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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
NEL 50° DELLA UNIONE DONNE
DI AZIONE CATTOLICA ITALIANA*

 Basilica Vaticana - Mercoledì, 2 luglio 1957

 

I medesimi sentimenti di conforto e di speranza, che inondarono il magnanimo cuore del Nostro Predecessore S. Pio X, allorchè approvò la nascente vostra Associazione, voi rinnovate oggi nell'animo Nostro, dilette figlie della Unione Donne di Azione Cattolica Italiana, convenute intorno a Noi per celebrare fruttuosamente la fausta ricorrenza cinquantenaria dalla fondazione della vostra provvida compagine. Se non che la splendida realtà di così numerose ed egregie opere attuate dall'UDACI in mezzo secolo di vita, le folte ed operose falangi che questa accoglie sotto i suoi vessilli, la provata fedeltà al programma di fondazione, ma molto più allo spirito di dedizione alla Chiesa ed al suo Capo, che animò i suoi antesignani, aggiungono a quei sentimenti profondità e vivezza, quali soltanto gli ottimi risultati già conseguiti sono in grado di suscitare. Unitevi pertanto all'inno di ringraziamento che Noi di tutto cuore innalziamo all'Onnipotente, per avere Egli ispirato ed incrementato così abbondante messe di santità e di apostolato, quanta il ricordo dei trascorsi cinquanta anni luminosamente manifesta; e, nello stesso tempo, sappiate trarre dalle attivazioni, dalle prove, dalle lotte del passato, insegnamenti e stimoli per il futuro. Affine di meglio aiutarvi in ciò, come voi stesse bramate, daremo qualche rapido sguardo al trascorso cinquantennio della vostra Unione, non tanto per rivivere i felici momenti della sua benemerita storia, quanto per additarvi quali siano gl'immediati problemi e le più urgenti necessità che vi riguardano al presente, acciocchè dedichiate ad essi la vostra attenzione e lo zelo della vostra operosità.

Paragonando — come si suole in ricorrenze simili — lo sviluppo della vostra associazione a quello di un organismo vivente, il pensiero va spontaneo alle sue origini, come alla culla, per rianimare quell'aura di speranze, che suole sempre aleggiare intorno ad ogni novella vita. Particolarmente voi, madri, sapete quanto sia dolce il ritorno con la mente alla culla dei figli, allorchè, contemplandoli ormai grandi, ammirate con sguardi teneri e quasi furtivi la vigoria della loro giovinezza e maturità, il dinamismo dello spirito, specialmente se applicato ad opere coronate da favorevole successo. Divenuti ormai validi in seno alla società, vi compiacete di raffigurarveli ancora teneri bambini, soffermandovi a scrutare nei lontani e sempre vivi ricordi della loro infanzia, se mai i loro primi vagiti e gesti avessero lasciato prevedere in qualche modo fin d'allora la presente realtà. Ora, se voi volgete lo sguardo alla culla della vostra Unione, riscontrerete nelle prime voci, nei propositi, negli atti e nelle persone, che accompagnarono la sua fondazione, altrettanti presagi della futura vitalità, le genuine e sane radici, donde essa trasse la linfa, in virtù della quale crebbe in importanza e fecondità.

