DISCORSO
A NUMEROSI SODALIZI DELLE FIGLIE DI MARIA
DI ROMA E DEL LAZIO*
Giovedì, 22 maggio 1952
In questa bella festa dell'Ascensione, è una gioia per il Nostro cuore l'accogliere le schiere della Pia Unione delle Figlie di Maria di S. Agnese e di quelle ad esse aggregate. Dilette figlie, che così numerose e liete siete oggi accorse alla casa del Padre, per dirgli la vostra devozione e chiedergli di avvalorare con la Benedizione Apostolica la milizia santa della Regina dei cieli, sparsa in tutto il mondo cattolico, siate le benvenute!
Il giorno di questa Udienza Ci sembra particolarmente adatto per rivolgere a voi la Nostra pur breve parola. Si può dire infatti in un certo senso che la prima Pia Unione si formò il di stesso dell'Ascensione, poichè Noi amiamo di pensare che la Ssma Vergine non fu assente dal Monte dell'Oliveto, allorchè il suo Figlio divino benedisse per l'ultima volta sulla terra i suoi discepoli e salì al cielo. Chi fu allora l'anima dei primi fedeli se non la Madre di Gesù? Noi sappiamo che ella era nel cenacolo durante i giorni di attesa e di preghiera, che terminarono con la gloriosa manifestazione dello Spirito Santo. La sua sola presenza fu per gli Apostoli e i discepoli un incentivo ad amare meglio Gesù: ella fu per loro la Madre del buon consiglio, la Madre della vera e solida pietà.
E anche Noi in questo momento sentiamo qui presente la cara nostra Madre Maria, nella quale, dopo Gesù, sono fondate tutte le nostre speranze: presente in mezzo a voi, come la madre di famiglia, che abbraccia col suo sguardo, che stringe al suo cuore la sua diletta prole; presente vicino a Noi, quasi celeste suggeritrice, perchè dalla Nostra esortazione abbia nuovo alimento la vostra vita cristiana e nuovo impulso l'opera vostra nel mondo.
Ben sanno i vostri Dirigenti — l'inclito Ordine dei Canonici Regolari Lateranensi —, e sapete voi stesse, dilette figlie, che la Santa Sede, per opera specialmente dei Nostri gloriosi Predecessori Pio IX e Leone XIII, promosse e arricchì di privilegi la vostra Pia Unione; e quasi ultimo vanto, venuto ad essa dalle forze avverse, fu l'onore di essere stata coinvolta nella raffica degli ostili procedimenti, coi quali, venti anni or sono, fu colpita l'Azione Cattolica (cfr. Pio XI Encicl. Non abbiamo bisogno , 29 giugno 1931 - Acta Ap. Sedis vol. 23, 1931, p. 289 e 300).
Ma più che ai privilegi, vi sia caro di guardare ai doveri, che derivano a tutte e a ciascuna dagli alti intenti della vostra Pia Unione.
Essa ha il precipuo scopo di coltivare e sviluppare la pietà delle giovani: una pietà soda e illuminata, che corrisponda allo spirito dei tempi. Essa insiste innanzi tutto sulla necessità della preghiera; v'insegna a pregare e a pregare bene. La preghiera è la respirazione dell'anima. Senza preghiera frequente e fervorosa l'anima si fa anemica, la fede s'indebolisce, la speranza langue, e al posto della carità l'egoismo s'insedia, come piombo, nei cuori.
I direttori zelanti, che hanno la cura spirituale delle vostre Unioni, vi mettono in guardia contro i vostri difetti e contro le tentazioni interne ed esterne, e vi guidano secondo le mutevoli circostanze; ma i principi non sono cambiati, la natura umana è sempre sostanzialmente la stessa.
Mutati sono invece i costumi. L'autorità della famiglia è generalmente diminuita, e la libertà lasciata alle giovani le espone a più numerosi cimenti; l'obbligo frequente di lavorare negli uffici, nei negozi, nei laboratori, nelle fabbriche, moltiplica le occasioni e i pericoli; le relazioni spesso troppo libere coi giovani, le pubblicazioni in vendita nei chioschi, i « films » proiettati nelle sale cinematografiche, sono sovente un eccitamento al male. Certamente non è in vostro potere di riformare la pubblica moralità; ma le difficoltà, che voi incontrate per tutelare la vostra virtù, la vostra pietà, la vostra stessa fede, v'impongono l'obbligo di cercare la luce e la forza, di cui avete bisogno, là ove esse si trovano. Ora la vostra Pia Unione vi offre anche in questo vantaggi incomparabili. Voi non potete infatti contentarvi della istruzione catechistica ricevuta quando eravate bambine di dieci o dodici anni: dovete completare la vostra istruzione religiosa, sapere come rispondere alle obiezioni contro la fede.
