AI COMPONENTI L'UNIONE ROMANA
INGEGNERI E ARCHITETTI*
Domenica, 17 giugno 1951
Ben volentieri, diletti figli, accogliamo l'omaggio della vostra filiale devozione, e con particolare compiacimento vi vediamo qui accompagnati dalle vostre famiglie: agli uni e alle altre diamo il Nostro cordiale benvenuto.
In varie circostanze abbiamo avuto occasione di manifestare il Nostro interesse per l'esercizio della vostra professione. Infatti — per non soffermarCi che sulla più vasta e grandiosa delle sue attività, di cui il vostro illustre Presidente è insigne Maestro, vogliamo dire l'edilizia —, quale ne è il molteplice oggetto? Procurare con ogni diligenza un focolare decente, sano e, in quanto è possibile, confortevole, a tutti, specialmente a tanti sventurati, espatriati, rifugiati, erranti senza dimora; far sorgere o rialzare dalle rovine gli edifici pubblici necessari od utili alla vita sociale, economica, commerciale, industriale; costruire quelli richiesti dalla coltura intellettuale, morale, artistica, come le scuole, gl'istituti, i musei; elevare, a gloria di Dio e per i bisogni religiosi delle popolazioni, santuari, templi, degni del loro fine sublime.
Ora in tutto questo, dalle più umili abitazioni ai più splendidi edifici, bisogna saper unire alla utilità pratica, accresciuta e perfezionata da tutti i progressi moderni, la dignità e il valore estetico, retaggio di una tradizione, che, lungi dallo sviarsi in strane deformazioni, si mantiene e si arricchisce ad ogni passo, nel corso di una continua evoluzione, senza incoerenze nè capricci.
È chiaro che la perfezione di questa alleanza della tecnica, della comodità e della bellezza, esige nell'ingegnere e nell'architetto una scienza, un'esperienza, un gusto, che suppongono doni naturali, coltivati e affinati dallo studio e dal lavoro.
Quando si pensa alla importanza che hanno per il bene comune l'abitazione conveniente delle famiglie, la opportuna collocazione delle diverse attività in condizioni favorevoli al lavoro collettivo, allo studio e alla coltura, il carattere religioso raccolto ed elevante degli edifici sacri, si deve ben riconoscere che voi avete diritto all'elogio e alla gratitudine di quanti a voi debbono, in buona parte, il benessere della loro vita domestica, l'agio del loro lavoro, il progresso e l'ascesa delle loro anime.
Perciò, mentre di cuore Ci congratuliamo con voi, impartiamo con affetto a voi, alle vostre famiglie e alla vostra benemerita Unione, la Nostra Benedizione Apostolica.
*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XIII,
Tredicesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1951 - 1° marzo 1952, pp. 157 - 158
Tipografia Poliglotta Vaticana
Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana