PIO XII
LETTERA ENCICLICA
CENTENARIO DELLE APPARIZIONI
DELLA VERGINE MARIA A LOURDES
Il pellegrinaggio a Lourdes, che Noi abbiamo avuto la gioia di compiere recandoCi a presiedere in nome del Nostro predecessore Pio XI le solennità eucaristiche e mariane per la chiusura del giubileo della redenzione, ha lasciato nella Nostra anima profondi e dolci ricordi. Così Ci è particolarmente caro sapere che, per l'iniziativa del vescovo di Tarbes e Lourdes, la città mariana si accinge a celebrare con particolare splendore il centenario delle apparizioni della Vergine immacolata nella grotta di Massabielle e che un comitato internazionale è stato pure costituito a tale scopo, sotto la presidenza dell'eminentissimo cardinale Eugenio Tisserant, decano del sacro collegio. Insieme con voi, diletti figli e venerabili fratelli, vogliamo ringraziare Dio per l'insigne favore fatto alla vostra patria e per tante grazie largite nel corso di un secolo sulla moltitudine di pellegrini. Desideriamo parimenti invitare tutti i Nostri figli a rinvigorire, in quest'anno giubilare, la loro devozione fidente e generosa verso colei che, secondo la parola di san Pio X, si compiacque stabilire a Lourdes «la sede della sua immensa bontà».(2)
I
Ogni terra cristiana è una terra mariana; e non c'è popolo riscattato nel sangue di Cristo che non ami proclamare Maria sua patrona. Questa verità acquista un risalto singolare quando si rievoca la storia della Francia. Il culto della Madre di Dio risale alle origini della sua evangelizzazione e, tra i più antichi santuari mariani, Chartres richiama tuttora i pellegrini in gran numero e a migliaia i giovani. Il medioevo, che specialmente con san Bernardo cantò la gloria di Maria e celebrò i suoi misteri, vide l'ammirevole fioritura delle vostre cattedrali dedicate alla Madonna: Le Puy, Reims, Amiens, Parigi e tante altre. ... Esse, con le loro guglie slanciate, annunciano da lontano questa gloria dell'Immacolata, la fanno risplendere nella pura luce delle vetrate e nell'armoniosa bellezza delle statue: soprattutto attestano la fede di un popolo, che supera se stesso in uno slancio magnifico per elevare nel cielo di Francia l'ininterrotto omaggio della sua pietà mariana.
Nelle città e nelle campagne, alla sommità dei colli o dominando il mare, i santuari consacrati a Maria - umili cappelle o splendide basiliche - ricoprirono a poco a poco il paese con la loro ombra tutelare. Prìncipi e pastori, fedeli innumerevoli vi sono accorsi lungo i secoli per prostrarsi dinanzi alla Vergine santa, salutata con i titoli più espressivi della loro fiducia o della loro misericordia, del sicuro ausilio, o del buon soccorso; là il pellegrino si rifugia presso Nostra Signora della guardia, della pietà o della consolazione; altrove la sua preghiera sale verso Nostra Signora della luce, della pace, della letizia o della speranza; o ancora egli implora Nostra Signora delle virtù, dei miracoli o delle vittorie. Stupenda litania di appellativi, la cui enumerazione, giammai completa, narra di provincia in provincia i benefici che la Madre di Dio effonde, nel corso dei tempi, sulla terra di Francia.
