MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER L'APERTURA DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE
“UN CARISMA A SERVIZIO DELLA CHIESA E DELL’UMANITÀ"
IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA NASCITA
DELLA SERVA DI DIO CHIARA LUBICH
Cari fratelli!
Mi rallegro vivamente per la celebrazione del Convegno internazionale che vi vede radunati, prima a Trento e poi a Loppiano, in occasione del centenario della nascita della Serva di Dio Chiara Lubich, con l’obiettivo di approfondire il significato e il contributo del carisma dell’unità a servizio oggi della missione della Chiesa come comunione evangelizzatrice.
I carismi sono «regali dello Spirito integrati nel corpo ecclesiale, attratti verso il centro che è Cristo, da dove si incanalano in una spinta evangelizzatrice» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 130). È bene dunque, anche per i Vescovi, mettersi sempre di nuovo alla scuola dello Spirito Santo, che fa uscire dal Cenacolo – dove il Signore Gesù li ha riuniti in unità con Pietro e con Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa – per camminare nel fuoco della Pentecoste con tutto il Popolo di Dio lungo le strade della missione. La sua luce e la sua forza guidano ad incontrare con misericordia e tenerezza chi vive e soffre nelle periferie esistenziali e sociali, annunciando e testimoniando con gioia, senza paura, ricchi solo di fede, di speranza, di amore il Vangelo di Gesù.
I doni carismatici sono co-essenziali, insieme ai doni gerarchici, nella missione della Chiesa,[1] e i Pastori sono investiti del dono specifico di riconoscere e promuovere l’azione dello Spirito Santo che dissemina in seno al Popolo di Dio, tra i fedeli di ogni vocazione, «grazie speciali con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi vari incarichi e uffici utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa» (Lumen gentium, 12). Il carisma dell’unità è una di queste grazie per il nostro tempo, che sperimenta un cambiamento di portata epocale e invoca una riforma spirituale e pastorale semplice e radicale, che riporti la Chiesa alla sorgente sempre nuova e attuale del Vangelo di Gesù.
Attraverso il carisma dell’unità, pienamente sintonizzato con il magistero del Concilio Ecumenico Vaticano II, lo Spirito Santo insegna in concreto a vivere la grazia dell’unità secondo la preghiera rivolta da Gesù al Padre nell’imminenza della sua Pasqua di morte e risurrezione (cfr Gv 17,21). Lo Spirito invita a scegliere come unico tutto della nostra sequela e come unica bussola del nostro ministero Gesù crocifisso – Chiara Lubich aggiungerebbe “abbandonato” (cfr Mc 15,34; Mt 27,46) – facendosi uno con tutti, a partire dagli ultimi, dagli esclusi, dagli scartati, per portare loro la luce, la gioia, la pace. Lo Spirito apre al dialogo della carità e della verità con ogni uomo e ogni donna, di tutte le culture, le tradizioni religiose, le convinzioni ideali, per edificare nell’incontro la civiltà nuova dell’amore. Lo Spirito mette alla scuola di Maria, dove si impara che ciò che vale e resta è l’amore. Come Maria e con lei siamo chiamati a rendere presente e quasi tangibile insieme, per l’umanità di oggi, Gesù, il Figlio di Dio che nel suo grembo si è fatto primogenito tra molti fratelli e sorelle (cfr Rm 8,29) e che vive Risorto in mezzo a quanti sono uno nel suo Nome (cfr Mt 18,20).
Con voi, dunque, cari fratelli Vescovi, esprimo la gratitudine a Dio per il dono del carisma dell’unità attraverso la testimonianza e l’insegnamento della Serva di Dio Chiara Lubich e, con rinnovata comunione e sotto lo sguardo materno di Maria, «invoco […] lo Spirito Santo, lo prego che venga a rinnovare, a scuotere, a dare impulso alla Chiesa in un’audace uscita fuori da sé per evangelizzare tutti i popoli» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 261).
Benedico ciascuno di voi e le comunità a voi affidate, e vi chiedo per favore di pregare per me.
Roma, da San Giovanni in Laterano, 29 gennaio 2020
Francesco
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