DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
AL SINDACO E ALLA GIUNTA COMUNALE DI BRESCIA
Sabato, 10 dicembre 1977
Signor Sindaco,
Le nobili espressioni, che Ella, interpretando anche il pensiero dei colleghi della Civica Amministrazione, ha voluto rivolgerci in questo incontro, a suo tempo da Lei gentilmente sollecitato e da noi accolto con ben comprensibile gioia, hanno suscitato nel nostro animo sentimenti di intensa commozione e di sincera gratitudine. Noi abbiamo sentito vibrare nelle sue parole l’affetto e la devozione della terra che ci ha dato i natali ed intendiamo perciò, nel ricambiare il suo saluto, abbracciare con un palpito di singolare amore quella popolazione generosa e buona, che ha nel Nostro cuore un posto privilegiato, del quale nessuna vicenda ha potuto né potrà ai privarla.
Abbiamo vivamente apprezzato, Signor Sindaco, la cortesia con la quale Ella ha voluto sottolineare il nostro impegno per la libertà, la giustizia e la solidarietà operosa, rilevando come tali valori facciano parte del patrimonio ideale di quel popolo, entro il quale la Provvidenza volle chiamarci alla vita. Siamo ben convinti di dovere moltissimo all’ambiente umano, familiare e sociale, che ci accolse, ci sorresse, ci guidò, accompagnando i nostri passi con la luce indicatrice di insegnamenti sapienti, con la forza tonificante di sentimenti magnanimi, con la testimonianza trascinatrice di esempi memorabili.
Tralasciando le persone di famiglia, di cui preferiamo discorrere con noi stessi nel segreto dell’animo, il pensiero corre istintivamente a numerose ed insigni figure e si sofferma innanzi tutto, data la circostanza, su alcune personalità laiche, che, germinate dal ceppo di una robusta tradizione cattolica, seppero recare efficace contributo di pensiero e d’azione alla vita civile e politica della loro terra, dimostrando che il cristianesimo, quand’è vivo nell’animo, diventa forza operante e benefica anche per la costruzione della città terrestre.
Basti fare i nomi di Giuseppe Tovini, che fu membro de! Consiglio Comunale, di Luigi Bazoli, di Giovanni Maria Longinotti, per documentare, con la probante testimonianza di esistenze esemplari, la ricchezza di contenuti positivi, di cui sono portatrici le tradizioni cristiane della nostra gente. Anche affrontando il pericolo di gravi omissioni, non possiamo a questo punto tacere i nomi dl alcuni veneratissimi Ecclesiastici che ebbero grande influsso sulla vita spirituale, morale e civile della carissima Città; e primo fra questi nomi quello del Vescovo Monsignor Giacinto Gaggia, dalle cui mani noi siamo stati ordinati sacerdote; e per molti altri, come i Padri Gesuiti, che ci furono maestri allora nel Collegio Arici, e Mons. Defendente Salvetti, il Card. Giulio Bevilacqua, Padre Caresana, Mons. Zammarchi, Mons. Bazzani, Don Tedeschi.. . e tanti altri veneratissimi membri del Clero Bresciano. E un altro nome noi dobbiamo menzionare, quasi a corona di questi c ari e degni scomparsi, dei quali ci sentiamo debitori; quello dell’amico nostro, compagno di studi e di azione, l’Avv. Andrea Trebeschi, morto in prigionia, e padre indimenticabile dell’attuale Signor Sindaco. A questi uomini possono ben guardare le giovani generazioni bresciane, per attingere ispirazione ideale al loro impegno: dal confronto con la rettitudine della loro coscienza, con la saldezza delle loro convinzioni, con la lungimiranza delle loro intuizioni, potranno trarre indicazioni preziose per un’azione coerente nell’odierno contesto sociale, percorso da fremiti e tensioni ogni giorno più preoccupanti.
Parlando a responsabili della cosa pubblica in un momento di così gravi difficoltà economiche e sociali, non possiamo non esprimere la nostra paterna sollecitudine per i complessi e non differibili problemi, con cui vi dovete quotidianamente misurare. Non è ovviamente nostra competenza suggerire soluzioni concrete in questa materia. Noi vorremmo soltanto sottolineare l’importanza dei valori etico-religiosi, che quegli uomini propugnarono. A ben guardare, essi costituiscono il presupposto ultimo, da cui in definitiva ogni soluzione, anche la più concreta, può derivare la sua capacità di impegnare le coscienze.
Ebbene, storicamente, tali valori sono il portato della presenza operosa della religione cristiana in mezzo alla nostra gente, una presenza che si è radicata profondamente nella vita e nei costumi del popolo bresciano, contribuendo alla formazione di quelle solide virtù civiche, morali e familiari, che rappresentano un patrimonio spirituale di incomparabile pregio. Ci avvaliamo volentieri di questa circostanza per esortarvi ad un impegno di tutela solerte e di alacre promozione di questa eredità preziosa, lasciataci dai padri, perché essa costituisce la base più sicura, oggi come ieri, di una convivenza serena, protesa verso un ordinato progresso civile ed economico.
Non è questo, del resto, il senso dell’iscrizione scolpita sul frontone della Loggia: «Brixia fidelis fidei et iustitiae sacravit»? Nella fedeltà alle tradizioni degli avi, Brescia riconosce la sua caratteristica più qualificante. E voi ve ne siete dimostrati pienamente consapevoli, quando, volendo con pensiero davvero delicato, di cui vi siamo sinceramente grati, coniare una medaglia per il Nostro ottantesimo compleanno, avete scelto quell’altro motto, anche più antico: «Brixia sum, mitis et constans, Dominus est mihi basis». Le fondamenta di Brescia poggiano sulla fede in Dio: questa era la convinzione dei padri. Lo resti anche dei loro discendenti attuali e di quelli che verranno. Dio è un fondamento che regge. Su di Lui si può costruire, guardando con fiducia al futuro.
E resti l’impegno della «mitezza» e della «costanza». In un tempo come il nostro, così esposto alle suggestioni di una violenza cieca, che si scatena brutalmente su vittime innocenti (Brescia ne sa qualcosa) e di una smania di nuovo per il nuovo, che spesso ha la sua motivazione solo nella mancanza di disciplina interiore e di abitudine al sacrificio, l’impegno della costanza nella mitezza si rivela di straordinaria attualità. La gloriosa città, alla quale ci onoriamo di appartenere per nascita e per non mai sopito affetto, senta la responsabilità di farsene banditrice e testimone.
È il voto, che vi affidiamo, illustri e cari Signori, con la fiducia che ci viene dal sapere dell’iniziativa, già intrapresa dalla vostra Amministrazione, di chiamare a raccolta tutte le componenti della società civile per far argine all’onda, che minaccia l’ordine pubblico. Che il Signore vi assista nel vostro lavoro e protegga sempre questa Città a noi tanto cara, affinché i suoi abitanti possano vivere in operosa concordia e progredire continuamente nella pacifica ricerca del giusto benessere, sostenuti e guidati dai principii imperituri del Vangelo.
Con questi auspici e confidando nella materna intercessione della Madonna delle Grazie, così eternamente venerata dalla popolazione bresciana, noi impartiamo a voi e a tutta la grande famiglia dei nostri concittadini l’Apostolica Benedizione, che accompagniamo coi più fervidi auguri di serenità e di pace nella prospettiva delle ormai prossime Feste natalizie.
Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana