DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
AD UN GRUPPO DI SACERDOTI NOVELLI DI BRESCIA
Mercoledì, 15 giugno 1977
Ancora una volta abbiamo la gioia e la consolazione di vedere qui intorno a noi i novelli sacerdoti di Brescia, accompagnati dai loro Superiori e congiunti. I vincoli affettivi che sempre ci legano alla nostra cara Diocesi di origine fanno sì che in maniera tutta particolare condividiamo l’esultanza dei vostri animi, giovani carissimi.
Vi accogliamo, pertanto, con le stesse parole dell’Apostolo delle genti: «Os nostrum patet ad vos . . . cor nostrum dilatatum est» (2 Cor. 6, 11). Sì, il nostro cuore si apre a viva commozione e speranza ogniqualvolta il nostro apostolico ministero ci mette a contatto con giovani come voi, che hanno finalmente raggiunto il sospirato traguardo del sacerdozio, dopo anni di preparazione e di attesa che sembravano interminabili. È questa, la conclusione di una misteriosa e meravigliosa storia di grazia scritta da Dio in gran parte nel segreto delle vostre coscienze; ma è anche l’inizio di una nuova e ancor più luminosa ascesa che d’ora innanzi vi attende.
Sappiamo bene - e la vostra presenza ce lo conferma – che voi desiderate essere in tutto e per tutto sacerdoti degni del Signore che vi ha chiamato. Sforzatevi di essere sempre tali, pensando al grande, incomparabile privilegio che vi è stato concesso con la grazia dell’ordinazione, di essere stati cioè costituiti ministri di Dio, banditori del Vangelo di Gesù Cristo, dispensatori del suo Sangue e della sua Parola. Vogliate davvero riempire l’animo di grande entusiasmo di fronte a queste sublimi realtà, ma anche di grande fiducia in Dio, perché il cumulo delle responsabilità e degli impegni che ora il Signore affida a ciascuno di voi è tale da incutere timore e tremore, se non soccorresse la certezza dell’aiuto divino.
Lasciate quindi che noi fin d’ora, a conforto delle fatiche che vi aspettano, vi ricordiamo le parole di esortazione di San Paolo: «In omnibus exhibeamus nosmetipsos sicut Dei ministros in multa patientia . . . in castitate, in scientia, in longanimitate, in suavitate, in Spiritu Sancto, in caritate non ficta, in verbo veritatis, in virtute Dei» (2 Cor. 6, 4-7). Ecco la fisionomia spirituale dell’uomo apostolico, alla quale voi non mancherete di conformarvi in ogni circostanza del vostro arduo servizio.
Noi pregheremo per voi, e chiederemo al Signore di rendere il vostro sacerdozio fecondo di bene e ricco di meriti e di consolazioni. E intendiamo comprendere nella nostra preghiera i vostri benemeriti Superiori che vi hanno seguito nel periodo della vostra formazione, nonché i vostri genitori che hanno generosamente saputo compiere l’offerta di voi alla Chiesa; che il Signore tutti li rimeriti per tanti sacrifici sostenuti, come Lui solo può e sa fare.
Pegno delle divine ricompense è la Benedizione Apostolica che di cuore impartiamo a ciascuno di voi, qui presenti, e a tutti i vostri cari vicini e lontani, in nomine Domini.
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