AD UNA RAPPRESENTANZA
DELL'«ARCIASSOCIAZIONE DELL'ADORAZIONE
PERPETUA E DI SOCCORSO DELLE CHIESE POVERE»*
Martedì, 8 febbraio 1949
Siate le benvenute, dilette figlie, nella ricorrenza centenaria della vostra Arciassociazione, la quale tende ad un fine eccellente fra tutti: voi volete con l'adorazione perpetua e con l'aiuto alle chiese povere rispondere alla voce — discreta e dolce, ma penetrante come una spada nei cuori amanti — del Verbo di Dio fatto uomo, vittima per la nostra redenzione e nutrimento delle anime nostre.
Quando, or sono cento anni, nacque la vostra Associazione, le forze del maligno erano già da lungo tempo operanti, quelle forze che preparavano lentamente, ma certamente, nel campo religioso anche più che nell'ordine temporale, le devastazioni, di cui siamo oggi i testimoni atterriti. Avanzare penosamente, facendosi strada attraverso le linee nemiche, attraverso quelle stesse forze del male che sono il peccato, le umane passioni, le false dottrine, lo spirito del paganesimo, è stata in tutti i tempi la sorte della fede in Dio, la sorte della Chiesa; ma oggi ecco la Chiesa dinanzi ad una opposizione contro Dio, così aspra come forse non fu mai dalle origini della umanità, eccola di fronte al pieno, voluto, cosciente ateismo, organizzato e provvisto di tutti i mezzi moderni di propaganda per intossicare l'anima del popolo.
Che una tale condizione di cose sia l'oggetto della Nostra incessante sollecitudine, non potrà certo cagionarvi meraviglia. Ma perchè parlarne a voi, e in questo momento in cui siete qui adunate per commemorare il primo centenario della vostra Associazione? Per mostrarvi quanto essa è utile e adatta alle circostanze presenti, e come la vostra vita consacrata all'adorazione perpetua sia confacente ai bisogni religiosi del nostro tempo. Falange eletta nel grande pacifico esercito della Chiesa, alla negazione di Dio voi opponete il trionfale grido perenne: Esiste un Dio! Quis ut Deus! Mantenetevi salde, dilette figlie, nella vostra fede e non dimenticate che con le vostre preghiere, con le vostre riparazioni, con le vostre penitenze, con le vostre istruzioni, voi combattete in prima linea per Dio e per Gesù!
Ma se, cento anni fa, non era difficile prevedere in qualche modo la funesta efficacia di quelle forze di distruzione, non si sarebbe invece potuto presagire, almeno in tutta le sua ampiezza, la particolare reazione che nel seno della Chiesa si apprestava contro il freddo e tenebroso ateismo. La sua prima splendida manifestazione fu l'ardente movimento eucaristico, che rispose alla magnanimità del Nostro indimenticabile Predecessore Pio X di s. m. sul principio di questo secolo, e i cui mirabili effetti si possono, per così dire, toccare con mano. In contrasto con la indifferenza e i peccati, che offendono l'Uomo-Dio presente fra noi nel Sacramento dell'Altare, e in riparazione dei quali voi offrite le vostre opere espiatorie —, sempre più viva è la fede dei figli della Chiesa; sempre più fervida la loro brama di partecipare al sacrificio eucaristico, di rendere a Cristo in solenne e pubblica adorazione o nella intimità delle loro visite private l'omaggio della loro lode e della loro gratitudine; sempre più infiammato l'amore che fa battere il loro cuore e che, alimentato dalla unione con Gesù nella Santa Comunione, li fa vivere, lavorare, lottare e soffrire con Cristo e per la causa di Cristo.
