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  DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
AI TRANVIERI ROMANI IN PELLEGRINAGGIO
*

Aula della Benedizione - Domenica, 19 novembre 1950

 

Anche voi, diletti figli, conducenti, fattorini, impiegati, tecnici delle tranvie, siete voluti venire coi vostri esperti e vigili dirigenti per compiere il vostro pellegrinaggio giubilare con la benedizione del Vicario di Cristo e Padre comune dei fedeli. Noi siamo commossi dinanzi a questo vostro attestato di spirito cristiano e di filiale fiducia, e ne riconosciamo altamente il profondo significato religioso e morale. Ma che cosa potremmo aggiungere a quel che abbiamo già detto, sia ai pellegrini in generale, sia in particolare ai vostri colleghi dell'A.T.A.C., i quali vi hanno qui preceduti or sono quasi tre anni?

Il lavoro molteplice e incessante, di cui allora parlammo, è anche il vostro; ma pochi, Ci sembra, sanno apprezzarlo al suo giusto valore. I più, pronti a rilevare i non voluti ritardi, i disagi provenienti dall'ingombro, di cui non siete voi responsabili, i difetti nel materiale o nel servizio, riflettono forse, d'altra parte, a quale somma di fatiche e di sacrifici voi siete sottoposti per assicurare il normale andamento delle tranvie, e soprattutto si rendono essi conto del sovraccarico di lavoro e di responsabilità, che alcuni periodi, come il presente, v'impongono?

È una delle pene comuni a quanti sono addetti a un pubblico servizio, il notare come il popolo si abitua a non vedere in loro che agenti di una impresa anonima, e quasi semplici parti di una grande macchina, mentre perde di vista che ognuno di essi è un uomo, con un cuore di figlio, di sposo, di padre, un cuore proclive all'amore dei suoi simili e della società. Può quindi accadere che, in certe ore, in certe circostanze, voi vi sentiate come negletti e quasi soli in mezzo alla folla. Però Dio, vostro Padre celeste, sa leggere nel fondo del vostro cuore e scrutarne i veri sentimenti, anche nascosti e ignorati.

Ma ora, nel declino di questo Anno Santo e all'approssimarsi della sua chiusura, Ci piace di riconoscere la parte che voi avete avuta nel suo svolgimento. Esso è stato per voi occasione di un più alacre lavoro: conducenti inchiodati al vostro posto per la manovra del motore; fattorini non di rado assaliti e quasi sopraffatti dalla moltitudine dei pellegrini dei più diversi paesi e di tutte le lingue, che vi rivolgono tante domande, vi chiedon le più disparate informazioni, e spesso rimangono edificati per la vostra pazienza e la vostra cortesia; e anche voi, collaboratodi tutti i gradi e di tutti i servizi, la cui opera in tutte le su forme si è così fortemente complicata; ingegneri e lavoratori di varie specie, manovali, pulitori, gommisti, cantonieri, elettricisti, incessantemente occupati nel mantenimento, nella verificazione, nella riparazione del materiale logorato dall'uso più intenso.

In tal guisa, diletti figli, voi avete ben contribuito, ciascun nell'ordine e nel campo proprio, al buon successo dell'Anni Santo, e con ciò stesso al suo frutto spirituale, che è stato così grande; contributo umile, spesso inosservato, ma assai importante, per il quale siamo lieti di congratularCi con voi e di ringraziarvi paternamente.

Tuttavia non basta per voi di aver facilitato a migliaia e centinaia di migliaia di pellegrini l'acquisto del Giubileo; è giusto che ne beneficiate voi stessi, che partecipiate voi stessi effettivamente alle grazie straordinarie dell'Anno Santo. Noi sappiamo che voi avete a cuore di lucrarlo, compiendo degnamente, devotamente, le pratiche prescritte; che anzi volete impregnarvene, farne vivere le vostre anime con un maggior fervore di pietà cristiana, con una fedeltà più delicata a tutti i vostri doveri personali, domestici, professionali, sociali, con una fermezza più risoluta nell'aperta professione della vostra fede, con una adesione sempre più stretta alla santa Chiesa di Gesù Cristo,

Di questa filiale adesione voi date una prova luminosa, grande, generosa, col collocamento di una statua del Sacro Cuore nel piazzale del deposito e delle officine dell'A.T.A.C. Oh, sì, regni Gesù nelle vostre anime, nelle vostre famiglie; santifichi le vostre aspirazioni e le vostre fatiche; il suo regno è regno di giustizia, di amore e di pace, pace dei cuori, pace dei popoli; la sua immagine sarà là, in mezzo a voi, dinanzi a voi, sarà per voi lume, forza, rinnovamento, conforto.

Ed ora, poiché abbiamo pronunziato la parola « pace », lasciate che diciamo a voi ciò che Ci siamo veduti nella necessità di affermare più volte. Alcuni — voi lo sapete — accusano la Chiesa, il Papa, di volere la guerra, di preparare la guerra. No! No! non è vero! La Chiesa detesta la guerra coi suoi orrori, vuole la pace, la pace interna nei popoli, fra i figli di una stessa patria, la pace fra le Nazioni, fra i membri della grande famiglia umana.

Con tale augurio di grazie e di pace impartiamo con effusione di affetto a voi, a tutti i vostri colleghi e compagni, a tutti i vostri cari, la Nostra paterna Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XII,
 Dodicesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1950 - 1° marzo 1951, pp. 319 - 321
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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