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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
AI PARTECIPANTI ALLA ASSEMBLEA GENERALE ANNUALE
DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE CASSE MUTUE MALATTIE
DELLA CONFEDERAZIONE ITALIANA DEI COLTIVATORI DIRETTI*

 Sala del Concistoro - Giovedì, 16 maggio 1957

 

Quando, il 18 maggio 1955, Noi rivolgevamo parole di felicitazione e di incoraggiamento ai Coltivatori Diretti con venuti a Roma per il 9° Congresso, Ci fu di particolare conforto il menzionare, tra i risultati ottenuti dalla loro Confederazione, l'estensione a questa categoria sociale dell'assicurazione per le malattie (Discorsi e Radiomessaggi, vol. XVII, pag. 99). Da appena cinque mesi era entrata allora in vigore la legge votata dal Parlamento il 22 novembre 1954, che coronava sei anni di sforzi ardui e tenaci contro un'opposizione risoluta a ritardarne il più possibile l'approvazione.

Ed ora ecco riunita in Roma l'Assemblea Nazionale della vostra Federazione delle Casse Mutue, per sottomettere all'esame e alla discussione il lavoro compiuto durante questo primo periodo di attività e prendere le deliberazioni, che determineranno il suo futuro indirizzo.

Voi non avete voluto, diletti figli, lasciar passare questa occasione senza venire a chiederCi di benedire i vostri lavori; ben sapete infatti con quale premura e quale paterna affezione accogliamo sempre i rappresentanti della vostra Federazione; e anche oggi Ci rallegriamo con voi nel vedere saldamente stabilita e in piena funzione la rete delle Casse Mutue, sul piano comunale, provinciale e nazionale. Voi potete in tutta sincerità pensare che gli sforzi considerevoli compiuti per condurre a termine la legge che le istituiva, erano pienamente giustificati ed hanno già ricevuto una larga ricompensa. Così si annuncia un miglioramento sensibile nella condizione dei lavoratori agricoli indipendenti, ridotti spesso ad accontentarsi di un tenore di vita inferiore a quello cui potrebbero legittimamente aspirare.

Più volte si è rilevato che il proprietario terriero o l'affittuario, che vive della coltivazione diretta del suolo, spesso non dispone che di un appezzamento di terreno insufficiente al mantenimento normale della famiglia e incapace di fornirgli mezzi bastanti per prevedere, senza troppa apprensione, il caso di un trattamento medico o di una degenza all'ospedale. È facile quindi d'immaginare quel che accade allorchè malattie o infortuni colpiscono il coltivatore o qualcuno dei suoi: egli si trova allora dinanzi alla dolorosa alternativa, o di contrarre forti debiti che peseranno su di lui per lunghi anni e peggioreranno anche più il suo stato economico, oppure di rinunziare alle cure mediche indispensabili. Quest'ultima soluzione, purtroppo frequente, metteva a volte in tragico rilievo la grave condizione di uno dei ceti dell'ordine sociale, tanto più dura a sopportare, in quanto i lavoratori salariati dall'industria, dal commercio e da altri settori dell'economia, usufruivano di una assistenza sociale, capace di risparmiare loro tali difficoltà.

La ricordata nuova legge ha portato rimedio a questa disuguaglianza, istituendo le Casse Mutue dei Coltivatori Diretti, che interessano circa 1.500.000 famiglie rurali per complessivi 6 milioni di persone. Ormai queste godono dell'assistenza sanitaria generica a domicilio e in ambulatorio, dell'assistenza ospedaliera, dell'assistenza sanitaria speciale, diagnostica e curativa, e dell'assistenza ostetrica.

Le caratteristiche di questa legge sono anzitutto, come abbiamo ora accennato, l'assicurazione contro le malattie in favore di lavoratori autonomi, mentre prima ne erano beneficiari solo quelli retribuiti da un datore di lavoro; poi la partecipazione, per la prima volta, dello Stato italiano alle spese di assicurazione con una quota determinata, pienamente giustificata dalle condizioni di particolare disagio in cui suole trovarsi la categoria dei coltivatori diretti. Ma l'innovazione degna di maggiore apprezzamento, e di cui con ragione potete andare orgogliosi, è che la gestione delle vostre Casse Mutue viene affidata a Consigli amministrativi eletti dagli stessi interessati. Spetta perciò a questi di scegliere uomini onesti e competenti, i quali abbiano in vista solo il vero vantaggio delle comunità e siano accorti a sventare abusi, che possono non difficilmente introdursi in organismi di tal genere.

