola di Dio torna ad echeggiare nel presente della storia ed invita il ragazzo a giudicare criticamente il proprio ambiente ed a prenderne, se necessario, le distanze, per essere nel proprio mondo testimone della novità di Cristo.
Un secondo impegno vorremmo richiamare, quello di educare i ragazzi alla vera libertà. È questa una dimensione dell’uomo, alla quale il mondo moderno è particolarmente sensibile. Troppo spesso però si ha l’impressione che l’interpretazione, che di essa viene data, sia esclusivamente negativa. In realtà non basta essere liberi da qualcosa, bisogna riconoscersi anche liberi per qualcosa o per qualcuno. Quando San Paolo proclama che noi siamo stati chiamati alla libertà (Cfr. Gal. 5, 13), aggiunge immediatamente: «purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri» (Ibid.). Si leggano i diversi passi delle lettere dell’Apostolo o degli altri scritti neotestamentari, nei quali è toccato questo argomento e ci si convincerà che la libertà cristiana è affrancamento dell’uomo dalle forze della concupiscenza e del peccato, che lo tengono schiavo dell’egoismo, ed è sua restituzione alla capacità di amare disinteressatamente Dio e il prossimo. Libero veramente è soltanto colui che è capace di donarsi totalmente. Educare alla libertà significa educare all’amore. È chiaro allora quale arduo compito sia quello dell’educatore, che non può illudersi di formare alla libertà semplicemente perché concede con dosata moderazione permessi man mano più ampi al ragazzo che cresce, ma deve invece impegnarsi per aiutarlo ad orientarsi con decisione propria ad un dono di sé sempre più pieno ai fratelli, che gli camminano accanto.
Il discorso ci conduce a toccare ancora un terzo aspetto importante per un’opera di autentica promozione umana, quello dell’educazione alla solidarietà. La filosofia personalista molto insiste, oggi, sulla dimensione sociale della persona, che non raggiunge la sua piena realizzazione se non aprendosi al «tu» dell’altro, per riconoscerne il valore unico ed accoglierlo senza riserva. Il ragazzo è, in generale, particolarmente disponibile all’apertura fiduciosa, all’amicizia, alla collaborazione. Ebbene, le esperienze dei primi anni, specialmente quelle vissute in famiglia e nella scuola, possono costituire un utile incentivo per l’affermazione e lo sviluppo di questa naturale disponibilità alla solidarietà o possono invece rappresentare le prime traumatizzanti constatazioni di inesorabili discriminazioni e di impietose emarginazioni. Compito dell’educatore di Azione Cattolica sarà quello di inculcare profondamente nell’animo dei ragazzi la convinzione, tipicamente cristiana, che davanti a Dio siamo tutti eguali, perché siamo tutti chiamati ad essere figli suoi nel Figlio (Ibid. 3 , 28; 4, 4 ss.; etc.).
Il cristiano è per costituzione un uomo solidale, perché crede in Colui che ha voluto essere « la nostra pace », ed « ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia (Eph. 2, 14); per il cristiano nessuno è ormai «straniero od ospite», perché tutti sono destinati ad essere «concittadini dei santi, membri della famiglia di Dio» (Ibid. 2, 19). Le associazioni di Azione Cattolica, nel loro modo di organizzarsi e di agire, devono testimoniare questa solidarietà, che rifiuta di privilegiare la ricchezza, il successo, l’efficienza, il prestigio e si schiera dalla parte dell’uomo, tanto più decisamente quanto più egli è bisognoso ed umile.
Figli carissimi, l’impegno che vi sta dinanzi, è appassionante. Nei ragazzi, ai quali consacrate le vostre energie, voi lavorate a costruire il domani. Sia con voi la grazia del Signore e fecondi i vostri sforzi, perché la vostra fatica giovi efficacemente a far emergere quella civiltà dell’amore, che è l’aspirazione di ogni uomo di buona volontà.
Accompagniamo il nostro augurio con una speciale Benedizione.
Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana