DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
NEL 75° DEL CIRCOLO DI SAN PIETRO*
Sala Clementina - Domenica, 23 luglio 1944
Mentre inenarrabili sollecitudini ed angustie, che gli anni di guerra hanno l'uno dopo l'altro accumulate, gravano sull'animo Nostro, la vostra presenza, Signori Cardinali, Venerabili Presuli, e voi tutti, diletti figli e figlie, qui riuniti col vostro zelantissimo Presidente e il vostro fervido Assistente Ecclesiastico, nel settantacinquesimo anniversario della fondazione del vostro Circolo, è per Noi fonte di confortante e santa letizia. Settantacinque anni di vita! Quante nobili imprese suscitate dalla più ardente fede! Quante opere di misericordia corporale e spirituale, nate dal fervore dell'apostolato! Quante prove di devozione e di attaccamento alla Santa Sede la storia della vostra istituzione ha in questi anni registrate!
Il Circolo di S. Pietro può andare santamente altero di un glorioso passato, nel cui libro d'oro alla prima pagina è scritta con caratteri indelebili, quasi compendio e sigillo delle sue benemerenze verso la Chiesa e il Papato, la virile e costante azione per la causa cattolica.
Un segno caratteristico dello spirito, onde debbono essere animate le vostre file, è infatti la « Professione di Fede », che i Soci attivi emettono subito dopo la loro ammissione, e nella quale è ripetutamente inculcata la confessione della fede cattolica. « Prometto solennemente » vi si dichiara « di professare e praticare con franchezza e coraggio la Religione cattolica ». Il nuovo Socio fa suo proprio, con la coscienza e il senso di responsabilità dell'uomo maturo, ciò che nel Sacramento della Confermazione fu significato dal segno di Croce tracciato sulla sua fronte, di « non vergognarsi di confessare la fede di Cristo e di disprezzare per la sua difesa tutti i riguardi umani ». Inoltre il giovane campione nella schiera adunata sotto il vessillo di Pietro promette particolarmente « di difendere ad ogni opportunità e senza umano riguardo i diritti » del Vicario di Cristo e Capo supremo della Chiesa e « di adoperarsi a ravvivare negli altri il rispetto e la sommessione a lui dovuta ».
Ma quel che giustamente costituisce il vostro vanto è soprattutto il fatto che i vostri maggiori, — come oggi voi stessi, — furono in ogni tempo fedeli alla loro insegna e alla loro promessa. Quando, in giorni ormai lontani, si combattè nelle vie di Roma intorno alla salma di un venerato Pontefice, gli uomini e i giovani del vostro Sodalizio erano là, — simbolo ed espressione inconfondibile di tutta la vostra attitudine nel punto più esposto. E sempre, allorchè si è trattato nella città eterna di propugnare i diritti di Dio, la libertà della Chiesa, la dignità e la indipendenza del suo Capo visibile, le tradizioni cristiane dell'Urbe, voi siete stati, vigili scolte, al posto di onore e in prima linea.
Eppure quali erano le condizioni religiose e sociali agli inizi del Circolo di S. Pietro, negli anni in cui i suoi fondatori e i primi Soci gli guadagnavano rispetto e ne rendevano manifesta la vigorosa fermezza contro opposizioni e difficoltà, il cui superamento richiedeva notevole coraggio e abnegazione? Erano tempi di alta tensione in tutta la vita pubblica. Ma anche tempi che non preparavano né presagivano alla Chiesa visibili trionfi. Al contrario! Il Papato dovette allora sopportare durissime prove. Secondo i calcoli puramente umani, in quelle circostanze erano da attendersi non già vittorie, bensì soltanto sacrifici, e per lungo tempo. I Soci del vostro Circolo ne avevano piena consapevolezza, ma poichè erano mossi da sentimenti di viva fede, e non da mire e pensieri terreni, un tale stato di cose non faceva che accrescere la saldezza dei loro propositi e la fiamma del loro zelo. Intanto però non solo la visione soprannaturale, ma anche la stessa considerazione meramente storica dei grandi avvenimenti, di cui fu ricco il tempo che seguì, hanno giustificato interamente l'azione loro. Possa la magnanimità, con la quale essi in gravi momenti rimasero strettamente uniti a Pietro e ai suoi Successori, essere sempre la luce, il modello e la legge scritta nel cuore dei membri del vostro Circolo!
