AI RAPPRESENTANTI DELLE ARCICONFRATERNITE
E CONFRATERNITE DELL'URBE*
Sabato, 24 dicembre 1949
Secondo un'antica consuetudine, affidiamo a voi, diletti figli, preposti alle Arciconfraternite e Confraternite dell 'Urbe, la custodia delle Porte Sante durante l'Anno del Giubileo testè iniziato.
Voi avrete così la sorte di essere testimoni immediati di uno di quei privilegiati tempi di grazie, in cui la Città eterna e l'universo cattolico si trovano uniti nel bacio fraterno della pace di Cristo.
Attraverso le Porte, di cui sarete i custodi, voi vedrete passare in onde non interrotte, il fiume d'innumerevoli fedeli. Quanti altri, nella impossibilità di soddisfare la loro ardente brama di pellegrinare anch'essi verso questi luoghi sacri, pensano con santa invidia a quelli che come voi, si avvicenderanno nel mistero di servire « negli atri del Signore » (Ps. 83, 3).
Mostratevi degni di un così nobile ufficio; degni in primo luogo dinanzi a Dio, degni poi anche dinanzi ai vostri fratelli nella fede, che da tutte le parti del mondo affluiranno verso Roma, verso il cuore della Cristianità.
Abbiate sempre presente al vostro spirito che, destinati alla guardia della Porta Santa di questa Patriarcale Basilica Vaticana, voi presterete servizio presso il luogo della tomba gloriosa del Principe degli Apostoli, a cui Cristo ha dato le chiavi dell'altra Porta celeste, sulla soglia della vostra eterna salute.
Le valve di bronzo, che abbiamo testè benedette, lodano con accento commovente le magnificenze della misericordia di Colui, che è venuto a cercare ciò che si era perduto (cfr. Matth. 18, II). La misericordia del Signore non si è stancata e il suo braccio non è divenuto troppo corto per salvare (cfr. Is. 59, 1). Nessuno è escluso dalle sue promesse, nè dalla soavità delle sue consolazioni: « Bonus est Dominus . . . animae quaerenti illum » (Thr. 5, 25).
Adempite dunque l'ufficio commessovi con un tal sentimento, che il vostro cuore si apra e si lasci inondare dal torrente delle grazie della misericordia divina. Siate non soltanto vigilanti guardiani delle Porte Sante, ma anche fedeli custodi di quelle delle anime vostre: « Qui custodit mandatum, custodit animam suam » (Prov. 19, 16).
Con questo augurio sulle labbra e con questa fiducia nel cuore, v'impartiamo, diletti figli, in auspicio dei più abbondanti favori celesti, la Nostra paterna Apostolica Benedizione.
*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XI,
Undecimo anno di Pontificato, 2 marzo 1949 - 1° marzo 1950, pp. 343 - 344
Tipografia Poliglotta Vaticana
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