DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
PER L'UCCISIONE DELL'ON. ALDO MORO
Mercoledì, 10 maggio 1978
Ragazzi carissimi!
Come certamente voi tutti sapete, ieri è stato compiuto, qui a Roma, un fatto tristissimo, un delitto orribile. È stato ucciso vilmente l'onorevole Aldo Moro, e abbandonato in un'automobile nel centro della città. Era una persona di grande autorità, un uomo politico di molta importanza e di carattere buono e tranquillo. La sua uccisione premeditata, calcolata, compiuta di nascosto e senza pietà ha fatto inorridire la città, tutta l'Italia e ha commosso di sdegno e di pietà il mondo intero. Noi lo abbiamo conosciuto fino dagli anni della sua giovinezza, fino a quando era Studente all'Università. Era uomo buono e savio, incapace di fare male ad alcuno; professore molto bravo e uomo di politica e di governo, persona di grande valore, padre di famiglia esemplare, e ciò che più conta era un uomo di ottimi sentimenti religiosi, sociali ed umani. Questo delitto ha scosso tutto il mondo delle persone oneste, tutta la società; è come una macchia di sangue, che disonora il nostro Paese; tutti ne parlano, tutti ne sono indignati; e anche voi, giovani e fanciulli riuniti in questa Basilica, provate orrore e dolore per questo avvenimento.
Ebbene, Figli carissimi, e voi Insegnanti e Parenti che siete qui con loro per un momento comune di preghiera serena e solenne, in occasione specialmente della santa Comunione di questa fanciullezza col Signore Gesù, sollevate il vostro pensiero con noi, e recitate, ora, all'inizio della nostra breve cerimonia, una preghiera per Aldo Moro, per la sua desolata Famiglia e per tutta la Nazione.
Successivamente alle 11,30, nell'Aula delle udienze, ai numerosissimi visitatori provenienti da ogni parte del mondo, Paolo VI ricorda ancora il tristissimo evento con le seguenti parole, che premette al discorso sulla Pentecoste.
Figli carissimi e Fedeli e Visitatori tutti presenti!
Sembrerebbe a noi una mancanza di sincerità e di pietà, se prima di rivolgere a voi le brevi parole spirituali preparate per questa Udienza, noi non associassimo voi tutti al dolore che ha colpito il nostro cuore per la barbara morte dell'onorevole Aldo Moro, della quale voi pure dalla pubblicità che ne è fatta dovete essere informati. Noi ora vi diremo soltanto che questo fatto omicida è grave in se stesso e per le ripercussioni morali e sociali che esso può avere. Noi vorremmo invece che la stessa riflessione su tale avvenimento richiamasse tutti a pensieri molto seri e pratici circa la nostra partecipazione, privata o pubblica che sia, alla vita sociale del nostro tempo, la quale deve farci sentire non solo partecipi, ma in parte responsabili del suo svolgimento, nel senso che dobbiamo tutti procurare che la nostra mentalità ed il nostro costume siano guidati da una forte coscienza morale.
Bisogna che la bontà delle idee e delle opere di tutti sia più presente e più operante nel nostro mondo, affinché gli sia risparmiata la degenerazione di cui la ingiusta e tragica fine d'un uomo di Stato, buono, sereno, colto e pio come fu Aldo Moro è un segno che fa paura e rossore. Noi desideriamo a tal fine pregare per lui, per i suoi familiari e per tutta questa società, che ci circonda e per la quale noi abbiamo, tanto di più quanto più tristi si prospettano i tempi, il nostro pastorale interesse e la nostra paterna affezione. Pregate, soffrite ed amate anche voi.
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