Se Noi ora volgiamo lo sguardo alle opere di apostolato e di carità, a cui voi, diletti figli, — Soci veterani e giovani ardimentosi —, e voi, dilette figlie, — Dame dalla gentile e provvida mano, Religiose preste e pronte ad ogni olocausto, — consacrate la vostra dedizione infaticabile, sempre crescente secondo che aumentano le miserie da soccorrere, miserie del corpo, miserie dell'anima, miserie del cuore; Noi vediamo che il vostro triplice ideale: preghiera, azione, sacrificio, la cui suprema manifestazione è la carità vivente della vita di Cristo ed esplicantesi sotto la ispirazione e la guida materna della Chiesa, è stato veramente il vostro titolo di nobiltà e il vostro programma.
Un programma? Più e meglio che un programma, è la storia di un passato magnifico di tre quarti di secolo; è nel presente il quadro della vostra intensa attività caritativa; storia e quadro che non vogliono essere se non l'annunzio e il pegno di un futuro ancor più bello e fecondo.
Sorto in un'epoca, in cui la passione di Cristo si rinnovellava, una volta di più dopo tante altre, nella persona del suo Vicario, il vostro Sodalizio ha avuto il suo nascimento dalla carità divina nelle sue effusioni più alte e delicate e si è sviluppato nell'amore di Cristo e della Chiesa. Ma quando la carità empie il cuore, necessariamente trabocca; come un torrente che travolge gli ostacoli; come un fiume, che inonda e feconda la pianura; come un lago dalle acque tranquille, il cui profluvio si riversa dolcemente verso il basso, nelle più piccole fenditure della rupe per penetrarvi, nelle più lievi depressioni del suolo per invaderle; così nessuna miseria, nessuna indigenza sfuggiva alla oculata vigilanza del gruppo allora nascente, nessuna barriera arrestava il suo slancio, nessuna forma di bene gli era estranea.
Durante settantacinque anni, il progresso è continuato senza interruzioni, senza crisi, senza incertezze, senza rallentamenti, perché la fonte inesauribile di questa carità è nel cuore stesso di Dio. In tutto questo tempo, tanti nomi hanno lasciato nella storia del vostro Sodalizio la loro traccia luminosa, e nel vostro e nel Nostro cuore tanti cari ricordi!
Delle molteplici opere vostre voi avete avuto il felice pensiero di darCi una vivente immagine, e quasi una sintesi, conducendo qui con voi e con le vostre instancabili collaboratrici le rappresentanze dei vostri beneficati e delle vostre beneficate : giovanette che trovano nei vostri asili, più che un rifugio, una seconda famiglia; giovani che l'Oratorio forma per assicurare alla società un avvenire migliore; membra sofferenti di Cristo, alle quali voi procurate nei vari quartieri della Città vitto ed alloggio. Questi fratelli carissimi formano la vostra grande famiglia, e son pure i figli, che Cristo Ci ha affidati e che Noi con paterno affetto abbracciamo, e con essi tutti quelli ai quali voi prodigate la vostra opera d'indefessa carità cristiana.
