DISCORSO
AI GIOVANI DI AZIONE CATTOLICA *
Sala degli Svizzeri - Mercoledì, 5 novembre 1953
La grande moltitudine di figli Nostri, che da ogni parte d'Italia e del mondo vengono a visitare il Padre comune, per manifestarGli il loro affetto e riceverne la confortatrice Benedizione, Ci costringe — come voi sapete — a riceverli il più delle volte uniti in Udienza generale; e anche nel pomeriggio di oggi Noi Ci faremo ad essi premurosamente incontro per benedirli con tutta l'effusione del Nostro cuore.
Abbiamo, però, voluto ricevere in particolare Udienza voi, diletti giovani, perchè bramavamo di fare la vostra personale conoscenza ed esprimervi tutta la Nostra gioia e il Nostro paterno compiacimento
Noi ben sappiamo con quanta serietà si preparano e si compiono le gare di cultura religiosa fra i membri delle Associazioni parrocchiali ovvero di studenti, rurali, artigiani e altri lavoratori. Ma voi avete avuto l'abilità di sostenere e superare anche le prove per le varie « eliminatorie » diocesane e regionali; voi siete i vincitori assoluti, e Noi possiamo, quindi, salutare in voi i più bravi fra i cinquecentomila giovani partecipanti a queste pacifiche battaglie.
Diletti figli! Non intendiamo qui di ripetere quanto Ci stia a cuore di coltura religiosa di tutti i fedeli, e in modo speciale dei cattolici militanti: Noi abbiamo avuto occasione di riaffermarlo anche ultimamente, ricevendo i vostri Assistenti ecclesiastici, i sacerdoti periti in attività catechistiche, e gli studenti vincitori del concorso « Veritas ». Oggi vorremmo approfittare di questo breve incontro per dirvi quanto desidereremmo che voi e tutti i giovani di Azione Cattolica, possessori della verità, sentiste il bisogno di esserne diffusori assidui. Vorremmo che, nell'atto di ricevere dalle Nostre mani il « Gagliardetto », voi assumeste l'impegno di moltiplicare gli sforzi per riportare certezza e luce in tante anime strette nelle spire del dubbio e pericolanti nelle tenebre.
Guardatevi intorno, diletti figli : voi troverete da per tutto anime disorientate, perchè poco illuminate ; le incontrerete nella scuola, nelle officine, nei campi. Nè l'ignoranza religiosa è soltanto la piaga degli assenti e dei lontani : anche coloro, infatti, che frequentano le chiese e si accostano di tanto in tanto ai sacramenti, hanno spesso nozioni così manchevoli e insufficienti da far temere che basteranno le occupazioni e gli affanni quotidiani a soffocarle; quand'anche non sopraggiungano — come accade di frequente — il vento gelido del dubbio e la tempesta delle passioni a far crollare il già malfermo edificio della loro coltura religiosa. Considerate, per esempio, il vostro caseggiato o la vostra frazione; calcolate quanti sono o quasi completamente digiuni di ogni alimento della parola di Dio o assai scarsamente nutriti. Questa ignoranza spiega alcune — altrimenti inesplicabili — imprudenze, alcune deviazioni e purtroppo alcune reali, anche se non perfettamente coscienti e non confessate, apostasie. Quando infatti il Sommo Pontefice, la Chiesa danno istruzioni precise nelle questioni che hanno il diritto e il dovere di trattare, solo l'ignoranza può condurre a certi atteggiamenti di resistenza, passiva e attiva, se pur si vuole escludere in taluni la pervicacia e la malafede.
Diletti figli! La Chiesa celebra oggi la festa di S. Carlo Borromeo, sommo curatore di anime, la cui attività pastorale suole essere ricordata come una delle più intense, laboriose e feconde. Dopo quattro secoli sono tuttora visibili le orme del suo passaggio nelle parrocchie della sua vasta archidiocesi, e l'eredità spirituale da Lui lasciata alla Chiesa ambrosiana forma ancora la meraviglia di quanti la conoscono. Ebbene: quando Egli volle procedere al rinnovamento del popolo, riformando i costumi e procurando di rimettere in grazia di Dio le anime dei fedeli, ebbe cura innanzi tutto che essi possedessero una coscienza completa e profonda delle verità cristiane, e a tale scopo creò una vera « organizzazione » dell'insegnamento religioso ai fanciulli e agli adulti.
Ora non vi è dubbio che debba procedere per la stessa via ogni Pastore di anime, che voglia seriamente risolvere il problema del rinascimento spirituale della propria popolazione, come è richiesto dall'urgenza dei tempi. Molti lo fanno già; altri si accingono a compierlo. È necessario che essi trovino nei militanti di Azione Cattolica tutto il possibile aiuto. Forse il vostro impiego ordinario non sarà sempre quello di essere scelti e usati come insegnanti di catechismo ai più piccoli; per essi il Parroco cercherà spesso collaboratrici nei rami femminili dell'Azione Cattolica. Piuttosto, dopo una conveniente preparazione, voi potreste essere adoperati — sotto la guida, col consiglio e con l'assistenza dei sacerdoti — per l'istruzione religiosa degli adolescenti, che non frequentano l'associazione, ma entrano egualmente nell'ambito della vostra attività, in occasione, per esempio, dello sport e del divertimento in genere. Intanto per il catechismo dei fanciulli, per la catechesi agli adulti, per i corsi di coltura religiosa alle diverse classi e categorie, vi è tutta una opera di preparazione, di conquista, di organizzazione in genere, per la quale voi sarete pronti a portare il contributo del vostro tempo libero e delle vostre molteplici capacità.