Noi non dubitiamo che le vostre perseveranti preghiere e i vostri costanti sacrifici abbiano largamente contribuito a questa corrente di benedizione eucaristica. Rimanete fermamente là ove il Signore della Chiesa agisce, ove soffia lo spirito di Dio, ove le anime fedeli attingono quella soprannaturale energia che le rende vittoriose sino alla fine (cfr. Apoc. 2, 26). Nella vostra adorazione perpetua presentate a Lui tutti i vostri affanni, le angosce di tutto il mondo, e non solo i meschini interessi temporali, che pur non debbono essere trascurati, ma principalmente le grandi intenzioni delle singole persone, delle famiglie, della umana società, della Chiesa, come quelle che voi sentite enumerare nell'ammirabile liturgia del Venerdì Santo.
Così pregava la vostra venerata Fondatrice, quando una mattina vede il sacerdote scoprire il ciborio per la santa Comunione. Povero ciborio di stagno! Ella è abituata a vederlo. Ma quel giorno ne rimane tutta sgomenta. Ella si affretta ad offrire a Gesù una dimora meno indegna della sua divina Maestà. E Gesù, ch'ella aveva pregato di farle conoscere la sua volontà, la ricompensa allargando smisuratamente il suo cuore per domandarle di più.
In tal guisa, non più soltanto la povertà del ciborio di Ohain, i sacri paramenti e la biancheria lavorati in famiglia per la parrocchia, occupano i suoi devoti pensieri, ma il mondo intero si offre al suo fervido sguardo. Ella contempla in spirito la « grande pietà » degli altari e delle sagrestie, e lo zelo per la bellezza del la casa di Dio la strugge e la divora. Se le domande di soccorso si moltiplicano e la premono, anche gli aiuti generosi si presentano a lei, Una santa, Maria Michela del Ssmo Sacramento, è la messaggera che le apporta la luce del cielo; dieci compagne della Congregazione della Santa Vergine sono le prime collaboratrici. La vostra Associazione era fondata.
Sempre opportuna, ma quanto più urgente e necessaria ai giorni nostri! In tutti i tempi vi sono pur troppo cristiani, che non arrossiscono alla vista, in tanti luoghi, del contrasto fra il lusso elegante o almeno la perfetta grazia del loro abbigliamento e le vesti a brandelli del sacerdote al santo altare, fra la candida finezza della biancheria che ricopre la loro tavola e la miseria ripugnante di quella su cui riposa il Corpo sacratissimo di Gesù. Ma oggi, anche là dove non si potrebbe più incolpare la freddezza egoistica dei mondani, l'indigenza rende spesso impotenti le migliori volontà: poveri villaggi sperduti, missioni estere bisognose, parrocchie e chiese rovinate e devastate dalle guerre, spogliate e profanate dalle persecuzioni. Beate voi, che col lavoro delle vostre dita, coi vostri passi, con le vostre premure, con la vostra propaganda, vi adoperate a soccorrere tante miserie!
Durante questo primo secolo di vita, quale cammino avete percorso! Fondazione di un Istituto religioso per assicurare alla vostra Associazione equilibrio e stabilità, rapida elevazione al grado di Arciconfraternita per il Belgio; trasferimento della sede al centro della cattolicità, estensione della sua attività con ben 597 gruppi sparsi in tutte le parti del globo. Che dire dei vostri lavori? Noi ne abbiamo qui sotto gli occhi una magnifica e incoraggiante mostra, che rimiriamo con tanto maggior compiacenza, perchè sappiamo che essa non è se non un saggio di tutta l'opera da voi compiuta.
Ma la consapevolezza del gran bene attuato non è per voi un pretesto o una meta di soddisfatto riposo, bensì uno stimolo e un impulso a sempre più viva operosità e a più ardente fervore. Perciò, con l'espressione del Nostro elogio, dei Nostri voti e della Nostra gratitudine, e come pegno della protezione divina e delle più abbondanti grazie celesti, impartiamo di cuore a voi tutte, dilette figlie, alla vostra Arciassociazione e a tutte le sue affiliate, la Nostra paterna Apostolica Benedizione.
*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, X,
Decimo anno di Pontificato, 2 marzo 1948 - 1° marzo 1949, pp. 369 - 372
Tipografia Poliglotta Vaticana
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