GIOVANNI PAOLO II
UDIENZA GENERALE
Mercoledì, 17 novembre 1982
1. Desidero ringraziare ancora una volta il Re di Spagna e le Autorità di quel Paese, come anche la Conferenza Episcopale Spagnola, per l’invito alla chiusura del “400° anniversario della morte di santa Teresa di Gesù”. Non mi è stato dato di partecipare all’inaugurazione di questo giubileo un anno fa, ma ho potuto recarmi in Spagna per la sua solenne conclusione.
La solennità della conclusione dell’Anno Teresiano ha avuto luogo il giorno di Tutti i Santi, prima ad Avila, dove è nata la grande santa riformatrice del Carmelo e dottore della Chiesa, e poi ad Alba de Tormes, dove ella ha terminato la sua vita terrena nell’anno 1582. In questo modo si è compiuta la conclusione dell’Anno Teresiano in Spagna alla presenza e con la partecipazione del Papa.
2. Il Giubileo Teresiano ha una specifica eloquenza non soltanto in considerazione della figura della Santa, ma anche, indirettamente, in considerazione del periodo in cui essa è vissuta e che è molto importante per la storia della Chiesa. Insieme alla grande opera di Teresa di Gesù appare nell’orizzonte del Carmelo rinnovato “san Giovanni della Croce”. E pertanto nel quadro dello stesso pellegrinaggio, mi è stato dato di visitare, il 4 novembre, anche la sua tomba a Segovia. La missione di ambedue i santi dottori della Chiesa cade nel periodo immediatamente posteriore alla Riforma, e al tempo stesso si colloca dopo il Concilio Tridentino, che inizia un rinnovamento della Chiesa significativo per quei tempi.
In questo processo la Spagna ha avuto una sua parte rilevante. Il rinnovamento iniziatosi nella penisola iberica ha abbracciato, mediante i santi carmelitani, la sfera della vita spirituale, il campo dell’ascesi e della mistica, e al tempo stesso si è esteso al campo dell’apostolato e delle missioni nel senso moderno della parola. Nel corso del mio pellegrinaggio in Spagna mi è stato dato di visitare anche i due luoghi che si collegano con questo raggio di rinnovamento: Loyola e Javier. Il primo, nella zona Basca, è il luogo di nascita di sant’Ignazio, Fondatore della Compagnia di Gesù; il secondo è il luogo di nascita di san Francesco Saverio, grande pioniere e patrono delle missioni. Le vie missionarie del Santo, uno tra i primi compagni di Ignazio di Loyola, lo hanno condotto prima di tutto verso l’Estremo Oriente. Al tempo stesso non bisogna dimenticare che allora, già da quasi un secolo dopo la scoperta dell’America, i missionari si dirigevano verso Occidente ad annunciare il Vangelo.
3. Così, dunque, al centro della visita del Papa si sono trovati i grandi santi, che ha generato la terra spagnola. I santi sono pure il più pieno coronamento della storia della Chiesa nella penisola iberica, storia che risale ai tempi apostolici. A questa penisola si è avviato san Paolo nei suoi viaggi missionari. Tuttavia, si è fissato soprattutto il ricordo e la tradizione di san Giacomo Maggiore a Compostela, alla estremità nord-ovest della Spagna, dove giungevano, nel corso di tanti secoli, i pellegrini dai diversi paesi d’Europa.
Unendosi alla loro lunga fila, il Papa ha voluto far riferimento alle tradizioni apostoliche della Chiesa e della Nazione nella penisola iberica. Queste tradizioni sono continuate anche nel corso dei secoli, quando la gran parte della penisola si è trovata sotto la dominazione dei Musulmani, e si sono nuovamente sviluppate quando i Re cattolici Isabella e Ferdinando riunirono sotto il loro potere tutta la Spagna.
Il pellegrinaggio in quel Paese mi ha condotto ai centri più antichi della fede e della Chiesa nello spazio di quasi 2.000 anni. Questa fede e la Chiesa hanno fruttificato in particolare misura con i Santi e i Beati di tutte le epoche. La beatificazione dell’umile serva dei poveri, la beata Angela della Croce a Sevilla, è stata un ultimo suggello di questo processo storico.
