DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
AI PARTECIPANTI AL PRIMO
CONGRESSO ITALIANO DI STOMATOLOGIA*
Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo
Giovedì, 24 ottobre 1946
Voi avete manifestato, diletti figli, in occasione del Primo Congresso Nazionale di Stomatologia, il desiderio di venire ad esprimerCi i vostri sentimenti di devoto omaggio. Noi ve ne siamo vivamente grati, e con cuore paterno vi accogliamo e vi indirizziamo la Nostra parola d'incoraggiamento e, se ve ne fosse bisogno, di conforto. Voi nutrite rispetto ed amore per la vostra professione, sia in sé stessa, senza dubbio, sia anche per la missione morale e sociale che essa comporta. Ciò nonostante, è forse temerario l'affermare che non molti al mondo sanno adeguatamente apprezzare l'elevatezza di questa professione e di questa missione, anche fra coloro che vi conservano e vi attestano la riconoscenza che personalmente vi debbono?
La vostra professione in sé stessa, abbiamo detto in primo luogo. Quanti, fra i profani, riflettono abbastanza per valutare pienamente, od anche soltanto per immaginare in qualche modo, la somma di studi e di cognizioni che essa esige, gli sforzi talvolta gravosi a cui costringe, le virtù morali che induce ad esercitare?
È necessaria, innanzi tutto, una vasta scienza: scienza della medicina generale, affine di percepire e di discernere l'azione e la reazione reciproca dell'intiero organismo e degli organi e tessuti, molteplici e delicati, che sono l'oggetto delle vostre cure ; scienza approfondita e particolareggiata di ciascuno di questi organi e di questi tessuti, di una sensibilità estrema e al tempo stesso di una massima complessità, raccolti nel piccolo spazio della cavità orale, sede di funzioni così diverse e così rilevanti, ma anche di innumerevoli alterazioni e d'indicibili sofferenze; scienza della fisica e della chimica, della botanica e della farmacologia, che permetta di scoprire le origini del male e di apportarvi i congrui rimedi.
Occorre poi un'arte squisita, fatta d'intuizione naturale e di esperienza lungamente ed attentamente acquisita, per diagnosticare le cause, talora distanti e spesso nascoste dietro i sintomi esterni visibili o altrimenti sensibili. A quest'arte, di carattere intellettuale, deve aggiungersi un'abile destrezza per predisporre ed eseguire lavori di tanta precisione con perfetta esattezza e con la sicurezza dell'occhio e della mano, che essi richiedono.
È altresì indispensabile un fine tatto e senso psicologico per possedere la forza di persuasione e l'autorità morale non di rado necessarie a prevenire o vincere le riluttanze o le apprensioni istintive, d'ordinario ancor più penose e ribelli della sofferenza stessa.
Ma, oltre a tutto ciò, di quale costanza, di quale pazienza, di quale resistenza fisica, voi avete bisogno! Quale fatica avete da sostenere, — molti di voi forse per lunghe giornate, per lunghi anni, — in una continua tensione dei vostri sensi, dei vostri nervi, di tutto il vostro corpo, del vostro spirito, della vostra volontà, della vostra sensibilità, sempre in piedi, in una posizione assai spesso incomoda, gli occhi fissi nell'attenzione, le mani ambedue occupate, ciascuna dalla sua parte, e che devono essere mantenute agili e senza contrarre le dita nel maneggiare più istrumenti in una volta, i movimenti spesso difficoltati dai riflessi e dalle reazioni del paziente, che non è sempre possibile d'impedire! E in tutta questa intensa applicazione dovete conservare immutata la calma, la cortesia, la dolcezza, lo spirito di carità !
Se si conoscessero e si meditassero alquanto tutte queste circostanze, si comprenderebbe meglio il segreto della vostra stima e del vostro amore per la professione, a cui vi siete dedicati, considerata in sé stessa, per la sua bellezza tecnica e la sua bellezza morale, per i benefici risultati che ne derivano.