Il secolo XIX doveva tuttavia, dopo la tormenta rivoluzionaria, essere, per molti titoli, il secolo delle predilezioni mariane. Per non citare che un solo avvenimento, chi non conosce oggi la «medaglia miracolosa»? Rivelata, nel cuore stesso della capitale francese, ad un'umile figlia di san Vincenzo de' Paoli, che Noi abbiamo avuto la gioia di iscrivere nell'albo dei santi, questa medaglia recante impressa l'immagine di «Maria concepita senza peccato», ha sparso in ogni contrada prodigi spirituali e materiali. E qualche anno più tardi, dall'11 febbraio al 16 luglio 1858, piaceva alla beata vergine Maria di manifestarsi nella terra dei Pirenei ad una fanciulla pia e pura, nata da una famiglia cristiana, laboriosa nella sua povertà. «Ella viene a Bernardetta, - dicevamo altra volta - ella ne fa la propria confidente, la collaboratrice, lo strumento della sua materna tenerezza e della misericordiosa onnipotenza del suo Figlio, per restaurare il mondo in Cristo mediante un nuovo e incomparabile effondersi della redenzione».(3)
Gli avvenimenti che si svolsero allora a Lourdes, e di cui meglio si valutano, oggi, le spirituali proporzioni, vi sono ben noti. Sapete, diletti figli e venerabili fratelli, in quali condizioni impressionanti nonostante scherni, dubbi e opposizioni, la voce di questa fanciulla, messaggera dell'Immacolata, si è imposta al mondo. Conoscete la fermezza e purezza della sua testimonianza, provata con sapienza dall'autorità episcopale e da questa sancita sin dal 1862. Già le moltitudini erano accorse, e non hanno cessato, poi, di affluire alla grotta delle apparizioni, alla sorgente miracolosa, nel santuario sorto su richiesta di Maria. È la commovente teoria degli umili, dei malati e degli afflitti: è l'imponente pellegrinaggio di migliaia di fedeli di una diocesi o di una nazione; è il tiepido assenso di un'anima tormentata che cerca la verità... «Giammai - abbiamo pure detto - in un angolo della terra si è visto simile corteo di sofferenza, giammai un eguale irradiarsi di pace, di serenità, di gioia».(4) E non mai, potremmo aggiungere, si conoscerà il numero di benefici che il mondo deve alla Vergine soccorritrice! «O grotta beata, onorata dalla presenza della Madre di Dio! Roccia degna di venerazione, dalla quale sono scaturite con abbondanza le acque vivificatrici!».(5)
Questi cent'anni di culto mariano, del resto, hanno in qualche modo intrecciato tra la sede di Pietro e il santuario dei Pirenei saldi vincoli, che Ci piace ricordare. Non è stata forse la stessa Vergine a desiderare tali relazioni? «Ciò che a Roma il sommo pontefice definiva con il suo infallibile magistero, la vergine immacolata Madre di Dio, benedetta tra tutte le donne, volle, come sembra, confermare con le sue labbra, quando poco dopo si manifestò con una celebre apparizione alla grotta di Massabielle ... ».(6) Certamente la parola infallibile del romano pontefice, interprete autentico della verità rivelata, non aveva bisogno di alcuna conferma celeste per avvalorare la fede dei credenti. Ma con quale commozione e gratitudine il popolo cristiano e i suoi pastori appresero dalle labbra di Bernardetta la risposta venuta dal cielo: «Io sono l'Immacolata Concezione»!