Sovrasta, innanzi tutto, sopra i ricordi delle origini, l'eccelso spirito di S. Pio X, da voi additato nei vostri scritti come « Fondatore » della Unione, assecondato dalla eletta anima della prima Presidente, Maria Cristina dei Principi Giustiniani Bandini, donna di forte tempra cristiana, prudentemente ardita ed aperta ai problemi del suo tempo. Sotto l'imperversare della burrasca laicista, che mirava, non senza qualche successo, a segregare la Chiesa dalla vita pubblica, e ad irrigidire l'azione dei cattolici col vento gelido del silenzio e dello scherno, la vostra fondatrice avvertì suonata l'ora di Dio, che chiamava il vostro ceto a schierarsi con le forze sane e cristiane della nazione, ed innalzò, quasi come vessillo, l'incitamento del Principe degli Apostoli: « Resistite fortes in fide » (1 Petr. 5, 9). Il motto, destinato a restare operante anche in futuro, interpretava, con aderenza ai tempi e quasi come squillo di santa riscossa, l'altro positivo e universale, prescelto da S. Pio X, quale programma del suo pontificato: « Instaurare omnia in Christo: accentrare tutte le cose in Cristo, le cose del cielo e quelle della terra » (Eph. 1, 10). Così, in un clima arroventato di lotte, con arditi propositi, in dedizione umile ed obbediente alla Chiesa, sbocciò il novello virgulto della Unione delle Donne cattoliche. Riecheggiano ancora oggi con efficacia nei vostri cuori le prime esortazioni rivolte dal santo Pontefice, ben degne di essere ripetute nella odierna circostanza: « Unite voi potrete meglio conseguire quei mezzi, che sono necessari per compiere i vostri doveri nella famiglia e nel consorzio civile »; e le altre di chi fu posto a guida dei primi passi della Unione : « Uscite in campo, uscite a combattere le sante battaglie del Signore, a propagare con la parola e con l'esempio il regno di Gesù Cristo, a profondere i tesori della cristiana carità in mezzo alle famiglie e nella società »; ma con particolare soddisfazione voi custodite tra i ricordi più cari di quel tempo la testimonianza di fiducia espressa da S. Pio X quasi con accento di vaticinio: « Le Donne Cattoliche in Italia faranno grandi cose : ...saranno loro a rendere cristiana l'Italia ». Rendere cristiana l'Italia; diffondere il Regno di Cristo; adempiere la missione sociale propria della donna, in modo che questa appaia angelo di amore fra gli umani dolori; rendere pratiche, efficaci e rispondenti alle necessità dei tempi le opere, alle quali la donna si dedica nel campo della religione, della carità e dell'azione sociale; fare, in una parola, cose grandi a vantaggio della Chiesa e della Patria; tali i fausti presagi e le alte mire della nascente Unione delle Donne di Azione Cattolica, che si ricavano dai suoi primi documenti. Non mancò chi, avvezzo a visioni troppo ristrette degli uomini e delle cose, stimasse simile ideale una pia illusione o un'avventura sconsigliata e sconsigliabile; ma la splendida testimonianza, che è ora in grado di dare il trascorso cinquantennio, non solo depone in favore di quanti vollero l'inserimento della donna cristiana nelle opere esterne dell'apostolato, ma inoltre insegna in che modo nascono e si sviluppano le opere di Dio, vale a dire, con l'umiltà, il silenzio, la preghiera e la perseveranza da parte dell'uomo, e, da parte di Dio, con la sua assistenza efficace e risolutiva che vince ogni debolezza e contrasto. La vostra Unione ha rivissuto, nelle proporzioni sue proprie, la parabola del piccolo seme, pressochè in tutte le sue vicende indicate dal divino Maestro (cfr. Matth. 13, 3 e segg.; Luc. 13, 19; Io. 12, 24). Ma gli aspetti che meglio rendono la somiglianza della vostra Unione al seme evangelico sono la sua « bontà » ed il suo rapido e sicuro sviluppo. L'Unione fu sin dal principio un « buon seme » per la interezza degli scopi: la formazione e la pratica cristiana delle associate; l'apostolato in mezzo al proprio ceto; l'azione a vantaggio del civile consorzio. Nella perfezione geometrica di questo triangolo di vita cristiana, consigliabile ad ogni laico che vive nel mondo, l'Unione ha svolto la sua intensa e multiforme attività, adeguandosi con pronta intelligenza alle necessità proprie dei tempi e delle regioni e costantemente ampliando le dimensioni del campo di lavoro ed il proprio influsso sulla nazione.