Così voi avete fatto vostro il bel detto di un fervente cristiano e grande benefattore della umanità, Pasteur: « En fait de bien à répandre, le devoir ne cesse que là où le pouvoir manque »: In materia di bene da diffondere, il dovere non cessa che là ove manca il potere. Con che cuore il Circolo di S. Pietro da settantacinque anni assume e compie un così nobile ufficio! Esso contempla le angustie di tanta parte del popolo, e vedendole sotto gli aspetti più diversi, varia parimenti, per estenderla a tutti, le industrie della sua carità, e scorgendo in alcuni tempi quelle miserie crescere e salire come la marea nei giorni di gran flusso, attinge dall'amore nuove forze per rimuovere e allontanare da sé sempre più i limiti ove verrebbe a cessare il suo potere, senza mai voler ammettere di averli raggiunti. In ore gravi — come quelle in cui noi stessi viviamo — molti infelici, che hanno conosciuto l'agiatezza, forse anche l'opulenza, errano oggi senza casa né tetto, torturati dalla fame, umiliati di mostrare nei loro stessi cenci le vestigia tristemente ironiche del loro antico splendore. Si legge nel loro sguardo, più che non si senta sul loro labbro, il doloroso Salvum me fac del Salmista: « Salvami, o Dio, perché mi arriva l'acqua sino all'anima. Mi trovo immerso in un profondo pantano senza punto di appoggio; sono sceso in fondo all'acqua e la corrente mi travolge. Sono stanco di chiamare, ho secca la gola; ho consunti gli occhi in attesa del mio Dio » (Ps. 68, 1-4).
La mano di Dio si fa visibile in voi, diletti figli e figlie; mediante il vostro ministero caritatevole essa assicura agli sventurati la tavola delle cucine economiche, e a un buon numero anche la mensa di famiglia, il letto dei vostri dormitori, i vestiti della vostra Guardaroba. Testimoni superficiali amano di rendere a tutte queste squisite forme di assistenza l'omaggio della loro ammirazione; e ben a ragione. Tuttavia essi non ne afferrano il lato più ammirevole, non ne scrutano e non ne comprendono l'elemento più prezioso.
Ma voi anche in queste opere, chiamate di misericordia corporale a causa del loro oggetto immediato, mirate più in alto dell'aiuto materiale; voi destate, per saziarla, la fame dell'anima, e Dio sa di quanto vantaggio spirituale già sono e sempre più saranno le Messe domenicali, le predicazioni e i ritiri da voi istituiti.
Ancor più durevole e profondo è il bene che si compie silenziosamente nei cuori delle fanciulle e dei bambini in quelle case di famiglia, in quelle cure di aria e di sole, vere oasi di purezza, di pietà, di pace e di gioia, soggiorni d'igiene fisica e morale, ove i corpi, gli spiriti, i cuori si fanno più alacri e forti, e donde tante giovani, impiegate e lavoratrici, escono, per andar là ove il dovere le chiama, rese per quanto è possibile immuni dal contagio e portando seco, per comunicarla agli altri, un'atmosfera di sanità e di vigore.
Che dire poi delle opere, con le quali il vostro Circolo esercita discretamente, ma efficacemente, la sua influenza diretta sulle anime? È l'insegnamento, la penetrazione della dottrina di verità, grazie alla diffusione dei Vangeli della domenica, ai corsi di catechismo nell'Oratorio di S. Gregorio, all'Opera delle prime Comunioni. È il Segretariato del popolo, ove ciascuno trova non soltanto l'appoggio necessario e gratuitamente offerto per tante pratiche amministrative e legali, ma anche i consigli affettuosi che aiutano a camminare con maggior sicurezza sulla buona via.
Quanti conservano così nel cuore il ricordo e la riconoscenza per i vostri benefici! Noi stessi teniamo ad esprimervi oggi la Nostra gratitudine per il soccorso che Ci prestate, allorché, raccogliendo con filiale devozione l'obolo di S. Pietro, Ci aiutate a soddisfare più largamente il Nostro desiderio di asciugare tante lagrime, di lenire tanti dolori.