E questo non è ancora che l'aspetto, per così dire, personale di tale bellezza. Alcuni momenti di riflessione basterebbero per farne apprezzare anche l'aspetto sociale. Si pensi soltanto alla importanza che hanno, nella vita privata e pubblica dell'uomo, ciascuna delle parti, organi, tessuti, mucose, muscoli, nervi, ghiandole, vasi arteriosi e venosi, il cui complesso si trova racchiuso nella bocca. Un qualsiasi disordine, una anche lieve alterazione di uno di questi elementi può avere la sua ripercussione sulla salute, sul benessere, sul carattere, sul rendimento del lavoro, sulle relazioni dell'uomo coi suoi simili.
Dalle buone o cattive condizioni dell'apparato dentale e salivare dipendono le buone o cattive funzioni dell'apparato digerente e per conseguenza, di tutto l'organismo. Dal buono o cattivo stato del tessuto epiteliale e delle svariate papille linguali dipendono le sensazioni specifiche del gusto, delle quali si può abusare e in realtà troppo spesso si abusa, ma che sono in sé stesse così utili per la scelta e l'uso degli alimenti. Un leggiero dolore, una semplice molestia fra le gengive bastano talvolta per irritare il sistema nervoso e togliere ad un uomo la serenità dello spirito : segno umiliante, ma manifesto della debole e inferma natura umana.
Procediamo ancora un poco più oltre. Chi non sa quanto la conformazione e l'integrità del palato, della lingua, della dentatura, delle pareti interne delle gote, delle mascelle e delle labbra influiscono sulla voce dell'uomo, sul suo tono e sulla sua chiarezza, sull'articolazione delle parole? Tutto ciò ha una importanza grande, sia che si tratti della efficacia dell'oratore, dell'attore, del professore, sia che si riferisca alle semplici relazioni della vita quotidiana, alla grazia del conversare o alla elementare capacità di farsi comprendere.
Anche più misterioso e sorprendente è l'ufficio silenzioso, che ha la bocca nella espressione del carattere e dei sentimenti, espressione la quale non risiede interamente e soltanto sulla fronte e negli occhi, ma altresì nella parte inferiore del volto, e che anche una impercettibile piega del labbro vale sovente a digradare o a variare quasi all'infinito. Già, durante il primo conflitto mondiale, la scienza e l'arte della stomatologia diedero prove luminose del loro potere ed effettuarono giganteschi progressi. Si può ben parlare di risurrezione morale e sociale per tante vittime della guerra o d'infortuni o di tumori, terribilmente deturpate o mutilate, il cui volto, senza più nulla di umano, se non talvolta la luce dolorosa degli occhi, cagionava una impressione di orrore, che neanche la tenerezza più affettuosa riusciva sempre a dissimulare del tutto.
A vantaggio di tanti infelici, i vari specialisti della stomatologia hanno messo in comune il loro sapere e la loro abilità, tutti i mezzi forniti dai più recenti progressi: radiografia, anestesia, chirurgia, protesi, innesti, meccanica e plastica. In modo particolare hanno apportato a questa opera tutto il loro cuore di uomini e, molti di loro, tutta la carità di cristiani. Ed ecco che dalle mani di questi mirabili scultori quei poveri ruderi umani, dianzi atterriti all'idea di una vita pressoché fuori della società, scoraggiati, forse disperati, sono usciti belli e vigorosi, pronti a riprendere il loro posto nel mondo e a compiervi la parte loro assegnata.
Voi avete diritto di essere orgogliosi della loro riconoscenza e di quella delle loro famiglie, fieri di aver dato una così nobile collaborazione all'opera del Creatore. Non dubitate che Egli vi benedica. E Noi, suo umile rappresentante sulla terra, Padre comune di coloro che soffrono e di coloro che sanano, impartiamo di gran cuore a voi, alle vostre famiglie, a tutte le persone che vi sono care, alla vostra Associazione, la Nostra Apostolica Benedizione.
*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santilà Pio XII, VIII,
Ottavo anno di Pontificato, 2 marzo 1946 - 1° marzo 1947, pp. 279-282
Tipografia Poliglotta Vaticana
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