4. E, contemporaneamente, questo pellegrinaggio papale nella Spagna è entrato nel contesto di tutta la realtà contemporanea della Chiesa, del Popolo di Dio nella penisola iberica. Nella cornice della tradizione secolare sono apparsi i problemi e i temi che compongono la vita della Chiesa e della società oggi, e che sono stati affidati al Signore fin dal primo giorno con la partecipazione all’atto eucaristico dell’Adorazione notturna.
Particolarmente eloquente, da questo punto di vista, è stata la visita a Toledo, sede primaziale della Spagna, luogo di importanti Concili nei secoli passati della Chiesa. Al tempo stesso, la celebrazione eucaristica a Toledo ha riunito i rappresentanti dell’apostolato dei laici di tutto il Paese, e ad essi si è riferita l’omelia della santa Messa.
La problematica della vita dei laici ha trovato anche la sua espressione durante la santa Messa per le famiglie a Madrid. Durante il viaggio, questa fu l’assemblea più numerosa di tutte e in essa sono stati messi in rilievo i problemi sulla responsabilità del matrimonio cattolico e della famiglia.
Immediatamente accanto ad essa si può mettere l’incontro con la gioventù allo stadio Santiago Bernabéu a Madrid, che ha riunito centinaia di migliaia di giovani partecipanti (ben oltre il mezzo milione), la maggior parte rimasti fuori dello stadio.
5. Il cammino della visita in Spagna conduceva non soltanto sulle orme di grandi santi, ma anche ai grandi centri che raccolgono la parte più cospicua della popolazione, come Madrid, Barcellona, Sevilla, Valencia, Zaragoza. Nei pressi di Valencia ho visitato anche i terreni colpiti recentemente dall’alluvione. A Barcellona l’incontro principale, oltre alla Celebrazione Eucaristica centrale, fu dedicato al mondo del lavoro, agli operai e industriali. Agli agricoltori sono state rivolte le parole dell’omelia a Sevilla. Gli uomini del mare hanno avuto uno speciale incontro a Santiago di Compostela. All’emigrazione e agli emigranti fu dedicato l’incontro a Guadalupe. Non poco spazio nel programma della visita hanno occupato, poi, i centri della scienza e della cultura: l’incontro con i rappresentanti delle Reali Accademie, della ricerca scientifica e della Università a Madrid, completato dall’incontro con la gioventù universitaria. A Salamanca ci fu il discorso ai cultori delle scienze ecclesiastiche, principalmente ai teologi.
6. La Chiesa in Spagna compie la sua missione introducendo nella vita la dottrina del Concilio Vaticano II. Tutti gli incontri sopraindicati danno prova di quanto la Chiesa cerchi di essere presente nel mondo contemporaneo. Converrebbe qui aggiungere ancora l’incontro con il mondo dei mezzi per le comunicazioni sociali, principalmente con i giornalisti, e la visita all’organizzazione mondiale del turismo.
Tuttavia, conviene dedicare una particolare attenzione a coloro che in modo speciale servono, con la propria vocazione ed attività, la missione della Chiesa. In primo luogo bisogna menzionare qui la Conferenza dell’Episcopato, con la quale mi sono incontrato, nella sua nuova sede, subito dopo l’arrivo in Spagna, la prima sera.
La giornata sacerdotale fu tenuta l’8 novembre a Valencia, dove mi è stato dato di conferire l’ordinazione sacerdotale a 141 Diaconi, e parlare ai sacerdoti rappresentanti di tutte le diocesi. Ai Seminaristi è stato indirizzato un particolare messaggio scritto. Fu pure eloquente la visita ad una nuova Chiesa, la parrocchia di san Bartolomeo, in un quartiere periferico della crescente città di Madrid.
Separatamente ebbero luogo gli incontri con i rappresentanti degli Ordini e delle Congregazioni religiose maschili e degli Ordini e delle Congregazioni religiose femminili, tutti e due a Madrid. Le Congregazioni religiose claustrali hanno mandato i loro rappresentanti ad Avila.
