LETTERA DEL SANTO PADRE PIO X
AL SIGNOR CARDINALE PIETRO RESPIGHI*
Signor Cardinale,
Nuova cagione di amarezze si è aggiunta in questi giorni ai molteplici affanni che, specialmente nell'epoca Nostra, trae seco il governo della Chiesa universale. Abbiamo appreso con infinito dolore che i pretesi cultori del libero pensiero si sono adunati in Roma, e l'eco dolorosa dei loro discorsi Ci ha pur troppo confermato i biechi disegni che avevamo scòrto anche nel semplice annunzio del loro congresso. La intelligenza infatti è dote nobilissima, onde piacque al Creatore di arricchirci; ma riesce a sacrilega ingiuria verso il Creatore medesimo la pretesa di sottrarla a ogni dipendenza da Lui, o di innalzarla così da farle respingere la direzione e il conforto delle verità soprannaturali.
Cresce poi a mille doppi la gravità dell'ingiuria, se si rifletta al luogo dove si è testé compiuta e alla pompa esterna onde si è voluto circondarla. Non è Roma la città destinata a custodire il deposito della fede? Sia pure che a nulla valgano, come a nulla possono valere, contro la Chiesa le forze infernali: la riunione di queste in un Congresso di liberi pensatori, a cui per giunta siasi dato un aspetto internazionale, riveste sempre il carattere di oltraggio e di provocazione, e non è a dire che toglie a Roma il nome di « Sede tranquilla e rispettata » del Vicario di Gesù Cristo.
Noi pertanto facciamo Nostra l'offesa fatta a Dio, e ne accogliamo nel Nostro cuore tutta l'amarezza. Ma non a semplice sfogo del Nostro dolore indirizziamo oggi la parola a Lei, Signor Cardinale. Riconosciamo volentieri che anche in quest'ora tristissima il Signore si è compiaciuto confortarci con la imponente manifestazione de' filiali sentimenti, onde da tutte le parti d'Italia e clero e popolo hanno fatto a gara per stringersi a Noi e protestare contro la nuova offesa recata a Dio e alla religione. Ma è Nostro desiderio che il male da Noi deplorato abbia sollecita ed estesa riparazione appunto là dove fu commesso.
A tale uopo facciamo appello allo zelo di cui in ogni tempo Ella, Signor Cardinale, Ci ha dato nobilissima prova, e La invitiamo a procurare, che in Roma abbiano luogo solenni funzioni di riparazione per l'oltraggio teste fatto alla Divina Maestà col Congresso internazionale del libero pensiero. Non dubitiamo che i Nostri figli di Roma, opportunamente eccitati da Lei, non sieno per corrispondere al Nostro desiderio come esige la santità della loro fede, e come sembrano richiedere l'onore stesso e il buon nome della loro città.
Intanto, a pegno della Nostra particolare benevolenza, impartiamo di tutto cuore a Lei, Signor Cardinale, l'Apostolica benedizione.
Dal Vaticano il 21 Settembre 1904.
PIUS PP. X
*AAS, vol. XXXVII (1904-05), pp. 145-147.
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