DISCORSO
AI FEDELI DELLA PARROCCHIA DI CENTOCELLE*
Domenica, 13 dicembre 1953
Rivolgiamo anzitutto a voi il Nostro paterno benvenuto, diletti figli e figlie della Parrocchia di S. Felice da Cantalice in Centocelle. La vostra partecipazione assidua e fervorosa alla « Settimana Mariana » e soprattutto i vostri impegni per l'anno Mariano or ora incominciato, hanno riempito di consolazione l'animo Nostro; ma Noi vogliamo esprimervi la Nostra paterna gratitudine per una notizia comunicataCi dal vostro zelante Parroco e che, da sola, basterebbe a riempirCi di gioia: 1500 famiglie della vostra parrocchia hanno cominciato a onorare Maria col Rosario quotidiano. Ogni sera, quindi, da 1500 case si leverà al cielo l'incenso della preghiera con le invocazioni del Padre Nostro; con le lodi, gli annunzi e le implorazioni dell'Ave Maria; con l'inno di gloria alla Santissima Trinità. Ogni sera — mentre si prega — verranno meditati i misteri della vita di Gesù e di Maria, e non è difficile d'immaginare che Maria sorriderà di un sorriso celeste ai suoi figli, come quando, a Lourdes, vedeva Bernadette e il popolo alzare verso di Lei la corona del Rosario.
Ma soprattutto avverrà ogni sera un fatto, semplice in apparenza, ma tale da rapire gli angeli, che dal cielo vedono e ascoltano: in tante case, dinanzi all'immagine della Vergine Ssma, recitando il Santo Rosario, la famiglia sta pregando unita. Forse non immaginate, diletti figli, quanto ciò sia sufficiente a darCi fiducia che nella vostra Parrocchia sia bene avviata ormai quella rinascita religiosa integrale, che Noi abbiamo auspicato nell'Enciclica « Fulgens corona » e sulla quale abbiamo nuovamente insistito nel Nostro recente Radiomessaggio all'Azione Cattolica Italiana.
Dobbiamo contentarCi, diletti figli, di dirvi soltanto un pensiero, anche se l'affetto particolarissimo, che Ci lega ai Nostri fedeli romani, Ci spingerebbe a prolungare il più possibile il vostro presente incontro col Padre comune; ma forse questo semplice accenno potrà contribuire a dare fermezza e costanza al vostro proposito.
Ecco, diletti figli: se dovessimo compendiare ciò che per voi imploriamo dal Signore e anche ciò che ognuno desidera per sè, forse non troveremmo una formula più comprensiva di questa: in ogni famiglia possa regnare il Signore con la sua grazia e con un conveniente benessere materiale nella concordia e nella pace.
Ma proprio per ottenere ciò, gioverà moltissimo il Rosario in famiglia, la quale se prega, vive, e se prega unita, vive unita. Noi vi esortiamo, diletti figli, a pregare per vivere: per la vita dell'anima e per la vita del corpo; Noi vi esortiamo a pregare uniti per vivere nella concordia degli animi.
1. - La vita propria dell'anima cristiana, come della famiglia cristiana, è la vita divina. Per aver questa vita in voi, per conservarla, per farla crescere, voi vi impegnate ad elevare la vostra mente e il vostro cuore a Dio con una delle preghiere più semplici e più complete: il S. Rosario è infatti uno dei modi più belli per mettersi a colloquio col cielo.
2. - Famiglia che prega, famiglia che vive. E viene alla Nostra mente anche il problema della vostra vita umana, della vostra vita materiale, il problema del pane quotidiano per voi e per i vostri figli. « L'uomo — ha detto Gesù — non vive di solo pane » (Matth. 4, 4); ma è chiaro che vive anche di pane, anzi che non può vivere senza il pane. Se dunque è anticristiano e antiumano ridurre la vita dell'uomo al solo problema del pane, non è cristiano nè umano rimanersene indifferenti e inattivi di fronte alla fame e alla miseria dei propri fratelli. Occorrerà dunque che tutti operino indefessamente per creare agli uomini onesti e laboriosi condizioni umane di vita.
Ma intanto occorrerà ricordare una parola del divino Maestro che conserva anche oggi il suo valore, e suona anzi di particolare monito al mondo moderno. Disse infatti Gesù: « Cercate innanzi tutto il regno di Dio e la sua giustizia; il resto vi sarà dato in soprappiù » (Matth. 6, 33).
Diletti figli! Noi ripensiamo sovente a una scena che voi certamente conoscete e ricordate. Correvano le turbe dietro a Gesù e ascoltavano, insaziate e insaziabili, la parola di Lui, dimentiche dei loro bisogni materiali. Oggi, invece, tante anime dimenticano Gesù, si allontanano da Lui in cerca di benessere terreno, e così esse muoiono d'inedia, mentre i problemi materiali si presentano sempre più insolubili.
Famiglia che prega, famiglia che vive. Vive l'anima della vita divina, vive il corpo della vita materiale. Dio provvede ai gigli del campo e agli uccelli dell'aria: come non provvederà a persone e a famiglie, che si sforzano di stare unite a Lui e gli chiedono tutte insieme, ogni sera, con tanta insistenza: « Dacci oggi il nostro pane quotidiano? ».
Pregate, diletti figli: pregate il vostro Padre buono e onnipotente, pregateLo bene, pregateLo senza stanchezza. Chiedete che sia santificato il suo Nome; che venga il suo regno; che sia fatta la sua volontà. E chiedetegli il pane quotidiano per voi e per i vostri figli.
3. - Se, come avete promesso, reciterete il S. Rosario in famiglia, tutti uniti, voi gusterete la pace, voi avrete nelle vostre dimore la concordia degli animi. In un mondo diviso da tanti odi, beati coloro che trovano nella propria casa come un'oasi di pace. Pochi mezzi Ci sembrano tanto efficaci a promuovere e conservare l'unione degli animi, quanto la preghiera in comune detta in famiglia, sotto lo sguardo affettuoso e sorridente di Maria. Rinnovate, quindi, il vostro impegno, diletti figli e figlie. E possano altre parrocchie di Roma farei dono anch'esse di una così letificante notizia!
*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XV,
Quindicesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1953 - 1° marzo 1954, pp. 513 - 515
Tipografia Poliglotta Vaticana
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