Pertanto non fa meraviglia che i Nostri predecessori si siano compiaciuti di moltiplicare i privilegi al santuario. Sin dal 1869, Pio IX, di santa memoria, si rallegrava perché gli ostacoli suscitati contro Lourdes dalla nequizia degli uomini avessero consentito di «manifestare con più forza e evidenza la chiarezza dell'avvenimento».(7) Forte di tale certezza, egli arricchisce di benefici spirituali la chiesa allora costruita e fa coronare la statua di Nostra Signora di Lourdes. Leone XIII, nel 1892, concede l'ufficio proprio e la messa della festa «in apparitione beatae Mariae virginis immaculatae», che il suo successore estenderà alla chiesa universale; l'antico invito della sacra Scrittura avrà, d'ora innanzi, nuova applicazione: «Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! O mia colomba che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi».(8) Verso la fine della sua vita, il grande pontefice volle inaugurare e benedire egli stesso la riproduzione della grotta di Massabielle eretta nei Giardini Vaticani e, nello stesso tempo, la sua voce si elevava verso la Vergine di Lourdes con una preghiera ardente e fiduciosa: «Nella sua potenza la Vergine Madre, che altre volte cooperò con il suo amore alla nascita dei fedeli nella chiesa, sia ancora oggi lo strumento e la custode della nostra salvezza; ... che ella dia la tranquillità della pace agli spiriti angosciati, che affretti infine, nella vita privata come nella vita pubblica, il ritorno a Gesù Cristo».(9)
Il cinquantenario della definizione dogmatica dell'immacolata concezione della Vergine santissima offrì a san Pio X l'opportunità di attestare, in un documento solenne, il nesso storico tra questo atto del magistero e l'apparizione di Lourdes: «Appena Pio IX aveva definito verità di fede cattolica che Maria fu sin dall'origine esente dal peccato, la Vergine stessa cominciò a operare meraviglie in Lourdes».(10) Poco dopo, egli crea il titolo episcopale di Lourdes, unito a quello di Tarbes, e firma l'introduzione della causa di beatificazione di Bernardetta. Ma soprattutto toccava a questo grande papa dell'eucaristia di porre in risalto e favorire l'ammirevole armonia che esiste a Lourdes tra il culto eucaristico e la preghiera mariana: «La pietà verso la Madre di Dio, egli osserva, vi fa fiorire una straordinaria e ardente devozione verso nostro Signore».(11) Poteva, d'altronde, essere diversamente? Tutto in Maria ci porta verso il suo Figlio, unico salvatore, in previsione dei cui meriti ella fu immacolata e piena di grazia; tutto in Maria ci innalza alla lode dell'adorabile Trinità e beata fu Bernardetta, la quale, mentre recitava il rosario davanti alla grotta, apprese dalle labbra e dallo sguardo della Vergine santa a rendere gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo! Perciò Noi siamo lieti, in questo centenario, di associarci al seguente omaggio reso da san Pio X: «La gloria unica del santuario di Lourdes sta nel fatto che i popoli vi sono, da ogni parte, chiamati da Maria all'adorazione di Cristo Gesù nell'augusto sacramento, di modo che quel santuario, insieme centro di devozione mariana e trono del mistero eucaristico, sembra superare, in gloria, tutti gli altri del mondo cattolico».(12)
Benedetto XV volle arricchire il santuario, già colmo di favori, di nuove e preziose indulgenze e, se le tragiche circostanze del suo pontificato non gli permisero di moltiplicare gli atti pubblici del suo ossequio, volle nondimeno onorare la città mariana accordando al suo vescovo il privilegio del pallio nella sede delle apparizioni. Pio XI - che era già stato pellegrino a Lourdes - proseguì l'opera ed ebbe la gioia di elevare agli onori degli altari la privilegiata della Vergine, divenuta suor Maria Bernarda nella Congregazione della carità e dell'istruzione cristiana. Non veniva così a confermare, in un certo senso, la promessa fatta dall'Immacolata alla giovane Bernardetta, «che sarebbe stata felice non in questo mondo, ma nell'altro»? Ora è Nevers, che, onorata di conservare la preziosa urna, richiama