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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
AI PARTECIPANTI AL IX CONGRESSO DELLA CONFEDERAZIONE NAZIONALE ITALIANA DEI COLTIVATORI DIRETTI*

Basilica Vaticana - Mercoledì, 18 maggio 1955

 

Eccovi convenuti a Roma, diletti figli, Coltivatori diretti di tutte le regioni d'Italia, per confermare unitamente il vostro proposito di attuare l'ideale cristiano della bella vostra attività. Già tre volte Noi abbiamo potuto rivolgervi la parola, per incoraggiarvi e benedirvi. Oggi vi accogliamo con la più viva soddisfazione e, nel contemplare il vostro grandioso gruppo, pensiamo anche a tutti coloro che non hanno potuto accompagnarvi, ai circa due milioni e mezzo di lavoratori agricoli, che la vostra Confederazione Nazionale riunisce in più di dodici mila sezioni. A tutti inviamo il Nostro saluto e ricordiamo con paterna gratitudine la ingente somma di fatiche, d'intraprese, di quotidiano coraggio fra le difficoltà di ogni specie, che fa della vostra categoria una delle più solide basi sociali e morali della Nazione.

Il numero degli aderenti alla vostra Confederazione basterebbe da sè solo a mostrare la sua importanza e a qualificarla come la più potente organizzazione professionale in questo campo. Apportatrice di più del 60% della produzione agricola nazionale, come potrebbe non esercitare un largo influsso sulla vita economica del Paese? Noi siamo per ciò felici di congratularCi con voi, tanto più che compite l'opera vostra col proposito di mettere in pratica i principi della dottrina sociale cattolica, i quali sono i più conformi alle esigenze della vita umana naturale e soprannaturale e inducono alla ricerca di una soluzione dei problemi che incessantemente suscita la rapida evoluzione della economia e delle condizioni generali della umana società. In tal guisa voi, con lo sforzo paziente di tutti i giorni, contribuite a costruire, nell'ordine e nel rispetto delle istituzioni, un mondo meno duro, meno impregnato di materialismo, meno schiavo della persistente ricerca di un mero interesse egoistico.

Voi ben sapete che questo ideale è difficile a mettere in atto e che il cammino da seguire sarà ancora lungo e talvolta penoso. Ma è sufficiente di gettare uno sguardo sulla via percorsa dalla nascita della vostra Confederazione, nel 1944, fino ad oggi, per trovarvi numerosi motivi di conforto. Se colpisce innanzi tutto il continuo aumento di soci, è anche più ammirevole l'estensione progressiva della sua organizzazione e delle sue attività. Essa dunque rispondeva ad un vero bisogno e, avendo compreso le giuste aspirazioni dell'agricoltore, non è venuta meno alle sue promesse. Uno forse dei servigi più eminenti che ha reso ai suoi membri è stato di farli consapevoli della parte che loro spetta nella vita economica della Nazione; essa li ha invitati ad affrancarsi da un « particolarismo » talvolta abbastanza tenace, e ben comprensibile nel lavoratore dei campi, fortemente attaccato alla sua terra e che non s'induce facilmente a levare lo sguardo verso un più vasto orizzonte.

Per un gruppo sociale così considerevole come il vostro, e occupato in un settore così fondamentale della produzione, è essenziale di mantenere il contatto coi movimenti di opinione e con le grandi correnti di idee, che dirigono l'evoluzione del Paese, e di esercitarvi un utile influsso, non col solo scopo di trarne vantaggi particolari, ma per lo stesso bene generale. Non basta infatti di avere principi giusti, nè di applicarli alla stretta cerchia della propria vita personale, ma occorre diffonderli intorno a sè, farne profittare anche altri, mostrare chiaramente il valore e la efficacia nell'interesse nazionale. La vostra organizzazione, rafforzando il senso della solidarietà nei coltivatori diretti, conferisce alla loro azione una accresciuta efficienza ed una ampiezza che le alte virtù della loro tradizione familiare e il loro attaccamento al Suolo patrio giustificano.

Mentre oggi alcuni pur troppo sempre più temono il rischio personale e cercano la sicurezza anche a costo della indipendenza, rimanete fedeli ad una vocazione, che in modo speciale è e sarà ognora esposta al repentaglio, ma che appunto perciò è il modello, al presente non abbastanza riconosciuto, di umano sforzo; sforzo che sempre diede alla vita dei popoli la garanzia di durevolezza e di fecondità.

Senza dubbio non è Nostro ufficio di mettere in luce specificatamente tutti i risultati positivi conseguiti col lavoro della Confederazione da circa un decennio; amiamo tuttavia di menzionarne almeno alcuni particolarmente significativi : vale a dire, nel campo contrattuale, in materia di riduzione delle imposte, nell'assistenza sociale con la estensione ai coltivatori diretti della assicurazione per le malattie e con la proposta di legge per la invalidità e la vecchiaia, e, sotto l'aspetto tecnico ed economico, nell'azione intrapresa per la stabilizzazione e la difesa dei prodotti in crisi.

