DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
ALLE RELIGIOSE, ALLE ALUNNE E ALLE INSEGNANTI
DELL'«ISTITUTO DELL'ASSUNZIONE»*
Sala Regia - Domenica, 19 maggio 1946
Una grande letizia Ci inonda il cuore, dilette figlie, e ben soavi ricordi tornano in folla al Nostro spirito, nel vedervi questa mattina, religiose, alunne, antiche alunne, dell'Assunzione, adunate, con la venerata e amata vostra Madre Generale, intorno a Noi, per manifestarCi la vostra devozione e il vostro amore verso la Santa Chiesa e il suo Capo visibile.
Un così confortante spettacolo Ci richiama alla mente la memorabile Udienza del 27 Marzo 1893, nel corso della quale il Nostro immortale Predecessore Leone XIII, benevolmente accogliendo la vostra Fondatrice e le sue compagne, domandò loro con paterna affabilità: « Voi amate dunque il Papa, e anche le vostre alunne egualmente lo amano? ». E poiché esse con una sola voce, che sgorgava come dal fondo di un sol cuore, gliene diedero la fervida assicurazione. « Ottimamente, Egli esclamò; Noi le benediciamo tutte; fate loro conoscere la Chiesa, fatela loro amare. E voi, crescete nello spirito di dedizione e di sacrificio ».
Una simile interrogazione da parte Nostra sarebbe oggi interamente superflua. Già un secolo di devozione al Papa e alla Chiesa dà per voi una testimonianza più eloquente di tutte le parole. Ma inoltre Noi stessi abbiamo avuto personalmente innumerevoli occasioni di conoscere la vostra attività e il vostro spirito, fin dagli anni, ormai lontani, in cui Ci fu dato di esercitare presso di voi il ministero sacerdotale. Noi ritorniamo volentieri col pensiero a quel tempo, e la vostra presenza, che fa rivivere in Noi le care memorie del Corso d'Italia, deve dare a voi l'impressione di essere qui veramente nella casa del vostro Protettore e Padre.
Maria Eugenia di Gesù, la vostra Fondatrice! Una donna forte, mulier fortis, in tutta la estensione del termine: sempre pronta a compiere la volontà divina, dall'animo profondamente pio, dal cuore traboccante d'amore di Cristo, dalla intelligenza potente, luminosa, vasta, dal carattere fermo, risoluto, sempre teso verso lo scopo prefisso. Tale si profila dinanzi ai Nostri occhi la sua grande figura, mentre voi attendete con ardente brama il giorno in cui il Vicario di Cristo, se così piacerà al Signore, la eleverà agli onori degli altari.
Perciò a voi, zelanti religiose che proseguite l'opera sua, quale consiglio più opportuno potremmo Noi dare in questo momento che di applicarvi a imprimere sempre più fortemente nella vostra propria vita i suoi lineamenti e a radicarvi sempre più saldamente nella vostra fedeltà allo spirito di lei? Mai forse questo spirito non è stato più adatto e appropriato alle circostanze dei tempi che negli anni, nei mesi, nelle settimane stesse in cui viviamo, poiché mai forse queste circostanze non sono apparse, più che nell'ora presente, simili, in molti aspetti, a quelle, in mezzo alle quali e per le quali Maria Eugenia di Gesù concepì e attuò il suo ammirevole disegno. Bisogna forse riconoscere in questa sorprendente coincidenza, a un secolo di distanza, un segno che rivela il genio della vostra Fondatrice, ovvero una provvidenziale ispirazione dall'alto? Noi non esiteremmo ad ammettere l'una cosa e l'altra.
La società contemporanea, nonostante i progressi, di cui essa va giustamente orgogliosa, e le trasformazioni profonde, più o meno felici, che ne sono state la conseguenza, somiglia a quella di or sono cento anni, in quanto corre verso i medesimi abissi, che già pericolosamente rasenta. Non intendiamo qui di parlare della folla pur troppo numerosa, la quale non pensava che al piacere e si abbandonava cecamente ai divertimenti frivoli o licenziosi. Quella folla la vediamo ancora muoversi ed agitarsi ai giorni nostri, come allora. come sempre e dappertutto, quando viene a indebolirsi, con la fede e la pratica cristiana, il sentimento religioso.
Ma, non volendo ora considerare che gli ordini di persone, le quali, alla vigilia dei rivolgimenti del 1848, costituivano la maggior parte della classe sociale, a cui apparteneva Eugenia Milleret, due correnti si delineavano ben distinte fra loro. L'una, quella a cui si è applicato, a torto o a ragione in cattivo senso, il nome di spirito borghese, seguiva tranquillamente la china dolce, sollecita anzitutto di un comodo benessere, mentre alle cose della religione dava, con gesti spesso formali e distratti, appena il tempo strettamente richiesto dai precetti della Chiesa. L'altra trascinava dietro di sé anime ardenti e entusiaste, le quali, indignate per le ingiustizie che pur troppo regnavano nel mondo e opprimevano i corpi, i cuori e le coscienze, si gettavano nella lotta per una riforma radicale, senza riflettere né fare alcun caso di ciò che era ragionevole e possibile. Ambedue, pur così diverse per andatura e per cammino, minacciavano egualmente di condurre la società umana alla rovina.