in gran numero i pellegrini di Lourdes, desiderosi di imparare presso la santa ad accogliere come si conviene il messaggio della Madonna. Più tardi l'illustre pontefice, che aveva poco prima onorato, sull'esempio dei suoi predecessori, con una legazione, le feste anniversarie delle apparizioni, decideva di chiudere il giubileo della redenzione alla grotta di Massabielle, là dove, secondo le sue stesse parole, «l'immacolata vergine Maria si mostrò più volte alla beata Bernardetta Soubirous, esortando con bontà tutti gli uomini alla penitenza, nel luogo stesso della meravigliosa apparizione, che essa ricolmò di grazie e di prodigi».(13) In verità, concludeva Pio XI, questo santuario «passa ora a giusto titolo per uno dei principali santuari mariani del mondo».(14)
A questo unanime concerto di lodi, come non avremmo unita la Nostra voce? L'abbiamo fatto specialmente nella Nostra enciclica Fulgens corona, ricordando, sulle orme dei Nostri predecessori che «la beata vergine Maria stessa sembra abbia voluto confermare, con un prodigio, la definizione che il vicario del suo divin Figlio in terra aveva proclamata, con il plauso dell'intera chiesa».(15) E Noi ricordavamo, in tale circostanza, come i romani pontefici, riconoscendo l'importanza della peregrinazione, non avevano cessato di «arricchirla di favori spirituali e degli attestati della loro benevolenza».(16) La storia di questi cento anni, che abbiamo rievocato a grandi linee, non è invero una costante illustrazione della segnalata benevolenza dei pontefici, la cui ultima espressione fu la chiusura a Lourdes dell'anno centenario del dogma dell'immacolata concezione? Ma Noi desideriamo, diletti figli e venerabili fratelli, ricordare specialmente un documento, con il quale Ci piace di incoraggiare il diffondersi di un apostolato missionario nella vostra cara patria. Ci fu caro perciò di rifarci ai «meriti singolari che nel corso dei secoli la Francia si è acquistata nel progresso della fede cattolica», e a tal proposito Noi rivolgevamo «la mente e il cuore verso Lourdes, dove, quattro anni dopo la definizione del dogma, la Vergine immacolata stessa sigillò spontaneamente, con le apparizioni, i colloqui e i miracoli, la dichiarazione del maestro supremo».(17)
Anche oggi Ci rivolgiamo verso il celebre santuario, che si prepara a ricevere sulle rive del Gave l'ingente numero dei pellegrini del centenario. Se da un secolo, ardenti suppliche pubbliche e private vi hanno ottenuto da Dio, per l'intercessione di Maria, tante grazie di guarigioni e di conversioni, Noi abbiamo salda fiducia che in quest'anno giubilare la Madonna vorrà ancora rispondere con larghezza all'attesa dei suoi figli. ma abbiamo soprattutto la convinzione che ella ci esorta a raccogliere le lezioni spirituali delle apparizioni, e ad impegnarci sulla via così chiaramente da lei indicataci.
II
Queste lezioni, eco fedele del messaggio evangelico, concorrono a porre in risalto, in maniera impressionante, il contrasto tra i disegni di Dio e la vana sapienza del mondo. La Vergine immacolata, mai sfiorata dal peccato, si manifesta a una fanciulla innocente, in una società, che non ha affatto coscienza dei mali che la divorano, che copre le sue miserie e le sue ingiustizie con apparenze di prosperità, di splendore e di spensieratezza. In materna comprensione, ella volge uno sguardo su questo mondo riscattato dal sangue del Figlio suo, dove, purtroppo, il peccato ogni giorno accumula tante stragi, ed ella, per tre volte, lancia il suo vibrante richiamo: «Penitenza, penitenza, penitenza!». Chiede inoltre atti significativi: «Andate a baciare la terra in penitenza per i peccatori». E agli atti occorre aggiungere la preghiera: Pregherete Dio per i peccatori». Come al tempo di Giovanni Battista, come all'inizio del ministero di Gesù, lo stesso invito, forte e perentorio, indica agli uomini la via del ritorno a Dio: «Pentitevi» (Mt 3, 2; 4,17). Chi oserebbe dire che questo appello alla conversione del cuore abbia perduto nei giorni nostri qualche cosa della sua efficacia?
