DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
AL NUOVO AMBASCIATORE DEL PORTOGALLO*
Sabato, 8 giugno 1946
Signor Ambasciatore.
I sentimenti dai quali è mossa Vostra Eccellenza nel consegnarCi le Credenziali che vi presentano quale Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica Portoghese, e che Vostra Eccellenza esprime con così sentite e nobili parole, trovano in Noi piena corrispondenza e profonda comprensione.
Dopo lunga e proficua carriera diplomatica, durante la quale Vostra Eccellenza ha reso segnalati servizi alla madre patria, i disegni della divina Provvidenza e la fiducia particolare del vostro Governo, vi hanno condotto i n questa città eterna, (madre della civiltà latina e cristiana, da cui le nazioni iberiche ricevettero radicali e duraturi benefici, non solo a vantaggio proprio, ma di tutta l’umanità.
Due fatti attirarono recentemente gli sguardi compiacenti e grati del mondo cattolico sulla vostra patria: le feste giubilari di Fatima e la dichiarazione di Dottore della Chiesa Universale del grande figlio di Lisbona, S. Antonio, luminare di scienza e di santità di cui il Portogallo e l’Italia, con parità di causa, possono giustamente vantarsi.
In un momento tanto delicato Vostra Eccellenza inizia nel centro della cristianità il suo alto ufficio di Rappresentante del Portogallo, di un popolo la cui unione alla Sede Apostolica già s’era manifestata luminosa nei tempi, dell’antico impero e grandezza; di un popolo la cui parte più sana, seppe nei giorni di agitato fermento, rimanere fedele alle sue tradizioni cattoliche, contribuendo in tal modo, alla conservazione di quei principii fondamentali dello spirito che, più tardi, servirono come base ai tempi prosperi che seguirono.
Oggi in Portogallo, le relazioni tra Chiesa e Stato sono felicissime ed animate da un mutuo rispetto e da una reciproca fiducia.
Il Concordato, fatto nel 1940, e l’Accordo Missionario si prefissero, come si legge nei prolegomeni «di regolare per un mutuo accordo e in modo permanente la situazione giuridica della Chiesa Cattolica in Portogallo per la pace e il maggior bene della Chiesa e dello Stato».
La vitalità e l’efficacia di tali accordi non consistono unicamente nella ponderatezza, esattezza e chiarezza delle formule giuridiche. La loro vera forza vitale si fonda soprattutto nella certezza cosciente, confermata dall’esperienza, di vedere la propria leale osservanza dei fatti, corrisposta da uguale fedeltà dell’altra parte contraente.
Oggi, tutte le persone oneste e prudenti riconoscono, di buon grado, che la stipulazione di quegli accordi non fu un avvenimento di carattere temporaneo e transitorio, ma un atto storico per il bene della nazione portoghese, e la cui importanza è compresa sempre più dalla maggior parte del popolo.
I giorni benedetti delle commemorazioni di Fatima, dei quali il Nostro Cardinale Legato, al ritorno, Ci fece una commovente e consolante relazione, Ci danno la certezza che, il popolo portoghese credente, profondamente devoto della sua celeste Patrona, sente e sa che in questi tempi di incredibili difficoltà per tutti i popoli, le più profonde e ferme radici della sua forza, sono riposte nella fedeltà alle verità della fede e ai valori spirituali, che costituirono l’appoggio e il sostegno nel cammino frequentemente aspro della vita dei loro antenati; e in un rinnovato vigore di un cristianesimo attivo, che ha il coraggio di non lasciare offendere né violare, in qualunque campo, sia della vita privata che pubblica, sociale che economica, nazionale che internazionale, il diritto divino contenuto nella legge naturale e nella rivelazione.
Anche il popolo portoghese, quantunque si sia tenuto lontano dall’immane conflitto, dovrà affrontare molteplici problemi del dopo-guerra.
Nutriamo nel Nostro cuore il desiderio e la fiducia che il suo contributo a quest’opera di importanza europea e mondiale, possa essere di incremento per dare un forte e duraturo impulso al rifiorimento dello spirito di fratellanza tra le Nazioni e per dissipare le mutue diffidenze In questa attesa, presentiamo a Vostra Eccellenza, nella presa di possesso dell’alto ufficio, il Nostro cordiale benvenuto e, invocando la protezione e la grazia dell’Onnipotente sulle persone dell’illustrissimo Presidente della Repubblica e del Capo e Membri del Governo e sopra tutta, l’amata Nazione portoghese, impartiamo di cuore a Vostra Eccellenza l’implorata Apostolica Benedizione.
*Atti e Discorsi di Pio XII, vol. VIII, p.242-245.
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