I grandi meriti missionari della Chiesa in Spagna sono stati ricordati durante l’incontro a Javier, dove 50 nuovi missionari hanno ricevuto il crocifisso.
La missione della Chiesa si compie attraverso la continua educazione nella fede. A questo importante problema fu dedicato un incontro a Granada.
7. Il Concilio Vaticano II ha ricordato la verità della particolare presenza della Genitrice di Dio, Maria, nella missione di Cristo e della Chiesa. Questa verità è anche particolarmente viva in tutta la tradizione della Chiesa in terra spagnola. Ne rendono testimonianza immagini sacre e sculture in diverse Cattedrali e Chiese di quella terra. Ne rendono testimonianza le diverse invocazioni, mediante le quali i Confessori di Cristo si rivolgono alla sua Madre. Ne rendono testimonianza infine i diversi Santuari, dei quali menziono almeno quello già ricordato di Guadalupe (in un certo senso prototipo di quello americano in Messico) e quello di Montserrat vicino a Barcellona. Come luogo dell’Atto Mariano Nazionale fu scelto il Santuario della Madre di Dio “del Pilar” a Zaragoza.
8. Ricordando almeno brevemente tutti questi incontri, compresi quelli con la comunità ecumenica, con gli Ebrei e con i miei connazionali, incontri con i vivi ed anche con i morti - poiché infatti mi è stato dato di trascorrere proprio in Spagna il giorno della Commemorazione di tutti i Defunti - desidero esprimere un fervido “ringraziamento” al Signore per la ricchezza di sane energie e di propositi generosi che ho trovato in quella Terra dalle tradizioni così antiche ed illustri. Ringrazio in particolare per la vitalità di quel popolo e per i suoi sentimenti profondamente religiosi. Così pure sono grato al Signore per l’impegno di vita cristiana, manifestato da quella Chiesa, alla quale auguro di cuore, con l’aiuto di Dio, risultati sempre più efficaci e luminosi.
E in pari tempo prego che questa visita serva alla grande causa della missione della Chiesa nella società della Spagna contemporanea ed anche dell’Europa contemporanea: oggi e domani. A questo problema importante fu dedicato l’ultimo atto nella cattedrale a Santiago di Compostela in presenza dei Reali e dei rappresentanti di diversi Paesi ed Episcopati europei.
Che sugli splendidi fondamenti di 2000 anni si costruiscano le nuove generazioni del Popolo di Dio nella penisola iberica e nel continente europeo.
Ai fedeli di espressione francese
Chers Frères et Sœurs,
Aujourd'hui, il était normal que je consacre mon allocution du mercredi à mon récent voyage pastoral en Espagne. J’en ai rappelé les multiples étapes, les temps forts, les sanctuaires visités, ceux de la Vierge Marie et des grands saints, les rassemblements dans les cités les plus importantes, les diverses communautés rencontrées. Ce fut un panorama très vaste et très varié. Ainsi nous avons célébré notamment les maîtres de la vie spirituelle, sainte Thérèse de Jésus - en l’honneur du quatrième centenaire de sa mort - et saint Jean de la Croix; les héros de l’apostolat et des missions, saint Ignace de Loyola et saint François Xavier, et la nouvelle bienheureuse, Angèle de la Croix. Ce pèlerinage a permis aussi de regarder la réalité contemporaine de l’Eglise en Espagne, pour encourager la mission de celle-ci dans la ligne du Concile Vatican II; j’ai rencontré tour à tour les évêques, les prêtres, les religieuses cloîtrées et de vie active, les missionnaires, les éducateurs, et beaucoup de laïcs, en particulier les familles, les jeunes, le monde du travail - ouvriers, agriculteurs, pêcheurs, migrants - les hommes de la culture et de la science. Je voulais aujourd’hui évoquer toutes ces grâces pour remercier le Seigneur et aussi tous ceux qui ont permis le déroulement du voyage. Je souhaite que, sur ces splendides fondations de deux mille ans d’histoire chrétienne, s’édifient les nouvelles générations du peuple de Dieu, pour le bien de l’Espagne et de l’Europe.
