DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
AI MEMBRI DELL' «OPERA DEI RITIRI DI
PERSEVERANZA DI ROMA E DI NAPOLI»*
Domenica, 23 maggio 1948
Voi offrite al Nostro sguardo, diletti figli, uno spettacolo che, mentre rallegra il Nostro cuore, Ci scopre al tempo stesso un orizzonte fulgido di belle speranze, orizzonte che si allarga e si apre a più ampia visione, quando, al di là di questo vostro gruppo pur già così folto, Noi pensiamo a tanti vostri confratelli dell'« Opera dei Ritiri di Perseveranza » di Napoli, che non hanno potuto oggi accompagnarvi, a quelli di tutta l'Italia e agli altri che nelle diverse nazioni del mondo cattolico formano associazioni simili alla vostra. Che se poi vi si aggiunge la grande moltitudine di coloro che, senza essere incorporati a queste medesime istituzioni, professano tuttavia la stessa fede e camminano di pari passo con voi, quale poderosa schiera al servizio di Dio, al servizio della umana società, al servizio dei vostri fratelli, schiera resa anche più potente dal valore di quelli che la compongono!
Dove attinge essa la sua potenza, il suo valore? Nel sentimento ben compreso della vostra dignità di uomini, di padri di famiglia, di cittadini, di lavoratori, di cristiani! Coscienti come siete della vostra forza, voi sapete mantenere alti i vostri principi, sapete essere di esempio altrui. Quando parlate, voi non agitate il popolo alla maniera dei tribuni dalla parola sonora e vuota, ma esercitate non timidi il vostro influsso, da uomini convinti, il cui linguaggio semplice, ma chiaro e franco difende i veri interessi materiali, sociali, spirituali del popolo. Voi non lo costringete nè con la violenza nè con le minacce. Voi lo dirigete con l'esempio di credenti che sanno vivere il loro pensiero intimo, le loro convinzioni, la loro religione, che si sostengono scambievolmente, che prestano aiuto ai deboli, che riconducono sulla retta via e istruiscono con carità fraterna i traviati e gl'illusi, ma che sanno anche confutare e combattere, con lealtà e cortesia non meno che con energica audacia, gli avversari ostinati e settari.
Sulla vostra parola voi invocate l'appoggio e il favore di Dio con la preghiera, soprattutto con la preghiera in famiglia, con la preghiera in comune, come siete soliti di fare nelle vostre belle riunioni mensili. Ma questa preghiera riuscirà tanto più viva ed efficace, se, più che un atto comandato dalla semplice buona volontà, essa sarà realmente una effusione esteriore della vostra vita soprannaturale, di quella santità personale, a cui voi ardentemente aspirate. Ora appunto questa vita soprannaturale, questa santità personale la vostra Lega si studia di coltivare in voi mediante la frequenza dei santi Sacramenti, la purità della coscienza, la pratica delle virtù, grazie principalmente alle riunioni e ai ritiri, ai corsi chiusi di Esercizi spirituali.
Noi vi abbiamo paragonato a una schiera e il paragone Ci sembra appropriato, perchè la prima condizione per ricostituire una società sana e cristiana è di respingere gli assalti e le incursioni dei nemici. - La Sacra Scrittura nei Libri di Esdra ci narra la storia della ricostruzione di Gerusalemme. I nemici d'Israele, non appena ebbero conoscenza che i reduci dalla cattività stavano edificando il tempio al Signore, vennero con astuzia ad offrire la loro collaborazione : « Lasciate, essi dissero, che edifichiamo con voi, perchè anche noi, come voi, onoriamo il vostro Dio e gli abbiamo immolato vittime » (cfr. 1 Esdr. 4, 2). Allontanati però fieramente dai capi d'Israele, si sforzarono d'impedire il lavoro del popolo di Giuda (ibid. 3-4), e quando i figli d'Israele, costruito il tempio, più tardi si misero coraggiosamente a rialzare le mura della città santa, gli avversari non cessavano di molestarli, minacciandoli e contrariandoli nella esecuzione dell'opera loro. Ma essi, guidati da Nehemia, lavorando e portando ciascuno al fianco la spada, proseguirono intrepidamente la loro impresa (cfr. 2 Esdr. 4, 17-18).
La storia spesso si ripete. Mentre il popolo onesto si dedica al lavoro, ciascuno al suo posto, sul terreno conquistato a fatica, altri si sforzano d'intralciare e di guastare la sua azione. Tocca a voi di vigilare, di pregare e di continuare l'opera vostra.
Voi avete dinanzi agli occhi l'esempio dei vostri fratelli occupati senza posa a riedificare le città materiali distrutte dai bombardamenti della guerra. Che cosa fanno essi? Una volta sgombrato il terreno, si applicano a raccogliere i materiali; ne trovano fra le rovine stesse alcuni buoni e utilizzabili; li adattano, li mettono in ordine e, strato su strato, ricostruiscono i muri e le case, ciascuna al suo posto, con la sua fisonomia propria di focolare domestico. E tutte queste case, fabbricate secondo un piano regolatore, si allineano in strade, in viali, intorno alla chiesa.
In simile modo si riedifica la città spirituale : conversione, riforma, santificazione, istruzione dei singoli, ricostituzione della famiglia secondo le leggi e i disegni di Dio, nella sua dignità, nella sua unione, nella sua attività, sotto l'autorità del padre, sotto la vigilanza della madre; infine saggio e forte ordinamento della vita sociale, all'ombra benefica della Chiesa. Tale è la meta, l'ideale, verso cui, diletti figli, voi indirizzate l'opera, alla quale siete felici e santamente orgogliosi di appartenere. Perciò su di voi, sui vostri direttori, sulle vostre famiglie, su tutti coloro che vi sono cari, Noi imploriamo l'abbondanza delle grazie divine, in pegno delle quali v'impartiamo di tutto cuore la Nostra paterna Apostolica Benedizione.
*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, X,
Decimo anno di Pontificato, 2 marzo 1948- 1° marzo 1949, pp. 103-105
Tipografia Poliglotta Vaticana
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