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LETTERA DI SUA SANTITÀ PIO XII
AL SIGNOR CARDINALE
FRANCESCO MARCHETTI-SELVAGGIANI,
VESCOVO SUBURBICARIO DI FRASCATI,
VICARIO GENERALE IN ROMA.*

 

Signor Cardinale,

Nel triste indugiare di una guerra che affligge e tiene paurosamente sospesa la vita dei popoli, mentre non cessiamo di far Nostra l'angoscia di tanti diletti figli, costretti a lottare col pericolo, con la fame, con la morte, più ancora deve gemere il Nostro cuore di Padre per il cumulo di rovine morali che tanta calamità va ogni dì più addensando in mezzo alla famiglia cristiana, sospingendo i deboli nella Fede alla più deplorevole incoscienza religiosa coll'oblio dei più sacri doveri.

Che se da una parte la stessa moltitudine e gravità dei mali, onde la guerra è feconda, suscita commoventi spettacoli di virtù e di eroismo e mette in magnifica evidenza la inesauribile vitalità del Vangelo, dobbiamo d'altra parte amaramente osservare come cada invano per molti la voce delle pubbliche sciagure che ammonisce a ravvedimento e addita in Gesù Cristo e nella sua Legge la Via unica della salvezza e della pace per l'uomo e per le nazioni.

Profondamente compresi di uno stato di cose che tanto preme sulla Nostra responsabilità nei riguardi delle anime e Ci fa consapevoli di rovine immensamente più gravi delle materiali e terrene, Noi consideriamo urgente dovere della Nostra universale paternità far giungere a tutti i Nostri figli la voce ammonitrice del Pastore che richiama gli erranti. E mentre in tanto luttuoso sconvolgimento di uomini e di cose siamo grati a Dio del bene che suscita dal male, per l'opera di quei figli che in mille modi fanno dedizione di sè nel campo della Carità, e non cessano di attenuar dolori e di sollevare miserie, a tutti Ci preme di additare nei mali presenti il doloroso portato delle comuni colpe e, invitando a riflettere, persuadere a resipiscenza e a non lasciar passare invano l'ora di Dio.

A questo fine, e perchè la divina Giustizia sia placata e la divina Clemenza e bontà abbrevi i giorni della prova e salvi da nuove rovine e dolori quanto soggiace nel mondo al tormento di tanta guerra, è Nostro proposito che particolarmente a Roma, come nel campo più vicino del Nostro pastorale ministero e centro della Cattolicità, si succedano — in un periodo che Ella stessa fisserà come il più tempestivo alla cosa — pubbliche supplicazioni di penitenza e ordinati Corsi di Missioni, ai quali sia dato a tutti partecipare con sincerità di spirito e umiltà di cuore. Sarà un generale mistico lavacro offerto a tutte le buone volontà e a quanti, fatti saggi dalle sventure e tocchi dalla Grazia, vorranno in questo tempo ritornare al Signore per camminare in novità di vita sui sentieri della Sua Giustizia e della Sua pace.

Presenti Noi stessi in spirito a tale solenne manifestazione di pentimento e di preghiera, ad essa intendiamo inoltre partecipare di persona in quella più opportuna forma che le circostanze suggeriranno. Intanto affidiamo a Lei, Signor Cardinale, la cura di attuare nel miglior modo il Nostro disegno. E mentre non dubitiamo di avere fervorosamente consenzienti tutti i Nostri figli di Roma e molti altri ancora, a Dio stesso e alla celeste Madre lo affidiamo e raccomandiamo fin d'ora per il più felice successo. Nella piena fiducia che la divina Clemenza ci sarà a tutti larga di perdono e di Grazia, come fu già in simili frangenti ai nostri padri, umiliati nella contrizione e nella cenere, impartiamo a Lei, al Clero di Roma e ai fedeli tutti della città Eterna la confortatrice Apostolica Benedizione.

Dato a Roma presso S. Pietro, il giorno 24 Ottobre 1944, anno sesto del Nostro Pontificato.

PIUS PP. XII


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, VI,
 Sesto anno di Pontificato, 2 marzo 1944 - 1° marzo 1945, pp. 361-362
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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