Se non temessimo di ridurre la vostra splendida storia ad un mero elenco di opere, dovremmo soffermarCi a lungo a ricordarle singolarmente; tuttavia non possiamo fare a meno di menzionarne alcune, come, per esempio, nel campo della formazione religiosa, i corsi sistematici di cultura che si svolgono annualmente nelle singole sezioni, i convegni straordinari di spiritualità, « i turni perenni di devozione a Maria », i circoli di studio delle Encicliche pontificie appena pubblicate, la Scuola Superiore di Apostolato, i « Convegni » intitolati alla eletta anima della Ven. Maria Cristina di Savoia, i Ritiri spirituali di uno o più giorni, le particolari devozioni della Unione e i solenni atti di culto. Meno appariscenti, forse, queste imprese sono state e saranno sempre il segreto del buon successo di ogni esteriore attività nel campo di Dio. Cospicua è ugualmente la fioritura delle innumerevoli opere apostoliche, da voi spesso contrassegnate con titoli significativi e felici, quali: l'Apostolato della culla, l'Armadio del povero, Mater parvulorum, l'Araldo del Papa prescelto nelle Gare catechistiche. Il lavoro apostolico, che durante i primi anni si proponeva massimamente di reprimere l'allora dilagante empietà, fronteggiando, come meglio si poteva, gli assalti del nemico contro la educazione cristiana della gioventù, il carattere sacro della famiglia, l'assiduo compimento dei doveri di culto, il rispetto al Vicario di Cristo, ha assunto man mano valori positivi, quasi di santa controffensiva col recare il messaggio cristiano oltre gli spalti dell'avversario. Il trascorso cinquantennio mostra altresì un confortante « crescendo » delle attività civiche e sociali, conformemente all'accresciuto vigore delle altre forze cattoliche. Se si paragonano i timidi e contrastati passi compiuti dall'Unione agli esordi nel campo dell'assistenza alle classi operaie e del servizio sociale, con le stabili e bene ordinate attuazioni del presente, non si può non ringraziare ancora una volta il Signore per aver suscitato « in tempore necessitatis » (Ps. 31, 6) tanta provvida opera. Si noti anche come così ampi risultati sono stati conseguiti con una fatica silenziosa e tenace in settori che talvolta sembravano distanti, se non addirittura estranei, ai problemi strettamente sociali; in essi però si preparavano le novelle generazioni a far fronte alle istanze di giustizia, che si venivano maturando, e soprattutto si educavano alla sensibilità verso il bene comune. Da quelle schiere di avanguardia, che nei primi decenni non altro potevano fare — e generosamente fecero — che protestare contro i fautori del divorzio, assistere le vedove di guerra, procurare alle famiglie le notizie dei soldati dispersi, ricordare all'opinione pubblica il diritto della donna al voto, sono derivate le schiere di esperte e sicure guide del ceto femminile, che al presente si cimentano con onore nei differenti settori della vita sociale.