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Je suis heureux d’accueillir les pèlerins d’un autre continent. Chers amis du diocèse de Bouaké, en Côte d’Ivoire, je vous félicite d’être venus, vous aussi, en pèlerins, en Terre Sainte et à Rome, pour que votre foi, déjà profonde, prenne appui sur le Roc de l’Eglise et y puise une nouvelle vigueur, permettant à vos communautés catholiques de s’affermir, de témoigner plus largement encore de la sainteté et de l’amour de Dieu, au sein de votre pays dont je me souviens avec joie. A vous tous, à tous les pèlerins de langue française, je donne ma Bénédiction Apostolique.
Ai fedeli di lingua inglese
Dear brothers and sisters,
I am very pleased to have gone to Spain at the end of the Teresian Year. This jubilee speaks eloquently of Saint Teresa on the four hundredth anniversary of her death. It also speaks of the period in which she lived, which was that of Saint John of the Cross, whose tomb I was able to visit. These saints lived at a time of renewal for the Church and for the missions. At the centre of the papal visit were other great saints too, like Saint Ignatius, Saint Francis Xavier and Blessed Angela of the Cross, whom I beatified in Seville.
During the pilgrimage I was able to speak about the apostolic traditions in the Iberian Peninsula. At the same time the visit took place within the context of contemporary reality. Particularly impressive was the visit to Toledo, where I met the representatives of the laity. In Madrid there was the Mass for the family, as well as the meeting with the young people. In other places I met the workers, the farmers, the seamen and the immigrants. There were contacts with the representatives of culture and science and theology. All the categories of God’s people were met: the bishops, priests, religious, seminarians and laity. There were meetings with other Christians, with Jews, and with my fellow-countrymen. In the shrine of Our Lady of Pilar at Zaragoza I was able to honour Mary, the Mother of God.
And I now pray that the new generations of God’s people in the Iberian Peninsula and throughout Europe will rise on the splendid foundations of two thousand years of Christianity.
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It is a joy for me to welcome pilgrims and visitors from various countries, including England, Denmark, Sri Lanka, Japan, Australia, Canada and the United States.
In particular, I extend greetings to the members of the General Chapter of the Society of the Divine Word. May the word of God be always the driving force of your lives, as well as the criterion for all your choices. And may the Incarnate Word of the Father, our Lord Jesus Christ, continue to manifest himself to the world through your sacred ministry.
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A special welcome goes also to the visitors from Coventry. Your presence recalls the wonderful welcome that you gave me last Pentecost Sunday at the airport of your city. Once again I am grateful to you and to your fellow-citizens. To all of you I renew the greeting that I spoke at that time: Peace be with you. And may the God of peace bless Coventry and all England.
Ai pellegrini tedeschi
Liebe Brüder und Schwestern!
In Dankbarkeit gedenke ich heute noch einmal meiner kürzlichen Pastoralreise nach Spanien. Ich danke allen, die diese Reise ermöglicht und mit ihrem Gebet begleitet haben.
Meine Begegnung mit der überaus reichen religiösen Vergangenheit und Gegenwart Spaniens begann mit dem feierlichen Abschluß der Vierhundertjahrfeier des Todes der hl. Theresa in Avila. Theresa und Johannes vom Kreuz sind die zwei großen Kirchenlehrer, die nach dem Konzil von Trient eine bedeutende innere Erneuerung der Kirche eingeleitet haben. Zugleich begann mit den Heiligen Ignatius von Loyola und Franz Xavier eine äußerst fruchtbare Zeit des Apostolates und der Missionstätigkeit bis in die fernsten Länder und Kontinente.
Das christliche Leben in Spanien geht zurück bis in die Zeit der Apostel. Das Grab des hl. Jakobus in Compostela wurde zu einem der bekanntesten Wallfahrtssort in Europa. Das große christliche Erbe der Vergangenheit lebt in der heutigen Kirche Spaniens fort. Die Seligsprechung der Schwester Angela vom Kreuz in Sevilla und die Priesterweihe in Valenza geben davon ein deutliches Zeugnis; ebenso die zahlreichen Begegnungen mit der Jugend, den verschiedenen kirchlichen Ständen und mit Vertretern aus Kultur und Wissenschaft.
