LETTERA DI SUA SANTITÀ PIO XII
A SUA EMINENZA REV. MA IL SIGNOR CARDINALE
ADEODATO GIOVANNI PIAZZA, PATRIARCA DI VENEZIA,
PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EPISCOPALE
PER L'AZIONE CATTOLICA ITALIANA.*
Signor Cardinale,
Siamo lieti che nell'imminente inizio della XX Settimana Sociale dei Cattolici d'Italia, convocata in codesta Sede patriarcale. Ci sia offerta felice occasione di dare la Nostra approvazione al nuovo Statuto dell'Azione Cattolica Italiana, preparato dalla Commissione Episcopale a ciò da Noi nominata ed egregiamente da Lei presieduta; e Ci piace rilevare come tale ordinamento, se ancora suscettibile di ulteriori modificazioni che l'avvenire potrà suggerire opportune, raccolga tuttavia in forma sintetica e fissi in norme collaudate dall'esperienza una non breve tradizione di lavoro, a cui il laicato cattolico italiano, di concerto col Clero, ha consacrato immensa copia di cure e di energie, esercitando una funzione via via più determinata nel campo dell'apostolato ecclesiastico e dando alla società, gradatamente dimentica dei principi cristiani, l'impareggiabile beneficio della loro moderna illustrazione nella dottrina e della loro viva professione nella pratica.
Così che compiendo questo Nostro atto, Ci conforta il pensiero di poter degnamente riconoscere i lunghi e faticosi sforzi di quei Cattolici che, di non altro armati all'infuori di un saldo amore a Cristo e alla sua Chiesa diedero in questi ultimi tempi valido contributo alla milizia del nome cristiano e di coronare in tal guisa la diuturna e sapiente opera dei Nostri Predecessori, che all'Azione Cattolica rivolsero sempre paterna sollecitudine e fecero di essa forte e fedele strumento per la difesa della Chiesa e la diffusione dei suoi insegnamenti. Ci arride altresì la speranza che così facendo Noi apriamo all'Azione Cattolica nell'osservanza delle disposizioni concordatarie che la riguardano, un nuovo periodo di feconda operosità: chiamati i Vescovi a condividere con Noi il governo di queste crescenti schiere di fedeli desiderosi di perfezionamento spirituale e di attività sociale; nuovamente affidate a dirigenti laici, opportunamente scelti, proprie e responsabili funzioni esecutive; impegnato il Clero ad autorevole e ben distribuita missione di assistenza spirituale e morale; perfezionati 'gli organi direttivi dei vari gradi dell'intera organizzazione; aperta la possibilità di espansione con la creazione di nuove opere e l'adesione di nuove istituzioni; affermata legittima l'esistenza di altre differenti associazioni cattoliche e promossa fra tutte una solidale fraterna collaborazione, Noi confidiamo che siano stabiliti quell'equilibrio e quella vitalità che devono essere propri di movimenti nati dalla carità di Cristo e agenti nella sua Chiesa, e che ancor oggi ne dimostrano la perenne fecondità.
Ma più che alla lettera di norme statutarie, complesse e delicate, si svolge ora la Nostra attenzione al significato che assume la sanzione pontificia data a tali norme, al nuovo riconoscimento e all'incoraggiamento, cioè, della collaborazione dei laici all'apostolato gerarchico, e con ciò al monito e all'invito che si rivolge a tutti i buoni cattolici, veramente coscienti dei bisogni dei tempi di dare alla professione della loro fede uno spirito operante e militante. Veda perciò il Clero nell'Azione Cattolica affermato il bisogno, reso impellente dalle condizioni della vita moderna e dalla scarsezza dei sacerdoti, di crearsi fra i laici collaboratori generosi, ed offerto il metodo ben provato per procedere alla loro formazione e alla loro organizzazione; e vedano i laici nell'Azione Cattolica uno stimolo a servire la Chiesa liberamente, ma con disciplina, e un'alta considerazione dell'opera che ogni semplice fedele pub rendere alla causa di Cristo. E vorremmo altresì che il popolo intero avesse a ravvisare nell'Azione Cattolica, non già una chiusa cerchia di persone iniziate ad esclusivi ideali, ovvero uno strumento di sterile lotta o di ambiziosa conquista, ma piuttosto un'amica schiera di cittadini che hanno fatto propria la materna intenzione della Chiesa di tutti redimere e di garantire alla società l'insostituibile e indispensabile fermento della vera civiltà.
Con queste esortazioni e con questi voti Noi benediciamo Lei, Signor Cardinale, come pure i componenti della Commissione Episcopale, gli Assistenti Ecclesiastici, i Dirigenti e soci dell'Azione Cattolica Italiana, e per essa facciamo Nostra l'invocazione del salmista al Signore : « Respice de caelo et vide, et visita vitem hanc. Et protege eam, quam plantavit dextera tua » (Ps. 79, 15-16).
Dalla Nostra Residenza di Castel Gandolfo, 11 ottobre 1946.
PIUS PP. XII
*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, VIII,
Ottavo anno di Pontificato, 2 marzo 1946 - 1° marzo 1947, pp. 467-469
Tipografia Poliglotta Vaticana
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