Ma la luce non basta, se il cuore non è generoso. - Qualunque sia il vostro stato e la vostra condizione, sia puro il vostro cuore, sia vostra, in tutto e sempre, la volontà di Dio nell'umile accettazione di quanto forma la trama della vostra vita, e nulla vi mancherà per essere degne della vostra Madre celeste; porterete col nome la vera figliolanza spirituale, e la vostra devozione a Maria sarà dei fatti, e non delle semplici forme. Il mondo vedrà in voi figlie ubbidienti ai genitori e affezionate, lavoratrici operose, giovani e donne aliene dalle vane frivolezze, lontane da tutto ciò che è via lubrica ai facili costumi. Vedrà spose e madri esemplari, consapevoli della loro alta missione educatrice, intente a formare, per i sentieri della fede, della onestà, della pietà religiosa, quella famiglia cristiana, che sola può dare alla società elementi costruttivi di un popolo civile, forte e grande, ossequente alle leggi di Dio.
Vedrà altresì questo mondo (spettacolo misterioso per lui) distaccarsi a volte dal seno delle vostre Unioni, al cenno del Signore, anime fatte straniere alla terra per una irresistibile nostalgia del cielo e delle cose dello spirito, e volare al raccoglimento del chiostro, per consacrare ai fratelli tutte le loro energie, o consumare queste, con più diretto mistico commercio con Dio, in quella vita contemplativa, che è la più alta e squisita forma di vita.
Così costituite ed ordinate, voi intendete, dilette figlie, quale valido fattore di bene morale e religioso siano in seno alla Chiesa le Unioni delle Figlie di Maria, e come dovete aver cara la grazia che il Signore vi fa di rifugiare la vostra vita cristiana all'ombra della Madonna e sotto il suo manto materno.
Poichè l'esperienza di lunghi anni e dei più diversi Paesi ha dimostrato che le buone Figlie di Maria sono sempre state la gioia delle famiglie, l'esempio di ogni virtù domestica e civile, pensate quanto dobbiamo avere a cuore che le loro Unioni fioriscano in ogni parrocchia e tornino a prosperare ovunque l'usura del tempo e la fralezza degli uomini hanno potuto diminuirne l'efficienza o inaridirne la linfa vitale.
Nè l'Azione cattolica potrebbe sentirsi sminuita nel suo lavoro dall'opera spirituale a cui sono addette le vostre Pie Unioni, poichè queste non sono per sè e in primo luogo istituite per l'azione esteriore, ma principalmente per il necessario alimento di quella vita interiore cristiana, senza la quale il resto sarebbe piuttosto rumore che sostanza di apostolato. Che anzi l'Azione cattolica sarà lieta di trovare nelle Pie Unioni anime già formate e provate nella vita religiosa personale, e le Pie Unioni, dal canto loro, ben volentieri le metteranno al servizio dell'Azione cattolica. Continuate dunque con coraggio e con zelo a lavorare nello spirito e secondo i metodi e le leggi, che hanno fatto in passato vigoreggiare le vostre Unioni. Quelle fra voi, che sono atte e si sentono chiamate all'apostolato dei laici, avranno sempre nell'Azione cattolica e in altre opere di apostolato amorevole accoglienza.
A ritemprarvi in questo spirito e a rendere il più possibile feconda la vostra azione, non mancherà il patrocinio della Madre celeste, della soave Vergine e Martire Agnese e della novella compatrona, la dolce e Santa Maria Goretti. E se tutte le Figlie di Maria, vicine e lontane, gareggeranno in fervore di vita e di virtù, non sarà mediocre il vostro contributo all'opera di quel rinnovamento spirituale, che abbiamo così urgentemente invocato.
Con tale fiducia Noi imploriamo su tutte le vostre Unioni la continua materna tutela della Vergine Immacolata, e mentre v'invitiamo a stringervi intorno a Lei con lo sguardo al suo divin Figlio, santificatore delle anime vostre, impartiamo a quante siete qui presenti, alle vostre consorelle lontane, di ogni regione e di ogni popolo, alle vostre famiglie, ai vostri lavori, ai vostri propositi, con effusione di cuore la Nostra paterna Apostolica Benedizione.
*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XIV,
Quattordicesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1952 - 1° marzo 1953, pp. 163 - 166
Tipografia Poliglotta Vaticana
A.A.S., vol. XXXXIV (1952), n. 10, pp. 536 - 539.
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