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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
AI LAVORATORI ASSISTITI DALL'O.N.A.R.M.O.
(OPERA NAZIONALE PER L'ASSISTENZA
RELIGIOSA E MORALE DEGLI OPERAI)*

Cortile di San Damaso - Domenica, 30 giugno 1946

 

La vostra presenza, diletti figli e figlie, cari lavoratori e lavoratrici, dà, in maniera sensibile, l'impressione di quel che è in realtà questa dimora: la dimora del Padre, il focolare centrale della famiglia cristiana. Nelle società operose e sane, una delle consuetudini più care è quella delle riunioni intime, ove i figli, abitualmente dispersi per le necessità della vita nei luoghi più distanti e vari del loro incessante lavoro, si danno, il giorno della festa del padre, presso di lui fraterno ritrovo, per attestargli la loro affettuosa venerazione, passare alcuni momenti insieme, e dopo aver ricevuto la sua benedizione, tornarsene, col cuore ilare, più uniti tra loro, lasciando anche lui, il padre, rasserenato e rallegrato.

Non è forse appunto ciò di cui siamo testimoni in questo giorno susseguente alla festa del Principe degli Apostoli e Patrono della vostra Associazione, S. Pietro? Dai quattro angoli della città, da tutti i campi così diversi, in cui si svolge la vostra attività e il vostro lavoro, — quel lavoro di cui voi ben conoscete, al lume della dottrina cattolica, la dignità e la santità, — fratelli tutti nella vita e nella carità cristiana, voi siete venuti per assistere insieme nel massimo tempio della Cristianità al Santo Sacrificio della pace e della redenzione, e per partecipare alla stessa Mensa divina; ed intanto eccovi ora dinanzi a Noi, Successore, per quanto indegno, di Pietro e Padre comune dei fedeli, nell'attesa di essere da Noi benedetti. Infine, per completare questa vostra festa di famiglia, voi visiterete i giardini Vaticani e andrete a salutare, con preghiere e con canti devoti, la vostra Madre celeste, l'Immacolata Vergine Maria.

Tuttavia, come in quasi ogni adunanza festiva, forse anche qui non mancano pur troppo vuoti dolorosi, e il Nostro pensiero, al pari del vostro, va verso gli assenti, verso quelli che sono di cuore con voi, ma anche verso coloro che hanno dimenticato il cammino della casa paterna e che trascinano fiaccamente o spensieratamente la vita, rattenuti o stornati come sono dall'indifferenza, dal pregiudizio, dalla illusione, dall'influsso di uno spirito, che non è lo spirito di famiglia, che non è lo spirito buono. Voi andrete a ritrovare questi vostri poveri fratelli, mostrerete loro grande affetto, e direte loro che a braccia aperte il Padre comune li attende, pronto ad accogliere i figliuoli traviati, per dar loro, come dà a voi, alle vostre famiglie, alle caritatevoli persone che con tanto zelo e dedizione vi assistono in tutti i vostri bisogni spirituali e materiali, l'Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, VIII,
 Ottavo anno di Pontificato, 2 marzo 1946 - 1° marzo 1947, pp. 135-136
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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