E la Madre di Dio potrebbe forse avvicinarsi ai suoi figli se non quale messaggera di perdono e di speranza? Già l'acqua scorre ai suoi piedi: «O voi tutti che siete assetati, venite alle acque e attingerete dal Signore la salvezza»,(18) a questa sorgente, dove Bernardetta per prima è andata docilmente a bere e a lavarsi, affluiranno tutte le miserie dell'anima e del corpo. «Ci sono andato, mi sono lavato e ho visto» (Gv 9,11) potrà rispondere ora, con il cieco del vangelo, il pellegrino riconoscente. Ma, come per le folle che si stringevano intorno a Gesù, la guarigione delle piaghe fisiche ripete, insieme con un gesto di misericordia, il segno del potere che ha il Figlio dell'Uomo di rimettere i peccati (cf. Mc 2,10). Presso la grotta benedetta, in nome del suo Figlio divino, la Vergine ci chiama alla conversione del cuore e alla speranza del perdono. L'ascolteremo?
La vera grandezza del prossimo anno giubilare sta in questa umile risposta dell'uomo che si riconosce peccatore. Quali benefici per la chiesa potremmo attenderci qualora ciascun pellegrino di Lourdes - come ogni cristiano unito spiritualmente alle celebrazioni centenarie - attuasse quest'opera di santificazione prima di tutto in se stesso, «non in parole e con la lingua, ma in opere e in verità!» (1 Gv 3,18). Ogni cosa, del resto, ivi lo proclama, giacché forse in nessun luogo più che a Lourdes ci si sente portati alla preghiera, all'oblio di sé, alla carità. Nell'osservare la dedizione dei barellieri e la pace serena dei malati, nel rilevare la fraternità che unisce alla medesima invocazione fedeli di ogni provenienza, nell'osservare la spontaneità dell'aiuto scambievole e il fervore senza affettazione dei pellegrini genuflessi davanti alla grotta, i migliori sono attratti verso una vita più integralmente offerta al servizio di Dio e dei loro fratelli; i meno fervorosi diventano consapevoli della loro tiepidezza e ritrovano il cammino della preghiera; i peccatori più induriti e gli stessi increduli sono spesso toccati dalla grazia, o almeno, se sono sinceri, non restano insensibili alla testimonianza di questa «moltitudine di credenti che hanno un solo cuore e un'anima sola» (At 4,32).
Tuttavia un'esperienza di pochi giorni di pellegrinaggio generalmente non basta, da sola, per imprimere nell'anima con caratteri incancellabili l'invito di Maria a una vera conversione spirituale. Perciò Noi esortiamo i pastori delle diocesi e tutti i sacerdoti a gareggiare nello zelo affinché i pellegrinaggi del centenario siano preparati, effettuati e soprattutto seguìti nella maniera il più possibile propizia a una profonda e duratura azione della grazia. Ritorno all'assidua frequenza dei sacramenti, rispetto della morale cristiana in tutta la vita, impegno nelle file dell'Azione cattolica e delle diverse opere raccomandate dalla chiesa: solo così l'importante previsto movimento di folle verso Lourdes, nell'anno 1958, porterà, secondo l'aspettativa della stessa Vergine immacolata, quei frutti di salvezza di cui l'umanità oggi ha tanto bisogno.