Vi è poi un lavoro, dal quale nessuno di voi dovrebbe ritenersi dispensato: il lavoro dell'accostamento individuale, anima ad anima, in ogni luogo, in tutte le circostanze. Vorremmo che nessuno parlasse con voi, trattasse con voi, lavorasse con voi, senza riceverne un raggio di luce cristiana nella mente.
Per questo insistiamo sulla necessità, l'urgenza e l'efficacia del lavoro « capillare » da farsi sulla « Base Missionaria », in collaborazione coi diversi rami di Azione Cattolica e con i militanti di tutte le altre Opere. Fate, diletti figli, che per mezzo vostro Gesù penetri, Maestro e Salvatore, dovunque vi sono anime, che, anche senza accorgersene, attendono ed anelano di incontrarsi con Lui.
II
(Cortile interno del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo)
Il Nostro primo cordiale saluto è per voi, dilettissimi figli, giovani di Azione Cattolica, vincitori della Gara nazionale di coltura religiosa. L'accorrere di moltitudini sempre più numerose di fedeli Ci ha costretti a riservare l'Udienza speciale di stamane agli 80 vostri compagni vittoriosi nelle « eliminatorie » diocesane e regionali. Non dovete, tuttavia, pensare che voi siete, per questo, meno cari al Nostro cuore paterno: Noi amiamo di tenerissimo affetto tutti i giovani di Azione Cattolica, perché tutti sono il Nostro gaudio e la Nostra corona.
Ai vostri Assistenti ecclesiastiCi diocesani Noi confidammo — or non è molto — le Nostre speranze su di voi, le Nostre trepidazioni, i Nostri desideri. Oggi Ci restringiamo ad insistere sulla necessità assoluta per voi di serrare le file ed essere, come sono vostro dovere e vostra aspirazione, un pacifico e ardimentoso esercito, pronto a ogni cenno della Chiesa, a ogni cenno del Papa.
Questa prontezza e questo ardimento nell'esecuzione dei minimi desideri del Vicario di Cristo è sempre stata una delle gemme più splendenti nella corona aurea della gioventù italiana di Azione Cattolica: generosamente disposta a qualunque sacrificio, affinché tale splendore non venga offuscato, tale gloriosa tradizione non sia interrotta.
Se mai la gioventù cattolica dubitasse o discutesse quando la Chiesa e il Papa danno insegnamenti e norme, essa non sarebbe degna della sua storia e delle sue glorie.
Nella storia della Chiesa — voi lo sapete — vi sono sempre stati periodi difficili e particolarmente torbidi. Quasi sempre si trattava di alcuni problemi che esigevano con urgenza un'adeguata soluzione. Ricordate le invasioni barbariche che minacciavano di travolgere la nascente civiltà cristiana; pensate alle lotte per la libera elezione del Romano Pontefice contro le abusive intromissioni d'imperiosi Sovrani e di potenti famiglie; richiamate alla mente il nefasto scisma d'occidente, il filosofismo, e tutta l'apostasia progressiva tendente al completo scristianamento della umana società.
In tali periodi, chi si fosse fermato alle apparenze, avrebbe creduto a reali pericoli per l'esistenza o almeno per l'opera della Chiesa in mezzo agli uomini; difatto, però, con l'aiuto del suo divino Fondatore e Capo invisibile, essa vi ha trovato e troverà sino al termine dei secoli perfino occasioni di avanzamento: una precisione accresciuta della sua dottrina, una mirabile riscossa di santità all'interno, e la estensione del suo apostolato ad altre terre, grazie alle sue missioni. A lato dei prevaricatori Dio suscita i Santi, agli eretici oppone i Dottori, la violenza degli Imperatori autocrati viene contenuta dall'ardimento dei Pontefici, mentre alla cosiddetta riforma protestante si contrappone la grandiosa opera della restaurazione cattolica.
Diletti figli! Anche oggi il mondo attraversa uno dei suoi periodi più gravi, e non è questa la prima volta che segnaliamo il fatto agli uomini attoniti davanti al contrasto fra le luci di un gigantesco progresso tecnico e le tenebre di un funesto decadimento morale, non solo per una sempre più audace immodestia di mode, di figure, di spettacoli, ma anche per la progressiva negazione delle verità fondamentali, su cui riposano il divino Decalogo e la condotta cristiana della vita. Sembra che le umane strutture rendano ogni giorno più difficile agli animi il cammino verso la conoscenza, l'amore e il servizio di Dio e verso il fine ultimo che è il possesso di Lui nella Sua gloria e la Sua felicità.
Di fronte a tanto disorientamento, a tanto odio, a tante tenebre sta, perennemente vigile, la Chiesa con la sua luce e il suo amore. E nella Chiesa — Noi lo sappiamo — schiere innumerevoli di anime elette sono pronte a qualsiasi impresa, a qualsiasi olocausto, per aiutarla a salvare ancora una volta il mondo.
Volete, carissimi giovani, essere voi — con i cinquecentocinquantamila vostri compagni sparsi in tutta Italia — le avanguardie di un giovanile esercito costruttore?
Siete pronti a mostrare il vostro amore alla Chiesa, al Papa?
V'è chi muove loro una guerra terribile con perfida strategia e subdola tattica: volete voi combattere per essa e con essa?
Muoiono gli uomini, anche quelli che sembravano immortali; crollano le umane istituzioni; si succedono, gli uni agli altri, i più impensati tramonti. E a ogni alba nuova la Chiesa assiste serena ed è baciata dal sorgere di ogni nuovo sole.
*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XV,
Quindicesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1953 - 1° marzo 1954, pp. 453 - 457
Tipografia Poliglotta Vaticana
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