Möge Maria, deren zahlreiche Heiligtümer ich ebenfalls besuchen konnte, der Kirche und dem Volk in Spanien aus dem geistlichen Erlebnis dieser Pastoralreise reiche bleibende Früchte erflehen!
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Herzlich grüße ich bei dieser Audienz alle anwesenden Gruppen und Pilger aus Deutschland, aus Österreich und den Niederlanden. Unter ihnen nenne ich besonders die Dankwallfahrt anläßlich des dreißigjährigen Bestehens der großen christlichen Wochenzeitung ”Neue Bildpost“. Ihre Leserschaft hat im Lauf dieser Jahre wiederholt bewiesen, daß die Presse durch ihre Informationen nicht nur die menschliche Neugierde ansprechen, sondern auch echte Anteilnahme und konkreten Einsatz wecken kann. Das geschieht auch dadurch, daß immer wieder von dem vielen Guten berichtet wird, das gottlob allerorts getan wird. Gott bestärke und belohne diesen euren Einsatz! Von Herzen erteile ich allen Pilgern deutscher Sprache meinen besonderen Apostolischen Segen.
Ai fedeli spagnoli
Queridos hermanos y hermanas,
Mi saludo más cordial y afectuoso a todos vosotros, amadísimos españoles y peregrinos de lengua española. En presencia vuestra quiero hoy dar una vez más mis sentidas gracias al Rey de España, así como a las Autoridades civiles y a la Conferencia Episcopal Española por haberme invitado a la clausura del cuarto centenario de la muerte de Santa Teresa de Jesús, reformadora del Carmelo y Doctora de la Iglesia universal.
El jubileo teresiano ha quedado clausurado en Avila, donde nacío la Santa, y en Alba de Tormes, donde terminó su paso por este mundo. Al lado de Santa Teresa, compartiendo sus ansias de perfección, aparece en el Carmelo renovado la figura de San Juan de la Cruz, cuyo sepulcro tuve ocasión de venerar en Segovia. La misión de ambos Doctores coincide con el período posterior a la Reforma y al Concilio de Trento, época en que se inicia una significativa renovación para la Iglesia de entonces.
En este proceso de renovación, España desempeñó un papel de gran relieve no sólo en lo que se refiere a la esfera de la vida espiritual, en el campo de la ascética y mística, sino también a la implantación del Evangelio en otras tierras recién descubiertas, gracias al espíritu apostólico de sus misioneros, entre ellos San Ignacio y San Francisco Javier, naturales de Loyola y Javier respectivamente, lugares también visitados por mí.
Así pues, durante esta peregrinación a tierras españolas he sido llevado de la mano de los Santos. No olvidemos que la historia de la Iglesia en España se remonta a San Pablo y a Santiago el Mayor, cuyo recuerdo permanece en Santiago de Compostela, meta de peregrinos para los distintos países de Europa; una tradición apostólica que sigue dando frutos de santidad, como demuestra la beatificación de Sor Angela de la Cruz en Sevilla.
Al mismo tiempo me ha sido dado acercarme a la realidad contemporánea del Pueblo de Dios en España. En este contexto de amplio horizonte eclesial quiero recordar los encuentros con los representantes del apostolado seglar en Toledo, con las familias y los jóvenes en Madrid, con los agricultores en Sevilla, con el mundo del trabajo en Barcelona, con el mundo de la emigración en Guadalupe, con las gentes del mar en Santiago, a los que hay que añadir la visita a los centros de la ciencia y de la cultura en la Universidad de Madrid y en la Pontificia de Salamanca.
Todos estos encuentros muestran el interés de la Iglesia por estar presente en el mundo actual. En esta continua búsqueda por llevar el mensaje evangélico a todos los rincones de la sociedad, se ha de encuadrar el encuentro con los representantes de las comunicaciones sociales y la visita a la organización mundial del turismo. Particular significado asumen a este fin evangelizador los encuentros con quienes por vocación sirven a la misión de la Iglesia: la Conferencia Episcopal y los sacerdotes, religiosos y religiosas, misioneros, y en general los educadores en la fe a quienes me dirigí en Granada.