Dove la somiglianza dell'Unione al seme evangelico si manifesta più chiaramente, anche con date e cifre, è nel suo rapido sviluppo in grande compagine, veramente simile all'albero dalla folta chioma, ove gli uccelli del cielo trovano rifugio e riposo (cfr. Matth. 13, 32). Le centinaia di comitati e le molte migliaia di associate, pressoché in ogni parrocchia italiana, di cui parlano le vostre cronache fin dal primo decennio, sono, già per sè stesse, eloquenti testimonianze della sanità dell'organismo e della ordinata disciplina. È sempre vero che nel campo associativo le alte cifre possono indurre in errore di valutazione circa l'effettiva forza, la quale deriva dalla qualità più che dalla quantità; tuttavia da quel che si è detto ed insieme dalle cifre presentate ai vostri Congressi è lecito arguire a favore di una vasta fecondità della vostra Unione nel settore dell'apostolato. Più persuasivi, senza dubbio, sono i germogli sbocciati dalle sue radici e divenuti robuste piante autonome: in primo luogo, la valida Gioventù Femminile di Azione Cattolica, l'Associazione Fanciulli, e, in parte come innesto, in parte come gemma, il ramo femminile della, Federazione Universitaria. Recentemente, nell'immediato dopoguerra, quando la vostra Patria si accinse a riordinare le istituzioni pubbliche e private, la Unione Donne di Azione Cattolica apparve, in molti casi, il vivaio meglio provvisto e a tutta prova sano per alimentare con le sue socie i non pochi movimenti di rinascita religiosa e sociale, che soppraggiunte necessità esigevano anche nel campo femminile. Il fornire buoni soggetti alle associazioni che si propongono scopi specifici, purchè non porti, come voi dite, al « dissanguamento » dell'Unione, non solo torna a lode della vostra compagine, ma può considerarsi altresì uno degli scopi principali di essa. Le presenti necessità e i problemi del mondo femminile, così differenti per natura ed oggetto, richiedono talvolta gruppi a parte, accuratamente preparati ed assidui in un'azione specifica. L'Unione stessa, del resto, ha compreso tale esigenza, dimostrandolo col determinare più nettamente i suoi scopi e con l'intessere rapporti di collaborazione coi detti movimenti, in uno sforzo unito verso la comune meta, che fu già, per l'addietro, tutta e solo vostra : avviare il ceto femminile della Nazione ad attuare l'ideale cristiano in ogni importante settore della vita. Abbiamo appreso, pertanto, con vivo compiacimento che all'interno dell'Unione vi siete avviate verso il reclutamento per categoria, distinguendo tra ceti urbani e rurali, le cui diverse necessità impongono metodi appropriati di penetrazione e di coltivazione; che, per mezzo di buone intese, fuori o all'interno dell'Azione Cattolica propriamente detta, o direttamente o con attività specifiche, curate più diligentemente categorie ben determinate, quali, i genitori, le insegnanti, le infermiere, le vigilatrici dell'infanzia, le giovani viventi fuori della propria famiglia, le mondine, gli emigranti, e simili classi; che, tra tutte le attività esterne, preferite quelle rivolte alla difesa della religione dagli assalti dell'ateismo e delle sette acattoliche, alla formazione di madri veramente cristiane, alla vigilanza sulla moralità della moda, degli spettacoli, dei mezzi d'informazione, della villeggiatura, al buon andamento della scuola e dell'opera educativa nelle famiglie; che, sul terreno civico-sociale, vi occupate con encomiabile solerzia della tutela dei diritti e dell'osservanza dei doveri della donna, della sua preparazione professionale, compiendo nello stesso tempo opera di alto civismo e di cristiana carità.

Come già abbiamo accennato al principio del Nostro dire, la storia e le presenti attuazioni della vostra Unione debbono mirare a illuminarvi e spronarvi nel futuro, che fin d'ora auguriamo anche più fecondo. In che modo potrete eguagliare e superare il passato? Tenete innanzi tutto come saldo principio che l' Unione Donne di Azione Cattolica è ancora necessaria alla Chiesa e alla Patria, e che essa gode tuttora la fiducia del Vicario di Cristo. I motivi, che indussero S. Pio X ad approvarla e a molto sperare in essa, non solo sussistono anche oggi, ma si manifestano sempre più fondati ed urgenti. Taluni settori, imprese, metodi di apostolato non potrebbero essere affidati ad altri che al cuore particolarmente sensibile e sempre materno della donna. Se occorresse mutare direzioni, opere e sistemi, per adeguare l'azione ai tempi, nessun mutamento perfettivo può arrecarsi al già accennato « triangolo di vita cristiana », in cui sono circoscritte le supreme finalità dell'Unione, e cioè, la formazione e pratica cristiana delle associate, l'apostolato esterno, l'azione civico-sociale. Ma non si insisterà mai abbastanza sul primo e principale dei tre scopi. Si potrebbe forse tollerare che il conseguimento degli altri due venisse impedito da circostanze avverse, particolarmente se si considerano le condizioni personali delle singole socie, e che gli scopi propostisi dall'Unione restassero, per cause esterne, inadempiuti; ma non si potrebbe soffrire un naufragio nella formazione e pratica cristiana delle associate. In queste sta l'intima e insostituibile forza di ogni organismo religioso; queste le sorgenti, donde scaturiscono la carità e lo zelo, che temprano gli animi nella coesione e nella disciplina, e li rendono illuminati, generosi ed impavidi; questa la forza interiore, che atterrisce gli avversari, i quali invano la invidiano e si sforzano di emularla, creando miti dalle umane passioni. La vostra Unione, come pure le altre Associazioni cattoliche di apostolato, non temano altri avversari più che l'aridità spirituale dei propri membri.