Ma la sola conversione individuale del pellegrino, sebbene sia la cosa principale, non sarebbe sufficiente. In questo anno giubilare Noi vi esortiamo, diletti figli e venerabili fratelli, a suscitare tra i fedeli affidati alle vostre cure uno slancio collettivo di rinnovamento cristiano della società, in risposta all'appello di Maria. Già Pio XI in occasione delle feste mariane del giubileo della redenzione implorava «che gli spiriti accecati... siano illuminati dalla luce della verità e della giustizia; che gli smarriti nell'errore siano ricondotti sul retto cammino, che una giusta libertà sia accordata dovunque alla chiesa, e che un'èra di concorde e vera prosperità sorga per tutti i popoli».(19)
Ora il mondo, che ai nostri giorni offre tanti giusti motivi di legittimo orgoglio e di sicurezza, conosce anche una terribile tentazione di materialismo, frequentemente denunciata dai Nostri predecessori e da Noi stessi. Questo materialismo non si trova solamente nella condannata filosofia che regge la politica e l'economia di una parte dell'umanità; esso imperversa pure nell'amore al denaro, le cui rovine si allargano secondo le dimensioni delle moderne intraprese, e che purtroppo è lo stimolo determinante di tante deliberazioni che pesano sulla vita dei popoli; si esprime nel culto del corpo, nell'eccessiva ricerca dei comodi e nel rifuggire da ogni austerità di vita; spinge al disprezzo della vita umana fino a distruggerla prima che abbia visto la luce; si manifesta nella ricerca sfrenata del piacere, che si esibisce senza pudore e tenta anche di sedurre, con le letture e gli spettacoli, le anime ancora pure; si palesa nel disinteresse per il fratello, nell'egoismo che lo opprime, nell'ingiustizia che lo priva dei suoi diritti; in una parola, in quel concetto della vita che tutto regola solo in funzione della prosperità materiale e delle soddisfazioni terrene. «Anima mia, diceva un ricco, tu hai messo da parte una quantità di beni per moltissimi anni: riposati; mangia, bevi, dàtti bel tempo. Ma Dio gli disse: Stolto, in questa stessa notte ti sarà richiesta l'anima tua» (Lc 12,19-20).
A una società che, nella vita pubblica, sovente contesta i diritti supremi di Dio; che vorrebbe guadagnare l'universo a prezzo della sua anima precipitando così verso la propria rovina, la Madre santissima ha lanciato un grido di allarme. Docili al suo richiamo, i sacerdoti siano coraggiosi nel predicare a tutti senza timore le grandi verità della salvezza. Non vi è infatti durevole rinnovamento se non è fondato sugli intangibili principi della fede, e spetta ai sacerdoti di formare la coscienza del popolo cristiano. Come l'Immacolata, che, mossa a pietà delle nostre miserie e chiaramente conoscendo i nostri veri bisogni, viene agli uomini per ricordare loro i gradi essenziali e austeri della conversione religiosa, così i ministri della parola di Dio debbono, con soprannaturale fermezza, indicare alle anime lo stretto cammino che porta alla vita (cf. Mt 7,14). Lo faranno senza dimenticare lo spirito di dolcezza e di pazienza a cui debbono risalire (cf. Lc 9,55), ma senza nascondere nulla delle esigenze dell'evangelo. Alla scuola di Maria essi impareranno a non vivere che per dare Gesù al mondo, ma, se pur occorre, anche ad attendere con fede l'ora di Gesù e a restare ai piedi della croce.