Quiero asimismo recordar, a honor de la piedad mariana que alienta la fe del pueblo español, los Santuarios dedicados a la Madre de Dios, que pude visitar: Guadalupe, Montserrat y la Virgen del Pilar en Zaragoza.
Al repasar ahora, aunque sea rápidamente, todos estos lugares, me salen del alma sentimientos de la más profunda gratitud al Señor y a la querida España. Al mismo tiempo pido en mis plegarias que esta visita redunde en bien para la Iglesia, para la sociedad española y para la Europa de nuestro tiempo: hoy y mañana. A este problema fue dedicado mi último encuentro en la Catedral de Santiago de Compostela, en presencia de los Reyes y de los representantes de los Países y Episcopados europeos.
Ai fedeli di lingua portoghese
Queridos irmãos e irmãs de língua portuguesa,
Saúdo-vos com afecto em Cristo, nesta primeira Audiência geral o depois da minha viagem pastoral à Espanha; e quero partilhar convosco impressões que dela me ficaram e a gratidão que me vai na alma: gratidão para com Deus, em primeiro lugar, e para com todos aqueles que, de diversas maneiras, intervieram na sua realização.
Enquadrada no encerramento das comemorações do quarto centenário da morte de Santa Teresa de Jesus, esta viagem foi também peregrinação a vários lugares ligados com eminentes vultos de santidade, que a pátria espanhola deu à Igreja e ao mundo. Uni-me idealmente, ainda, ao longo cortejo de romeiros que, de há séculos, para aí peregrinam, em demanda de conhecidos centros e santuários de devoção cristã, em especial Santiago de Compostela e os famosos Santuários marianos.
Foi para mim grato o encontro com quase dois milénios de história da Igreja em terras de Espanha, que remonta à idade apostólica e de tão gloriosa tradição missionária; mas foi-o também, e sobretudo, o encontro com a realidade presente dessa grande Nação e com o Povo de Deus que nela vive.
Assim, glorifico o Senhor, pela confiança revigorada no contacto com as componentes e os servidores da vida eclesial, bem como pela esperança que me ficou de contacto com as pessoas e os grupos que integram a vida social; e conservo a melhor recordação de quantos tive a oportunidade e a alegria de encontrar nesses dez dias.
Recomendo às vossas preces esta visita pastoral realizada: para que ela dê frutos, para o dilecto Povo espanhol e para a Igreja, e possa servir também a causa da unidade na Europa. E, de todo o coração, dou-vos a Bênção Apostólica.
Ai fedeli polacchi
W dniu świętego Stanisława Kostki Kościół w Polsce wypowiada następującą modlitwę:
“Boże, Który pośród wielu cu dów Twojej mądrości udzielasz łaski dojrzałej świętości także i w wieku młodzieńczym - daj, prosimy, abyśmy za wzorem świętego Stanisława, okupując czas usilną, pracą, pospieszali do wiecznego odpocznienia. Przez Chrystusa Pana naszego”.
Tę modlitwę powtarzam dziś przed Wizerunkiem Jasnogórskiej Pani, łącząc się sercem z całą polską młodzieżą. Święty Stanisław jest jej szczególnym Patronem.
Jego krótkie życie - osiemnaście lat - było wypełnione wielką próbą.
Jakąż próbą wypełnione jest życie tylu młodych Polaków!
Stanisław podołał próbie swojego życia. Wyszedł z niej zwycięsko. Zwycięsko wychodził z tylu różnych prób, które składały się na wielką próbę całego życia.
Ty, Matko, patrzyłaś na to życie z ogromną miłością. Wspierałaś nieustannie tego, który tak bezgranicznie Ci zawierzył.
Wspieraj dzisiaj każdego z moich młodych Rodaków, pośród tych wszystkich prób, z jakich składa się ich życie.
Niech Ci zawierzają, jak Stanisław!
I niech - jak Stanisław - odnoszą zwycięstwo.
Ed ecco una nostra traduzione italiana del discorso pronunciato dal Papa.