Quando, in mezzo alla folla che si agita, un uomo passa, calmo e tranquillo, facendo silenziosamente il bene, gli sguardi degli astanti si volgono dalle sue mani, che seminano i benefici, alla sua fronte, che irradia la luce, avidi di leggere, attraverso i suoi occhi limpidi, sino in fondo al suo cuore, il segreto di quella bontà sorridente, che tutti incanta ed attrae.
Similmente il popolo romano vede le opere esteriori del vostro Sodalizio, il cui nome è in benedizione presso gl'infelici, che ne ricevono sostegno e conforto; ma bisogna conoscere la sua anima, per penetrarne e comprenderne il segreto. Là è la sua bellezza; là s'intesse con ricca varietà la veste delle sue benefiche azioni.
La vita intima del vostro Circolo! Che altro diremo Noi, se non che essa è la pratica, reale e costante attuazione dei consigli dell'Apostolo S. Paolo ai Colossesi (3, 12-17)? « Rivestitevi come eletti di Dio, santi ed amati, di viscere di misericordia, di benignità, di umiltà, di modestia, di pazienza . . . E soprattutto abbiate la carità, la quale è il vincolo della perfezione: e trionfi nei vostri cuori la pace di Cristo, a cui siete stati chiamati per far un solo corpo . . . La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, in ogni sapienza istruendovi ed esortandovi a vicenda, fra salmi, inni e cantici spirituali, dolcemente a Dio cantando nei vostri cuori: e qualunque cosa facciate con parole o con opere, tutto fate nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui ». Salire a Dio per discendere fra gli uomini : questa è la via della carità : alpinismo, se volete, ma alpinismo divino, necessario e sostanziale alla vostra vita e all'opera vostra.
Rimanete dunque fedeli al vostro spirito! È ben vero che i metodi di lavoro possono anche per voi richiedere particolari adattamenti alle mutate condizioni dei tempi e delle cose. Non sono queste oggidì incomparabilmente più complicate che settantacinque anni fa? Perciò la carità cristiana ha saputo e voluto anche dal lato tecnico perfezionare l'opera sua. Non appartiene forse all'essenza dell'apostolato di conformarsi ai miglioramenti portati dalla esperienza e dai progressi nel campo della organizzazione, affine di mantenersi sempre pari al suo ufficio e atto ad ogni soccorso? Ma quella intima forza e quell'aura soprannaturale, che fanno di voi uomini di solida pietà, alacri nell'aspro ed arduo sentiero della propria santificazione interiore, quel vostro tendere verso tutto ciò che è giusto e retto, secondo la fede, la carità, la pazienza, la mansuetudine (cfr. I Tim. 6, 2), sia sempre il vostro spirito, lo stesso spirito che animò i vostri maggiori, quello spirito che aleggia in quest'aula, più potente di ogni parola, più vivo di ogni scintilla! Esso vi preserverà anche dal cadere nei traviamenti, — così facili e frequenti in tempi agitati e confusi —, che dobbiamo con Nostro dolore lamentare in alcuni figli a Noi carissimi, i quali però, pur continuando a chiamarsi cattolici, si mostrano ignari o dimentichi dei più aperti insegnamenti della Chiesa.
Perciò Noi non possiamo augurarvi né domandare per voi a Dio nulla di più desiderabile e di più efficace che la perseveranza e l'avanzamento del cammino che percorrete sotto la guida di Cristo e del suo Vicario, sotto la protezione della Vergine Immacolata, in cui è ogni grazia della via e della verità, ogni speranza della vita e della virtù (cfr. Eccli. 24, 25). E nella fiducia che un tal favore vi sarà abbondantemente concesso, impartiamo di cuore a ciascuno e a ciascuna di voi, diletti figli e figlie, alle vostre famiglie, a tutte le persone e le cose che vi sono care, all'intero vostro Sodalizio e alle sue opere, la Nostra paterna Apostolica Benedizione.
*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, VI,
Quinto anno di Pontificato, 2 marzo 1944 - 1° marzo 1945, pp. 83-89
Tipografia Poliglotta Vaticana
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