DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DELLA CHIESA CATTOLICA UCRAINA
Sala del Concistoro - Sabato, 9 febbraio 1991
Signor Cardinale,
Venerati fratelli nell’Episcopato!
Dopo otto mesi dall’ultimo nostro incontro, ci è gradito di salutarvi nuovamente qui a Roma presso la tomba di San Pietro e presso quella di San Giosafat, Arcivescovo di Polotsk.
Nel giugno scorso, il nostro primo incontro si era svolto dopo cinquant’anni di sofferenze della Chiesa in Ucraina, che nonostante la dura persecuzione era uscita dalle catacombe viva e dinamica. L’importanza di quella riunione proveniva dal fatto che per la prima volta si era raccolta intorno alla persona del successore di Pietro tutta la vostra Gerarchia, proveniente tanto dall’Ucraina che dalla vasta diaspora nel mondo. Tornati nelle vostre sedi vescovili e presso i vostri sacerdoti e fedeli, avete potuto riferire loro tutta la mia viva sollecitudine di Padre e Pastore della Chiesa Universale. In realtà questa Sede apostolica non ha mai cessato di assicurare il suo vivo interessamento in favore della Chiesa cattolica di rito Bizantino-Ucraino, soppressa per oltre mezzo secolo. Siano rese grazie a Dio, che ha concesso di vedere coronati gli sforzi per la riorganizzazione delle vostre comunità.
Ultimamente è stato anche possibile provvedere a diocesi di rito latino in Ucraina e così la nostra gratitudine a Dio è ancor maggiore. In questa circostanza vorrei fare menzione di un avvenimento che è accaduto durante l’ultimo Sinodo dei Vescovi qui a Roma nell’ottobre scorso. Durante tale assemblea, vi è stata la promulgazione del Codice di Diritto Canonico per le Chiese Orientali, che entrerà in vigore dal prossimo 1° ottobre 1991. Questo corpo di leggi canoniche è un dono e un aiuto per la vita e lo sviluppo di tutte le Chiese Orientali. È pertanto vivo desiderio di questa Sede apostolica che la Chiesa in Ucraina in base alle norme canoniche che sono state promulgate, possa maggiormente fiorire e assolvere con nuovo vigore pastorale la missione a lei affidata (cf. Orientalium Ecclesiarum, 1).
L’odierno Sinodo della Gerarchia ucraina, convocato ancora fuori i confini della provincia ecclesiastica di Galizia aveva il compito di sottoporre al Supremo Pastore della Chiesa alcune proposte per il governo pastorale di importanti circoscrizioni ecclesiastiche.
La vostra preoccupazione per il bene e lo sviluppo di tutte e singole le Eparchie della Chiesa in Ucraina e nella diaspora si accomuna alla nostra sollecitudine, affinché fiorisca sempre più quella Chiesa che ebbe i natali nel Battesimo della Rus’ di Kiev e che ha iniziato a vivere il secondo millennio della sua esistenza.
Venerati fratelli nell’Episcopato! In questo momento storico rivolgo a voi la parola e il monito dell’Apostolo delle genti: “Vi esorto a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo, un solo Spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo Battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Ef 4, 1-6).
Possa questo nostro fraterno incontro rafforzare la speranza che la Chiesa di rito Bizantino-Ucraino, possa progredire sempre più, per la maggior gloria di Dio e il bene delle anime. In pegno della particolare grazia divina, impartiamo di tutto cuore a voi, ai vostri fedeli, particolarmente ai sacerdoti, monaci e suore, la nostra benedizione apostolica.
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