Accanto ai propri sacerdoti, i fedeli devono collaborare in quest'ardore di rinnovamento. Chi dunque non potrà fare ancora di più per la causa di Dio, là dove la Provvidenza lo ha collocato? Il Nostro pensiero si volge dapprima alla moltitudine di anime consacrate, che, nella chiesa, attendono a innumerevoli opere di bene. I loro voti religiosi le impegnano più di altri a lottare vittoriosamente, sotto l'egida di Maria, contro il dilagare nel mondo delle smodate cupidigie di indipendenza, di ricchezza e di godimenti; perciò, alla voce dell'Immacolata, esse si opporranno all'offensiva del male con le armi della preghiera e della penitenza e con le vittorie della carità. Il Nostro pensiero va, del pari, alle famiglie cristiane, per scongiurarle di rimanere fedeli alla loro insostituibile missione nella società. Si consacrino esse, in questo anno giubilare, al cuore immacolato di Maria! Tale atto di fede sarà per gli sposi un aiuto spirituale prezioso per l'adempimento dei doveri della castità e della fedeltà coniugali; manterrà nella sua purezza l'aura del focolare in cui crescono i piccoli; più ancora, farà della famiglia, rinfrancata dalla devozione mariana, una cellula vivente per la trasformazione sociale e per la conquista apostolica. Senza dubbio, al di là della cerchia familiare, i rapporti professionali e civili presentano ai cristiani, ansiosi di lavorare per il rinnovamento della società, un vasto campo di azione. Adunati ai piedi della Vergine santa, pronti alle sue esortazioni, dapprima essi considereranno se medesimi con occhio esigente per sradicare dalla propria coscienza i falsi giudizi e le reazioni egoistiche, paventando la menzogna di un amore di Dio che non si traduca in amore effettivo per i propri fratelli (cf. 1 Gv 4,20). Cercheranno poi, cristiani di ogni classe e di tutte le nazioni, di convergere tutti nella verità e nella carità, di dissipare incomprensioni e sospetti. Sicuramente, il peso delle strutture sociali e delle pressioni economiche che grava sulla buona volontà degli uomini è enorme e spesso la paralizza. Ma, se è vero, come i Nostri predecessori e Noi stessi abbiamo insistentemente sottolineato, che la questione della pace sociale e politica nell'uomo è prima di tutto una questione morale, nessuna riforma è fruttuosa, nessun accordo è stabile senza un mutamento e una purificazione dei cuori. La Vergine di Lourdes, in questo anno giubilare, lo ricorda a tutti.
Ora, se Maria, nella sua sollecitudine materna, si rivolge con speciale predilezione verso alcuni suoi figli, non è forse verso gli umili, i poveri e i malati, coloro che Gesù ha tanto amato? «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e stanchi, e io vi ristorerò» (Mt 11,28) sembra che ella ripeta col suo divin Figlio. Andate a lei, voi, che, senza alcuna difesa dai rigori della vita e dall'indifferenza degli uomini, siete oppressi dalla miseria materiale; andate a lei, voi che siete colpiti dai dolori e dalle prove morali; andate a lei, cari malati e infermi, che a Lourdes siete ricevuti e onorati quali membra sofferenti di nostro Signore; andate a lei e abbiate la pace del cuore, la forza per il dovere quotidiano, la gioia del sacrificio bene offerto. La Vergine immacolata, che conosce i segreti sentieri della grazia nelle anime e il lavorìo silenzioso di questo lievito soprannaturale del mondo, sa quale valore hanno agli occhi di Dio le vostre sofferenze unite a quelle del Salvatore. Esse possono notevolmente giovare, non ne dubitiamo, a quel rinnovamento cristiano della società, che Noi imploriamo da Dio grazie alla potente intercessione della Madre sua. Voglia poi Maria, ascoltando la preghiera dei malati, degli umili, di tutti i pellegrini di Lourdes, volgere il suo occhio materno a coloro che si trovano tuttora fuori dell'ovile della chiesa, per raccoglierli nell'unità! Guardi benigna quanti vanno alla ricerca e sono assetati di verità, per condurli alla sorgente delle acque vive! Vivifichi infine, con la sua tenerezza, gli immensi continenti e i vasti agglomerati umani dove Cristo Signore è purtroppo così poco conosciuto e amato; e ottenga alla chiesa la libertà e la gioia di rispondere in ogni dove, sempre giovane, santa e apostolica, all'attesa degli uomini!