Da tutto ciò si conclude quanto sia grande la responsabilità dell'Assistente ecclesiastico, il cui ministero, esercitato con esemplare spirito sacerdotale e con vita intemerata, consiste principalmente nel guidare e nello spronare le anime alla santificazione. Gli Statuti dell'Unione con molta saggezza gli attribuiscono una notevole autorità, non solo perchè egli ha da garantire il titolo di « cattolica » alla vostra « azione », soprattutto mediante la piena conformità ed obbedienza agl'insegnamenti e alle intenzioni di questa Sede Apostolica, ma anche perchè egli deve comunicarle il fuoco santificatore dello Spirito divino. È stato, del resto, più volte notato da voi stesse : in quelle parrocchie, ove una vostra Associazione può contare sopra un Assistente ecclesiastico, esimio nell'adempimento dei suoi sacrosanti doveri sacerdotali e solerte nell'applicare le norme degli Statuti dell'Unione, il fervore ed il ritmo della vita cristiana e delle opere apostoliche sono più intensi, il grado dell'istruzione religiosa più alto, ben distribuita l'assistenza caritativa, più pronta la difesa dei principi cristiani, più sane le famiglie, più fedele alla Chiesa il popolo. È vostro dovere quindi di pregare il Padrone della messe, affinchè vi destini tali guide, e, avutele, di lasciarvi da esse condurre.

Eguagliare e superare il passato! Ecco l'impegno che proponiamo all'Unione Donne di Azione Cattolica, sulla soglia del secondo cinquantennio. Superarlo per rettitudine d'intenzioni, per molteplicità di opere, per copia di risultati. Forse vi atterrisce il pensiero di tale superamento? È vero; la vostra cristiana umiltà vi ricorda l'umana debolezza ed indica in chi vi ha preceduto nel santo agone dell'apostolato altezze straordinarie di doti e di virtù; forse le presenti condizioni nel mondo e della umana società appariscono più ardue che nel passato; forse vi sentite quasi smarrite nell'oceano di nuove necessità da fronteggiare; forse vi scoraggia l'imponente apparato delle forze del male. Tutto ciò non è una valida ragione per togliere la mano dall'aratro ed interrompere il solco, poichè con voi è Dio. Strumenti di Lui voi siete, da Lui invitate a gettare il buon seme nel mondo; per la sua gloria voi spendete le vostre fatiche. Guardate a Colei, che vi appartiene in modo particolare come Madre e Regina, Maria Santissima, e ripetete il suo atto di fede e di umiltà: « Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum » (Luc.1, 38), come già dissero le prime associate dell'Unione. L'intensità della vostra fiducia in Dio sia tale da meritare la lode già rivolta dal divino Maestro alla Cananea: « O donna, grande è la tua fede », seguita dalla promessa: « ti sia fatto come desideri » (Matth. 15, 28). Iddio offre la sua potenza alle creature, che confidano umilmente in Lui. Non temete dunque di progettare nuove opere, di estendere il vostro raggio di azione, di contrastare i passi del nemico apparentemente più forte di voi, di « volere » qualsiasi impresa che ridondi a gloria divina, ad incremento della Chiesa, a salute delle anime vostre ed altrui.

Affinchè questo Nostro voto si adempia, invochiamo i celesti favori su voi qui presenti e sulle schiere delle associate, sparse nella penisola, ed impartiamo a tutte di gran cuore la Nostra paterna Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XX,
Ventesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1958-9 ottobre 1958, pp. 219-226
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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