Ma voi ben giustamente non avete voluto restringere la vostra attività al campo puramente economico, poichè si presentava con insistenza alla vostra considerazione il problema fondamentale della famiglia coltivatrice. Nel discorso indirizzato il 29 febbraio 1952 ai membri della Confederazione Noi dicevamo: « Studiatevi... di guadagnare la gioventù rurale. Mostrate a questi giovani un affettuoso interesse: formateli e preparateli mediante corsi speciali ai loro doveri di coltivatori; educateli a più larghe ed alte vedute spirituali e sociali » (Discorsi e Radiomessaggi, vol. XIII pag. 482). Questa esortazione voi avete filialmente accolta, ed ora potete dirigere i giovani coltivatori verso corsi di preparazione professionale e sindacale, che li renderanno atti a compiere più tardi la loro nobile missione con competenza e con la sicurezza di essere pari alle loro responsabilità sociali. Ma nel seno della famiglia coltivatrice la donna esercita sempre, oltre alla sua funzione di sposa e di mare, una parte più o meno importante nell'azienda stessa. Un sindacato di coltivatori doveva tenerne conto e adoperarsi a far partecipare la donna rurale alla vita sindacale. E voi potete già riguardare con soddisfazione il frutto dei vostri sforzi in questo senso.

In tal guisa il fondamento familiare della vostra economia vi farà vincere la grande tentazione dei nostri giorni, a cui tanti soccombono: quella cioè di scambiare la mira a un sempre più alto tenore di vita e ad una sempre più elevata produttività del lavoro con l'aspirazione alla prosperità. Poiché la famiglia rappresenta anche nella economia ciò che è durevole e che assicura la serie delle generazioni future. La sola pienezza dei beni a prezzi modesti, l'alleggerimento e la diminuzione soltanto della fatica del lavoro sono un dubbio risultato, perchè non tolgono l'ansia per l'avvenire, ma piuttosto l'aumentano, in quanto che eccitano i desideri disordinati e mai non appagano l'uomo.

Si dovrebbero segnalare altresì gli Istituti fondati dalla Confederazione per l'istruzione professionale agricola, per favorire la formazione e lo sviluppo della piccola proprietà, per aiutare coltivatore nel conseguimento delle provvidenze previste dalla legge. Finalmente, siccome numerose famiglie di braccianti sono entrate recentemente o entreranno ancora in possesso di una piccola proprietà terriera in virtù dell'applicazione della riforma agraria, è sembrato necessario di dar loro un appoggio morale e tecnico, che faciliti il periodo di transizione; perciò è stata istituita una Federazione nazionale dei piccoli proprietari, la quale interviene, tra l'altro, per promuovere lo sviluppo delle cooperative, potente istrumento di sostegno e di progresso delle nuove comunità rurali. Il campo così ampliato della economia agraria contribuirà allora, insieme con altri provvedimenti, a rafforzare il mercato interno del Paese, e con ciò a dare anche alla produzione industriale un appoggio, la cui sicurezza è incomparabile e la cui necessità diviene sempre più chiara.

Questa pur rapida e incompleta rassegna delle molteplici attività della Confederazione Nazionale dei Coltivatori Diretti, vorremmo che fosse per voi un incoraggiamento e una promessa. Un incoraggiamento, perchè in poco tempo avete ottenuto risultati che dimostrano l'esistenza di un serio spirito di collaborazione, una comune volontà di migliorare sostanzialmente le condizioni di vita del coltivatore. Non è forse confortante per ciascuno di voi il sapere che non è solo a compiere questo sforzo, ma che fa parte di una organizzazione vasta, solida, ben diretta, animata da un dinamismo che ha dato prova della sua efficienza?

Quale motivo di fiducia per l'avvenire! Quali felici previsioni accompagnano il vostro cammino! Se rimarrete fedeli ai vostri principi, le vostre attività prenderanno col tempo una estensione anche più larga; nuove possibilità vi si offriranno di accrescere l'assistenza sindacale, di moltiplicare per ognuno di voi le occasioni di contribuire al bene di tutti, di ravvivare l'amore attivo del prossimo, la carità cristiana, che porta dappertutto il calore e la vita.

Il Signore non mancherà di aiutarvi, d'ispirarvi il coraggio e la perseveranza che supera ogni ostacolo. Nella prospera, come nell'avversa fortuna conservate sempre verso Dio sentimenti di viva riconoscenza. Non è Egli forse l'autore di ogni bene, il dispensatore delle più umili realtà terrene, senza le quali l'uomo non potrebbe vivere, come dei doni più elevati dello spirito e del cuore? In tal guisa, anche se dedicata a lavori non illuminati da esterno splendore, la vostra vita personale, familiare e sociale si eleverà alla dignità che sorpassa tutte le altre, quella di figli del Padre celeste, al quale potete e dovete senza riserva affidarvi.

Voglia la divina Provvidenza guidarvi ed effondere i suoi favori su di voi, sulle vostre famiglie e su tutti coloro che vi son cari. In auspicio di queste grazie e in attestato del Nostro paterno affetto, v'impartiamo di gran cuore la Nostra Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XVII,
 Diciassettesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1955 - 1° marzo 1956, pp. 97 - 101
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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