DISCORSO
AI FEDELI DELLA CHIESA
DELL'ADDOLORATA DI TOR DI QUINTO*
Aula della Benedizione - Domenica, 27 dicembre 1953
Il nostro primo affettuoso saluto va ai diletti figli e figlie del Quartiere romano di Tor Quinto, ai quali vogliamo rivolgere una Nostra particolare parola di auspicio e di incoraggiamento. In questi giorni di santa letizia, un augurio nasce in tanti cuori e spunta su tante labbra: quello che voi con la vostra presenza avete fatto a Noi, e che Noi ricambiamo con tutta l'effusione del Nostro cuore.
Con la Santa Liturgia noi stiamo rivivendo e gustando i giorni della venuta del Bambino Gesù nel mondo, e voi sapete quanto quel solo ricordo intenerisce i cuori, diffondendo come un lieve profumo e provocando risonanze ineffabili negl'individui e nelle famiglie. In questi giorni fioriscono tanti atti di squisita bontà, e pare che cessino gli odi e le divisioni ; mai come in questo tempo s'intrecciano nell'aria gli « auguri », in una santa gara fra gli uomini a desiderarsi scambievolmente il bene, la pace, la serenità. Sono giorni di mutuo avvicinamento e ognuno — per quanto è possibile — procura di celebrare le feste Natalizie in compagnia dei propri cari.
1. - « Buone e sante Feste », auguriamo dunque innanzi tutto a voi, che siete voluti qui venire per chiederCi la confortatrice Benedizione. Possa Gesù Bambino nascere misteriosamente, ma realmente nel cuore di ciascuno di voi; possa venire in voi e trovare nell'anima vostra quasi una piccola casa preparata e adorna per riposarvi serenamente, non contaminata dallo spirito di un mondo inquieto e frenetico! Oh se Gesù trovasse in voi come un tabernacolo vivo! Oh se voi sentiste quanto è dolce lo stare con Lui, l'assomigliare a Lui, l'unirsi a Lui e far proprie le sue disposizioni interiori, la sua attività, e perfino, quasi il suo intimo aspetto!
2. - « Buone e sante Feste », in secondo luogo, a chi non è potuto venire. Noi ben sappiamo che il vostro già così considerevole numero si sarebbe accresciuto, se molti altri avessero avuto la possibilità di essere qui con voi. Ma Noi vogliamo considerare allo stesso modo tutti come spiritualmente presenti. Vi sono i cari malati, trattenuti in letto o per qualsiasi motivo costretti a rimanere in casa; il Nostro pensiero corre pure ai buoni vecchietti stanchi o incapaci di muoversi; alle madri coi bimbi ancora troppo piccini: tutti cari figli Nostri, ai quali vi preghiamo di portare il Nostro paterno augurio e l'assicurazione della Nostra preghiera al Signore, affinchè Egli li benedica tutti, conforti tutti e protegga ogni casa, facendo scendere su tutti un raggio della sua Provvidenza divina.
3. - Poi « buone e sante Feste » anche a chi poteva, ma non è voluto venire.
Sul vostro conto, sulla vostra attività spirituale, abbiamo appreso tante belle notizie, diletti figli e figlie. Sappiamo che nel mese di maggio trenta gruppi di fedeli hanno recitato il S. Rosario nelle vie e nelle piazze del vostro Quartiere, dinanzi a una piccola statua della Madonna; avete organizzato, sempre nelle strade, la solenne Via Crucis per risvegliare in tutti l'amore alla Croce; sappiamo altresì che i vostri bambini e le vostre bambine sono come piccoli apostoli e chiamano i loro compagni al catechismo e alla S. Messa nelle domeniche e nelle feste. Tutto questo — com'è naturale — Ci ha procurato grande gioia. Ma può impedirCi, diletti figli, di pensare con accorata tristezza ad altri, che non sono con voi, perchè non hanno voluto?
Da molto tempo forse essi hanno abbandonato Iddio; si sono allontanati da Gesù, dalla Chiesa, dal Sacerdote. Alcuni sono oggi indifferenti; altri — sembrerebbe incredibile — sono divenuti nemici del Signore e vivono incatenati dall'odio, immersi quindi in una tristezza profonda, senza nemmeno immaginare che, tornando alla casa del Padre, ritroverebbero la pace e la serenità perduta. Voi senza dubbio ne conoscete alcuni; essi non sanno quello che fanno, e del loro quasi incomprensibile odio e della loro inesplicabile avversione vi è una causa principale: il veleno della calunnia versato insidiosamente nell'animo loro da uomini senza coscienza, i quali sistematicamente accusano la Chiesa, travisano i discorsi del Papa e interpretano con animo malevolo ogni suo gesto.
Questo è un delitto, diletti figli, un grave delitto. Potete infatti credere che il Papa, la Chiesa, siano contro i poveri? Può il Papa essere contro gli operai? Può il Papa desiderare la guerra?
Nondimeno anche a questi infelici, vittime di una propaganda perversa, voi direte ugualmente « buone e sante Feste » a nome del Papa, il quale ama tutti e tutti vorrebbe vedere sereni nella concordia e nel conveniente benessere.
4. - Ma un particolare significato vorremmo che avesse il Nostro augurio di « buone e sante Feste » per tutti voi, diletti figli di Tor Quinto, presenti ed assenti. Vorremmo cioè che tutti voi foste in pace col Signore.
Solo Iddio sa quanta tristezza inonda l'animo Nostro, allorchè gravi disgrazie colpiscono qualcuno dei Nostri figli, com'è recentemente avvenuto proprio nel vostro Quartiere. Secondo le Nostre possibilità, cerchiamo di essere presenti dappertutto per asciugare lagrime e soccorrere gli sventurati. Ma sono forse paragonabili le disgrazie materiali alla morte dell'anima, alla sua eterna dannazione?
Che tutti viviate in pace col Signore : ecco il Nostro primo e principale augurio; ecco la Nostra ansia quotidiana, non solo per voi, ma per tutti gli uomini della terra.
Diletti figli! Fra le notizie che il vostro zelante sacerdote ha voluto comunicarCi, una ha arrecato particolare conforto al Nostro cuore, e di essa vi siamo specialmente grati: molti fanciulli, e anche molti adulti, accorrono spesso in Chiesa per ricevere Gesù. Volete voi farCi un graditissimo dono natalizio? PrometteteCi di continuare sempre così, e impegnatevi a portare altre anime ai piedi dell'altare, perchè si nutrano di Gesù, assicurandosi in tal modo la perennità della vita divina.
E Dio sa quanta gioia proverebbe il Nostro cuore paterno, se apprendessimo che non pochi di voi, specialmente fra i giovani e le giovanette, sono disposti anche a sacrifici e rinunzie per comunicarsi ogni giorno.
Poichè se mangerete la Carne di Gesù, voi dimorerete in Lui ed Egli in voi (cfr. Io. 6, 56), e Gesù diverrà, più presto di quanto possiate credere, il dominatore assoluto delle vostre anime, il Re pacifico delle vostre famiglie.
*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XV,
Quindicesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1953 - 1° marzo 1954, pp. 535 - 537
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