Nel giorno di san Stanislao Kostka, la Chiesa in Polonia recita la seguente preghiera:
“Dio, che tra i molti miracoli della tua sapienza, doni la grazia della santità matura anche nell’età giovanile, concedi - te ne preghiamo - che, sull’esempio di san Stanislao, occupando il tempo con il lavoro costante, dirigiamo i nostri passi all’eterno riposo. Per Cristo nostro Signore”.
Ripeto oggi questa preghiera dinanzi all’effigie della Signora di Jasna Góra, unendomi con il cuore a tutta la gioventù polacca. San Stanislao è il suo particolare patrono.
La sua vita breve - diciotto anni - fu piena di grande prova. Quale è la prova che riempie la vita di tanti giovani polacchi?
Stanislao ha superato la prova della sua vita. È uscito da essa vittorioso. Vittorioso uscì dalle numerose varie prove che componevano la grande prova di tutta la vita.
Tu, Madre, hai gradito questa vita con grande amore. Hai aiutato incessantemente colui che così illimitatamente si è affidato a te.
Aiuta oggi ognuno dei miei giovani connazionali in mezzo a tutte le prove delle quali si compone la loro vita.
Si affidano essi a te come Stanislao!
E come Stanislao riportino vittoria.
Ai gruppi Italiani
Saluto di cuore i partecipanti al pellegrinaggio della diocesi di Nocera dei Pagani, guidati dal Vescovo Monsignor Jolando Nuzzi e organizzato a conclusione delle Missioni predicate dai Padri Redentoristi a Pagani, dov’è sepolto sant’Alfonso de’ Liguori. Raccomando al Signore i buoni frutti che certamente le Missioni hanno suscitato in voi. La mia benedizione va in special modo ai Ministri straordinari dell’Eucaristia, ai Volontari Ospedalieri e a coloro che si curano dell’assistenza degli infermi e degli anziani, ma essa è per tutti voi e la estendo volentieri ai vostri Cari.
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Estendo il mio saluto anche ai partecipanti all’annuale Congresso dell’Associazione Italiana Barmen e Sostenitori. Mentre li ringrazio per aver desiderato questo incontro di fede, auguro loro ogni bene nel Signore e li benedico insieme alle loro famiglie.
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Dirigo ora il mio cordiale saluto ai Sacerdoti e Dirigenti delle Guide e Scouts di Europa riuniti a Roma per un Convegno circa la catechesi e l’inserimento nelle Chiese locali. In comunione fraterna con le altre forze ecclesiali, sotto la guida del Magistero della Chiesa, siate formatori di mature coscienze giovani, alimentando in esse, mediante la vita sacramentale ed una retta direzione spirituale, il coraggio di una luminosa testimonianza cristiana.
Vi sostenga la mia benedizione.
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Un saluto cordiale vada ora a tutti i giovani e alle giovani. Carissimi: “Crescete nella conoscenza di Dio” (2 Pt 3, 18), amate sinceramente la Chiesa e siate sempre più entusiasti della fede cristiana e dandone prova mediante una leale disponibilità alle sapienti direttive che vi vengono impartite dai vostri parroci, in spirito di ossequio alle indicazioni dei Presuli delle singole diocesi a cui appartenete.
Con la mia benedizione.
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A voi ammalati che recate qui l’omaggio prezioso delle vostre sofferenze, rivolgo un pensiero grato e commosso, con l’augurio che sappiate attingere dal Cristo Crocifisso la forza necessaria per trasformare i vostri patimenti e le vostre prove in altrettanti atti di virtù soprannaturali per la salvezza delle vostre anime e per quella del mondo intero. Vi sia di conforto la mia speciale benedizione.
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Un pensiero beneaugurante va infine agli sposi novelli.
Cari sposi, voi che avete formato da poco tempo la vostra famiglia sotto il segno santo e santificante del sacramento del Matrimonio, non dimenticate mai i grandi ideali che la famiglia cristiana è chiamata a realizzare: anzi viveteli in pienezza, nella gioia vera e in un amore sempre crescente. Il Signore non mancherà di moltiplicare per voi le sue grazie e di accordarvi la sua continua protezione. Vi accompagni la mia particolare benedizione.
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