«Volete avere la bontà di venire ...», diceva la Vergine santa a Bernardetta. Questo invito affabile, che non comanda, che si rivolge al cuore e sollecita con delicatezza una risposta libera e generosa, è nuovamente proposto dalla Madre di Dio ai suoi figli di Francia e del mondo. Senza imporsi, ella insiste a che essi riformino se medesimi e si adoperino, con tutte le forze, alla salvezza del mondo. I cristiani non rimarranno inerti a tale richiamo; andranno a Maria. A ciascuno di essi, al termine di questa lettera, Noi vorremmo dire con san Bernardo: «Nei pericoli, nelle angustie, nelle incertezze, pensa a Maria, invoca Maria. ... Seguendo lei non ti smarrisci, pregando lei non ti disperi, pensando a lei non sbagli. Se lei ti tiene, non cadi; se lei ti protegge, non temi; se lei ti guida, non ti stanchi; se lei ti dà il suo favore, tu arrivi al tuo fine ...».(20)
Noi abbiamo fiducia, diletti figli e venerabili fratelli, che Maria esaudirà la vostra e la Nostra preghiera. Glielo chiediamo in questa festa della Visitazione, tanto opportuna per celebrare colei che si degnò, or è un secolo, di visitare la terra di Francia. Invitandovi a cantare a Dio, insieme con la Vergine immacolata, il "Magnificat" della vostra riconoscenza, Noi invochiamo su di voi, su tutti coloro che hanno la responsabilità delle celebrazioni del centenario, la più larga effusione di grazie, in pegno delle quali vi impartiamo, dal profondo del cuore, con costante e paterna benevolenza, la benedizione apostolica.
Roma, presso San Pietro, nella festa della Visitazione di Maria santissima, 2 luglio dell'anno 1957, XIX del Nostro pontificato.
PIUS XII
(1) PIUS XII, Epist. enc. Le pèlerinage de Lourdes primo exeunte saeculo ex quo Immaculata Virgo Maria in Lapurdensi specu se conspiciendam dedit, [À nos très chers Fils le Cardinal Achille Liénart, Évêque de Lille, le Cardinal Pierre Gerlier, Archévêque de Lyon, le Cardinal Clément Roques, Archévêque de Rennes, le Cardinal Maurice Feltin, Archévêque de Paris, le Cardinal Géorges Grente, Archévêque-Évêque du Mans, et à tous nos vénérables Frères les Archévêques et les Évêques de France, en paix et communion avec le Siège Apostolique], le 2 Juillet 1957: AAS 49(1957), pp. 605-619.
Memoria degli avvenimenti a un secolo dall'apparizione della Vergine. Atti e documenti dei pontefici. Rinnovare il fervore religioso in occasione delle celebrazioni centenarie. Rinnovamento cristiano della società in risposta all'appello di Maria.
(2) Lettre du 12 juillet 1914: AAS 6(1914), p. 376.
(3) Discours du 28 avril 1935 à Lourdes: E. card. PACELLI, Discorsi e panegirici, Vaticano ²1956, p. 435.
(5) Office de la fête des Apparitions, Hymne de II Vêpres.
(6) Décret de Tuto pour la Canonisation de S.te Bernadette, 2 juillet 1933: AAS 25(1933), p. 377.
(7) Lettre du 4 septembre 1869 à Henri Lasserre: Archivio Seereto Vaticano, Ep. lat., an. 1869, n. 388, f. 695.
(8) Ct 2,13-14. Graduel de la Messe de la fête des Apparitions.
(9) Bref du 8 septembre 1901: Acta Leonis XIII, vol. 21, pp. 159-160.
(10) Lettre encyclique Ad diem illum, 2 février 1904: Acta Pii X, vol, 1, p. 149; EE 4/18.
(11) Lettre du 12 juillet 1914: AAS 6(1914), p. 377.
(12) Bref du 25 avril 1911: Arch. Brev. Ap., Pius X, an. 1911, Div. Lib. IX, pars I, f. 337.
( 13) Bref du 11 janvier 1933: Arch. Brev. Ap., Pius XI, Ind. Perpet. f.128.(15) Lettre encyclique Fulgens corona, 8 septembre 1953: AAS 45(1963), p 578; EE 6/946.
(17) Constitution apostolique Omnium Ecclesiarum, 15 août 1954, p. 567.
(18) Office de la fête des Apparitions, 1er Répons du III Noct.
(19) Lettre du 10 janvier 1935: AAS 27(1935), p. 7.
(20) S. BERNARDUS, Hom. II super "Missus est": PL 183, 70-71; Opere di San Bernardo, ediz. bilingue, Città Nuova, Roma 1990, vol. II, p. 90(11-17).
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