Non abbiamo bisogno di esporre ora i felici successi, a voi ben noti, ottenuti in due anni di attività dell'assistenza ospedaliera e resi eloquenti già dalle semplici cifre.

Su tali risultati iniziali voi avete la consolazione, diletti figli, di fondare la speranza di lenire notevolmente il peso delle sofferenze di tante famiglie di agricoltori; sofferenze fisiche così penose, quando vi si aggiungeva l'impossibilità di procurar loro un adeguato sollievo; sofferenze psicologiche, inoltre, di genitori, tormentati dall'ansia e prostrati nell'abbattimento, incapaci come erano di assicurare ai figli le cure necessarie. Non si osa quasi misurare la somma di coraggio e di pazienza, di cui hanno dato prova tante modeste famiglie rurali, per sopportare tali pene. Di ciò, felicemente, non resterà ben presto che un triste ricordo. Certo rimane ancora non poco da fare per rendere veramente soddisfacente la condizione di queste famiglie, ma un passo in avanti, e un serio passo, è stato compiuto.

Come non rilevare inoltre quanto l'organizzazione delle Casse Mutue apporta ai coltivatori nel senso civico e sociale? Anzitutto essi si rallegrano nel vedere la cura dello Stato a loro riguardo e su tale fatto baseranno una rinnovata fiducia verso la comunità nazionale. Quindi, riprendendo serenità in sè stessi, si sentiranno liberati dal timore di trovarsi all'improvviso nella penuria in caso di malattia di un membro della famiglia. Ma soprattutto, collaborando al funzionamento delle Casse Mutue, essi eserciteranno la propria responsabilità e si renderanno conto, in modo tangibile, che è loro possibile di migliorare le condizioni materiali con le loro stesse risoluzioni e con la coordinazione dei propri sforzi. Col concorso di un'attività di ordine economico si apre loro la via a una migliore comprensione di un elemento essenziale dell'equilibrio sociale : il compenso dei rischi mediante la solidarietà effettiva di tutti i membri di una comunità. I progressi della civilizzazione importano senza dubbio una più grande autonomia degli individui, un maggior spirito di libertà e d'intrapresa, ma rischiano tuttavia di segregarli e di far loro perdere la coscienza dei vincoli che li ricollegano agli altri e fissano le reciproche responsabilità.

Non è forse uno degli aspetti più consolanti del cristianesimo quello della solidarietà spirituale, che in tanti modi si manifesta nei membri della Chiesa fra loro e col loro Capo ? Le promesse di redenzione, la speranza che spinge gli uomini a cercarne ogni giorno l'adempimento a prezzo anche di eroici sacrifici, i mezzi concreti per ottenerla inserendola sempre più profondamente nella vita della Chiesa, il tesoro dei meriti di Cristo e dei Santi: tutto ciò appartiene in comune ai fedeli, nel modo stesso che essi attendono con un sol cuore il ritorno glorioso di Cristo e il trionfo definitivo del suo Regno nella carità. La solidarietà umana non ha fondamento solido fuori di questa carità cristiana, in cui trova anche la sua perfezione. Voi possedete, nella vostra attività al servizio della Federazione Nazionale delle Casse Mutue, un mezzo nuovo per mandarla ad effetto in modi efficaci e generosi, atti a promuovere un rafforzamento sensibile della condizione sociale dei Coltivatori Diretti.

Voglia il Signore dirigere i vostri lavori e accordare ad essi frutti abbondanti, affinchè, in quanti traggono dalla terra il nutrimento per sè e per le loro famiglie, si sviluppino — come la pianta si alimenta per l'azione di una linfa novella e vigorosa — le qualità umane e le virtù cristiane più feconde.

Con tale augurio e in pegno dei più eletti favori celesti, impartiamo di gran cuore a voi e a tutti i membri della vostra Federazione la Nostra paterna Benedizione Apostolica.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XIX,
 Diciannovesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1957 - 1° marzo 1958, pp. 191-194
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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