Maria Eugenia di Gesù, nelle sue lettere e in confidenze che sembrerebbero di oggi, dà chiaramente a vedere che ella aveva saputo discernere nelle due correnti il bene e il male, il valore e il pericolo. — Il suo sguardo, ricco di vigore virile al tempo stesso che di femminile acutezza, aveva scoperto la causa del male e rilevato come, nell'una e nell'altra parte, il pericolo veniva da un'origine comune: l'insufficienza, ben più lo squilibrio, la mancanza di una solida base, nella educazione intellettuale, morale, religiosa della gioventù, anche femminile, e per conseguenza il difetto quasi totale di una vera formazione sociale della donna. Il rimedio le apparve ben presto evidente: completare, equilibrare sul suo fondamento essenziale tutta quella educazione. Ella ne tracciò il programma in un esposto riassuntivo dedicato al grande educatore di quel tempo, Monsignor Dupanloup, vescovo di Orléans. Ella voleva per le sue figlie una larga cultura, che unisse con la lingua e la letteratura patria, con l'aritmetica e la geografia, con la storia dei popoli e con le scienze naturali, la storia della Chiesa, il lume della filosofia, le bellezze dell'arte, e, punto capitale, l'istruzione religiosa; cultura, la quale, più che l'immaginazione e il sentimento, doveva informare l'intelletto alla verità e alla fede, e indirizzare la volontà al bene, alla rinunzia e al sacrificio, per plasmare il carattere della donna cristiana, ma sapiente e forte, cortese e franca, onorata e operosa.
A questo elevato concetto della istruzione e della educazione Maria Eugenia di Gesù preparava le sue figlie, e tale è, dilette alunne di ieri e di oggi, la formazione di cui andate debitrici a lei e all'Istituto dell'Assunzione, rimasto costantemente fedele a così alti principi e metodi.
Tutto, infatti, l'edificio pedagogico della vostra Fondatrice poggia su due principali colonne. — La prima è la unione della religione e della vita, unione che regna là, dove il pensiero e l'azione, dove tutta la vita umana, anche pubblica, non presenta alcuna difformità o dissonanza con le verità della fede e la legge morale, dove anzi è con queste in perfetta. armonia e si lascia intimamente pervadere dal loro spirito. L'altra è la fede, una fede cosciente e viva, non una vaga religiosità di pura abitudine o tradizione. Senza dubbio le consuetudini religiose e le pie usanze sono di gran pregio, ma solo quando di generazione in generazione svegliano, stimolano, sostengono, promuovono la personale vita di fede. Quale valore potrebbe avere tutto lo splendore delle case di Dio, quale scopo la stessa abitazione di Dio fra gli uomini, se questi più non si curassero di edificare in se stessi, nell'interno dell'animo loro, il tempio del Signore, se più non credessero?
Con straordinaria chiaroveggenza Maria Eugenia di Gesù aveva preveduto come dalla stabilità di queste due fondamentali colonne sarebbe dipeso l'avvenire del mondo, non meno per la donna che per l'uomo. Cento anni sono trascorsi, e noi abbiamo oggi dinanzi agli occhi l'avveramento delle sue previsioni. Questo secolo orgoglioso, che ha superato tutti i precedenti nella moltiplicità, la rapidità, l'estensione, l'ampiezza del progresso materiale, questo secolo delle scoperte scientifiche e tecniche, degli sviluppi economici, questo secolo dell'agiatezza e dell'alta cultura, in quale catastrofe è caduto e in quale baratro ha precipitato l'umanità! Si potrà, quando si vuole, ricercare e dosare l'importanza e l'efficacia delle varie cause che hanno condotto a tanta sciagura; in conclusione i veri responsabili sono coloro che con ostinazione, senza tregua, in tutti i campi e in tutte le forme, si sono studiati di separare la religione dalla vita e di bandirla sempre più dalle attività e dalle determinazioni umane. Nella lotta spirituale, che ne è seguita, le anime di una religiosità puramente formale hanno completamente fallito. Solo gli uomini e le donne di fede viva e profonda hanno opposto una valida resistenza. Uomini e donne: perché un'altra caratteristica del nostro secolo è che la donna, in parte spinta dalle condizioni economiche, in parte per proprio impulso e volere, ed ora anche per disposizioni di legge, ha assunto nella società, nella vita pubblica della Nazione, un posto pari a quello dell'uomo.
Prendere in mano l'educazione della gioventù femminile e formare per la famiglia, per il popolo, per la Chiesa, donne capaci di corrispondere, in virtù della loro fede, alle esigenze del loro tempo : fu l'ideale a cui mirò Maria Eugenia di Gesù, fu l'opera che ella compì.
Senza dubbio l'epoca, in cui ella visse, per quanto agitata, fu meno sconvolta e luttuosa della presente; eppure ebbe bisogno di tali donne! Quanto più dunque la nostra, quando dappertutto anche in Italia, così fiera arde la lotta per la civiltà cristiana! La storia insegna che la fede della donna salvò, durante la tormenta della rivoluzione, la Francia cattolica. Anche oggi alla donna, col suo senso religioso, con la sua forza di resistenza perseverante e paziente, è riservata una missione essenziale da compiere. E, se altre mai, siete voi chiamate, grazie alla condizione delle vostre famiglie e alla vostra educazione, a camminare all'avanguardia nella professione e nella pratica della vostra fede, a sostenere l'altrui coraggio con la parola e con l'esempio, a interessarvi, con capacità e competenza, anche della vita politica e sociale, per fare dei vostri focolari le cellule viventi di una società rigenerata in Cristo.
Ecco, dilette figlie, ciò che Noi particolarmente auguriamo e domandiamo per voi allo Spirito Santo, per intercessione della gloriosissima Vergine Maria Regina del cielo, mentre con tutta l'effusione del Nostro cuore impartiamo a voi, religiose, alunne, antiche alunne, alle vostre famiglie, a tutte le persone che vi sono care, alle vostre opere, ai vostri studi, alle vostre sante aspirazioni, a tutto l'Istituto dell'Assunzione, la Nostra paterna Apostolica Benedizione.
*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, VIII,
Ottavo anno di Pontificato, 2 marzo 1946 - 1° marzo 1947, pp. 93-97
Tipografia Poliglotta Vaticana
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